Parma, un atroce delitto di provincia che non fa notizia
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Parma, un atroce delitto di provincia che non fa notizia

Il 9 maggio, un cittadino tunisino viene brutalmente seviziato e ucciso in un raid organizzato da un italiano. Era in arretrato con l'affitto....

La storia, forse, sarebbe rimasta relegata a una notizia di cronaca locale, se Il Manifesto non l'avesse ripresa e raccontata qualche giorno dopo, e rilanciata con successo sui social network. Ed è una storia che, per la sua crudezza, sembra una storia inventata. Purtroppo è tutto vero.

A Basilicagoiano, minuscola frazione del comune di Montechiarugolo, in provincia di Parma, nella notte fra il 9 e il 10 maggio, sei persone fanno irruzione nella casa del tunisino Mohamed Habassi, 33 anni. Habassi un anno fa aveva perso la compagna, morta in un incidente stradale. Disoccupato, aveva rimandato il figlio Samir in Tunisia, dalla nonna, ed era rimasto nell'appartamento, senza però riuscire a pagare gli ultimi mesi di affitto. Nonostante lo sfratto, non si decideva a lasciare la casa.

L'appartamento in cui viveva Habassi era di proprietà della compagna di Luca Del Vasto, 46 anni, il titolare di un bar della provincia. La sera tra il 9 e il 10 maggio, Del Vasto decide di dare una lezione all'inquilino moroso della sua compagna. Chiama Alessio Alberici, 42 anni, fumettista molto conosciuto a Parma e quattro operai rumeni residenti in zona, assoldati per partecipare al raid.

Secondo quanto ricostruito dai Carabinieri, i sei hanno fatto irruzione nella casa di Habassi armati di mazze da baseball, spranghe di ferro e tenaglie. Habassi è stato colpito a turno da tutti i componenti della banda e Del Vasto avrebbe infierito su di lui, mozzandogli con una pinza il mignolo di un mano e l'alluce del piede destro. Un linciaggio brutale durato circa mezz'ora, con le urla dell'uomo sentite nitidamente non solo nello stabile ma anche nelle palazzine adiacenti.

Nessuno però si disturba a intervenire né, tantomeno, a chiedere aiuto. Alla fine, purtroppo quando era già troppo tardi, qualciuno ha avvisato il 112. I Carabinieri che sono arrivati sul posto quando l'uomo era già morto, seviziato in maniera orribile.

Alberici vagava ancora in stato confusionale attorno all'abitazione ed è stato il primo a essere arrestato, poi è toccato agli altri componenti del commando. Per tutti ora l'accusa è di concorso in omicidio con le aggravanti della premeditazione e della crudeltà. Resta senza risposta, per ora, la domanda sul perché nessuno abbia dato prima l'allarme, una domanda che si è posto anche il Procuratore Capo di Parma, Antonio Rustico: ''Se qualcuno invoca aiuto con grida strazianti è chiaro che bisogna telefonare alle forze di polizia''.


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Redazione