PAnzironi-Life120
ANSA/ANGELO CARCONI
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Panzironi, con le proteine vi libererò dal male

Panorama era al meeting dei seguaci del metodo Life120 dal Profeta del nuovo regno dove non si ammala mai

C’è vita, oltre il carboidrato. Ma ad aprire le porte del paradiso della dieta iperproteica sarà Adriano Panzironi da Roma, il profeta degli integratori alimentari alla guida del sedicente «popolo Life120». Un folletto con la capigliatura da satanista in disarmo, la giacchina di lamé, le scarpe a punta argentate e un’idea meravigliosa: farci vivere tutti quasi due volte l’età minima pensionabile, in salute e pericolosamente attivi. Con i giusti integratori, quest’uomo che chiaramente campa sul sildenafil come principio attivo di una senescenza operosa, non solo sotto le lenzuola, è pronto a condurre migliaia di adepti in un mondo migliore. Un mondo senza più stipsi né tumori, depurato da afte ed emorroidi, liberato dal diabete e dalle artriti reumatoidi. Un pianeta che non conosce disfunzioni erettili e depressione, e neppure Alzheimer e prostate come dirigibili.

Per Giulia Grillo, ministro della Salute, il giornalista pubblicista Panzironi è un fenomeno già visto, ma anche con un certo futuro: «In Italia celebriamo gli scienziati, come Leonardo da Vinci e Galileo Galilei, ma poi si crede a maghi e stregoni. A questo punto tutto è possibile, anche che il prossimo ministro della Salute sia Wanna Marchi». Si aspettavano 7 mila adepti al palazzetto dello sport dell’Eur, e sembrava la solita stima esagerata degli organizzatori, ma poi domenica 30 giugno, nell’arco di una giornata interamente dedicata a convegni, condivisioni delle esperienze salvifiche, esercizio fisico, assaggio di formaggi, salumi e dolci a «filiera controllata», alla fine almeno 4 mila persone sono arrivate per davvero. Con un gran finale, in cui Panzironi ha predicato il suo Verbo in una scenografia neo-corinzia a un ampio popolo di ex obesi, vecchietti terribili con un futuro da Clint Eastwood della Pontina, madri con figlie al seguito. E coppie di uomini di mezz’età con il cappellino azzurro degli Angeli Life120, il borsello a tracolla, il camiciotto da Testimoni di un regno che sta arrivando. Il regno della Libera Proteina Purificatrice.

In ogni famigliola, al Palaeur, funziona come all’Ikea la domenica: è facile capire chi è la vittima e chi il carnefice, chi è il credente del Panzironi e chi il coniuge trascinato in questo circo dove ci sarebbe anche da ridere, se non si intravedessero le luci di un piccolo impero economico costruito sulle fragilità, sulle malattie, sul dolore, sull’incubo dell’invecchiamento. Un impero da 20 milioni di euro l’anno dichiarati, metà dei quali dedicati all’autopromozione. Al fenomeno Adriano Panzironi, 47 anni, non poteva mancare un fratello gemello che lo aiuta a mandare avanti la ditta, una onlus che esiste da una decina di anni e vanta mezzo milione di seguaci, anche grazie a un canale tv sul digitale terrestre.

Al raduno, alla fine, gli integratorialimentari non si sono visti. Un quotidiano annunciava il blitz dei Nas e quindi sono rimasti solo gli stand culinari, i banchetti con i libri del «maestro», a cominciare dal monumentale Vivere 120 anni, la bibbia della lotta al Satana carboidrato. E poi le postazioni televisive dove sedersi e raccontare come il metodo del «Grande Adriano» ha guarito le patologie più bizzarre. Ma attenzione, perché non è Panzironi che promette guarigioni. Solo loro che raccontano di essere stati guariti.

Qui i santoni sono i pazienti, ansiosi di rendere testimonianza, lui è solo un santino che organizza convention all’americana. Se la prende contro «la medicina dogmatica», formula che vuol dire tutto e niente, ma poi spaccia rimedi della nonna a tutto spiano per sgonfiare le pance, probabilmente il maggiore problema moderno a giudicare da questo pubblico adorante, di fronte al quale bisogna ammettere che il totem del suffragio universale traballa un po’.

Un’ora prima della sua epifania fisica, i presentatori dello show spiegano come fischiare in diretta tv e ululare con tutta la forza che si ha nei polmoni. Vengono distribuite le lampadine da tirare su e accendere quando i presentatori «chiameranno» le singole patologie. Chi le ha affrontate con il metodo Life120 dovrà alzare la lampadina e spegnerla se è guarito grazie ad Adriano. Il colpo d’occhio dei lumini accesi in questa lunga Notte del senso del ridicolo è quello di un gigantesco cimitero di morti di fame viventi.

Paola D., settantaseienne di Latina in apprezzabile stato di conservazione, vuole testimoniare: «Da due anni seguo il metodo Life120 e ho risolto un diabete di tipo 2 e l’artrosi deformante. Avevo rischiato di morire due volte per colpa delle medicine». Giovanni S., dalla Sicilia, spara: «Pesavo 100 chili e adesso ne peso 60. Mangio prosciutto, formaggio e due uova al giorno, ma solo al mattino presto, e ho guarito la stipsi con i semi di lino». Fa proseliti animando capannelli di gente che sembra chiamata a partecipare a un casting congiunto di Carlo Verdone e dei fratelli Coen. Non è un paese per vecchi, ma con Panzironi lo diventerà.

Se vi siete chiesti, alla romana, se quest’uomo «ci è o ci fa», la risposta è sotto il fascio di luce che improvvisamente illumina il secondo anello in alto a sinistra: Panzironi non è un furbone che esercita abusivamente la professione medica, come ritiene l’ordine dei medici del Lazio. No, lui ci crede davvero. Per scendere dalle gradinate e arrivare sul palco, il profeta impiega 18 minuti netti. Scende le gradinate baciando e abbracciando donne, uomini, bambini, nonne, stampelle e quello che capita. In viso è trasfigurato, tocca e si fa toccare: un delirio di corpi in torsione, sudore, carezze a palmo aperto, occhiali appannati, braccia protese in segno di vittoria. La vittoria sulla lasagna. Manca solo il tuffo da concerto heavy metal. Qui abbiamo un Maestro che ha molto sofferto per il benessere psicofisico dei suoi credenti e ora chiede indietro un po’ di forza e calore.

Quando sale sul palco, giacca con lustrini, scarpe argento, pantaloni di due taglie più piccoli, è come se Michael Jackson fosse tornato a Neverland per fare il dietologo. Ma i dietologi, quelli veri, gli stanno antipatici: «Non dicono la verità, io li abolirei tutti». Eh, grazie, ti piace vincere facile. Poi parte la gogna in contumacia. Davanti alle colonne da finto teatro greco, ci sono due tavoli da convegno, con i segnaposto. Sono per dieci «personalità» che hanno criticato Adriano nostro. Si comincia con la Grillo, si prosegue con il presidente dell’Ordine dei medici e con quello dei giornalisti del Lazio, che lo ha sospeso per sei mesi.

Poi tocca a senatori e deputati che hanno parlato male di Life120, ai presidenti delle autorità Antitrust e delle Comunicazioni che lo hanno multato, al presidente dei diabetologi italiani, Francesco Purrello, che lo ha accusato di «fare promesse che mettono a rischio la vita dei malati». A tutti viene dedicato un breve filmato che li ridicolizza, poi si inquadra il loro posto sul palco lasciato vuoto e dalle gradinate parte la scarica ammaestrata di ululati e fischi. Molti nemici, molto fatturato. Qui dietro, al Colosseo quadrato, qualcuno non aveva capito niente.

Finita l’apologia, Panzironi impugna il microfono: «Noi ci limitiamo a informare le persone, ma l’ordine dei giornalisti attacca noi anziché il giornalista scientifico che porge il microfono in modo acritico al primario di turno». Ed ecco come il perseguitato Adriano si difende dall’accusa di non essere un medico: «Ci sono giornalisti che parlano di mafia e non sono mai stati mafiosi, che scrivono di calcio e non hanno mai dato un calcio al pallone». Lui però, con la stessa logica, pretende addirittura di allenare la Nazionale.

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Francesco Bonazzi