Pakistano ottiene asilo in Italia perché gay ma molesta due bambine
ANSA/FRANCO CAUTILLO
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Pakistano ottiene asilo in Italia perché gay ma molesta due bambine

L'assurda vicenda della violenza ai danni di due bambine, di 11 e 13 anni, avvenuta a Viterbo e di un Tribunale forse troppo "di parte"

La vicenda di cronaca di Viterbo è tanto orribile quanto facile da raccontare: un pakistano ha avvicinato lo stesso giorno, in momenti diversi, due bambine di 11 e 13 anni fuori da scuola, fingendo di chiedere aiuto ed indicazioni stradali e poi, al primo luogo appartato le ha molestate.

Le ragazzine hanno però denunciato tutto e riconosicuto il loro aguzzino che è stato arrestato. Questa la cronaca. E', scavando nella vita del molestatore, che si scopre l'assurdo.

L'uomo, infatti, era regolarmente in Italia dal 2017 grazie ad un permesso di soggiorno ottenuto come richiedente asilo; aveva dichiarato di "essere omosessuale" e per questo aveva ottenuto il tanto ambito documento. Ripetiamo: per avere asilo ha detto di essere gay e perseguitato nel suo paese, poi però eccolo mettere le mani addosso, a delle bambine.

Non è la prima volta che cronaca e politica rirportano in auge il famoso trucchetto dell'omosessualità utilizzato da diversi extracomunitari per poter restare nel nostro paese. La cosa infatti sembra impietosire e convincre diversi giudici, soprattutto qualcuno.

Al Tribunale di Firenze, dove il pakistano molestatore ha ottenuto il documento, sembra che in quei mesi l'ok all'asilo sia stato dato all'87,5% dei richiedenti. Dal Viminale fanno sapere che è il tribunale in cui, ad agosto 2017, è stata istituita la sezione specializzata sull’immigrazione presieduta da un giudice (donna) relatrice della sentenza che ha escluso il Viminale dal giudizio sull’iscrizione anagrafica di un immigrato. Un magistrato che sembra avere molto a cuore la questione di migranti: pare infatti abbia partecipato a dibattiti con le Ong, presentato un libro contro i respingimenti e i porti chiusi e in un dibattito sul tema “Migranti alla frontiera dei diritti. Una questione storica - giuridica - culturale” dell’8 aprile 2019 avrebbe sostenuto che “nessuno è clandestino sulla terra”.
La commissione territoriale - continuano dal Viminale - aveva respinto la richiesta di asilo del pakistano, ma l’immigrato aveva fatto ricorso. Tenuto conto della gravità dei fatti, grazie al Decreto Sicurezza, verrà richiesta alla Commissione Nazionale la revoca del permesso che comunque scade il 24 luglio 2019. Fatte salve le esigenze cautelari, il pakistano potrà essere espulso.

Inutile dire che le due bambine, i loro familiari, meriterebbero delle scuse da parti di chi ha dato il permesso d'asilo in Italia ad un (finto) gay, in realtà etero e molestatore di ragazzine.

Inutile dire che il paese si meriterebbe giudici e tribunali equi, non di parte. 

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