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Dopo Parigi: le misure di sicurezza a Roma

Emergenza a livello 2, 700 militari in città, rafforzamento delle frontiere. Ecco come la Capitale si prepara al Giubileo

L'orrore che ha investito Parigi e la Francia, spaventa Roma e il mondo intero. Su Twitter presunti terroristi dell'Is hanno minacciato direttamente il nostro Paese: "il prossimo attacco – si legge - sarà a Londra, Washington. E Roma". Scattano così le contromisure.

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Francia, stato di emergenza dopo gli attacchi a Parigi


Già nelle ore immediatamente successive agli attacchi di ieri notte, su tutto il territorio nazionale, e in particolare su Roma e Milano è immediatamente scattata l'allerta e sono state rafforzate le misure di sicurezza mentre i servizi d'intelligence sono rimasti costantemente in contatto con le autorità francesi al fine di scambiare più informazioni possibili sull'attacco e la minaccia incombente.

In mattinata, al Viminale, si è riunito il Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica presieduto dal premier Matteo Renzi. Alla riunione, convocata dal ministro dell'Interno Angelino Alfano, hanno preso parte i vertici delle forze di polizia e dei servizi di sicurezza, il commissario di Roma, Francesco Paolo Tronca, e il prefetto di Roma, Franco Gabrielli. Sul tavolo le misure necessarie per cercare di ridurre al minimo i rischi in Italia.

Le misure adottate

Alfano ha annunciato che l'emergenza è stata elevata al secondo livello, immediatamente inferiore a quello previsto in caso di attentato. Esso consente l'assetto operativo dei reparti speciali e l'intervento immediato e il coinvolgimento delle forze speciali militari.

Rafforzati i controlli alle frontiere, in particolare sul confine con la Francia per evitare il passaggio via Italia dei terroristi in fuga dal Paese. 700 militari a Roma. Disposta inoltre una intensificazione del monitoraggio all'interno delle prigioni con l'ausilio della Polizia Penitenziaria e l'utilizzo di mediatori culturali che parlano arabo.

Perquisizioni ed espulsioni

Alfano ha dato anche alcuni numeri dell'attività dell'antiterrorismo svolta nel 2015: 540 perquisizioni effettuate nelle abitazioni di presunti terroristi, 56.426 controlli, 147 arresti, 325 denunce. Espulse dal territorio o respinte alla fronteria 259 persone. I veicoli controllati sono stati 8.493. 55 i presunti islamisti espulsi. Tra questi “imam che inneggiavano alla violenza antiseimita” ha detto Alfano ma anche “chi iman non sono, ma progettavano attentati terroristici in Italia e ha assunto consenso verso l'Is”.

L'allarme del Copasir

A parte la minaccia arrivata via twitter nelle scorse ore, al momento non ci sarebbero altri segnali che fanno pensare a possibili attacchi imminenti. Ciò non significa però che l'Italia sia al sicuro perché, sottolineano analisti e addetti ai lavori, “non è possibile eliminare del tutto il rischio di attentati”: i 'lupi solitari' o le 'cellule isolate', come hanno ribadito solo due giorni fa gli 007 al Copasir, possono entrare in azione in ogni momento dopo aver seguito un processo di radicalizzazione senza aver avuto alcun collegamento con organizzazioni terroristiche. "Non possiamo escludere attacchi italiani – ha affermato anche il presidente del Copasir Giacomo Stucchi - chi dice il contrario è un utopista".

Le richiesta delle forze di polizia

Nel frattempo è arrivata anche la richiesta dell'Associazione dei funzionari di polizia di assunzioni straordinarie, addestramenti mirati e “mezzi idonei – ha detto il segretario Lorenza La Spina - a fronteggiare chi è armato di fucili mitragliatori”. Serve, è l'appello, “ripensare la sicurezza delle nostre città di fronte ad attacchi multipli e diffusi”.

Le parole di Renzi

“So che i terroristi non vinceranno – ha detto il premier Matteo Renzi - la libertà è più forte della barbarie, il coraggio è più forte della paura. Non sottovalutiamo niente”. Secondo Renzi, “vinceremo questa battaglia. Non sarà semplice, non sarà breve, ci vorranno mesi, forse anni, servirà tutta la nostra forza, determinazione, le risorse necessarie per una sfida epocale” ma “l'Italia c'è – ha concluso il premier - convinta che questa sfida possa essere vinta tutti insieme”.


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Claudia Daconto