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Omicidio Loris, i carabinieri tutta la notte in carcere da Veronica

Gli uomini del Ros sono usciti questa mattina all'alba: 11 ore con la donna per analizzare tablet del bambino, computer, email. La mamma ha collaborato e ribadito la sua innocenza

I carabinieri del Ros sono andati in carcere da Veronica Panarello ieri pomeriggio e sono usciti alle prime luci dell’alba di questa mattina. Gli uomini del reparto operativo speciale dell’Arma sono arrivati alla casa circondariale di Agrigento intorno all’ora di pranzo di martedì 17 marzo. Nelle loro mani, il tablet di Loris e il computer di famiglia di casa Stival. Hanno fatto chiamare Veronica, che ha preteso la presenza del suo avvocato. Francesco Villardita è stato raggiunto al telefono alle 13,50 mentre si trovava all’uscita del tribunale di Catania. Ha preso la macchina ed è partito di corsa per Agrigento.


Tecnicamente si chiama perquisizione informatica quella che si è svolta durante la notte. È cominciata alle 4 del pomeriggio ed è terminata alle 3 del mattino: 11 ore di incontro, durante le quali sono state passate al setaccio, oltre al contenuto del tablet di Loris, le email di Veronica Panarello e di Davide Stival, i contatti, i profili facebook, i novanta amici virtuali di Veronica, profili vecchi, gli scambi di messaggi. Veronica Panarello ha collaborato e facilitato il lavoro degli investigatori, che sono riusciti ad accorciare i tempi grazie al supporto, ai suggerimenti e alle password fornite dalla donna.

Non si trovava la chiave di accesso al tablet di Loris, Veronica ha suggerito la sua data di nascita, i carabinieri hanno digitato i numeri 18-06-2006, ma non ha funzionato. Allora Veronica ha consigliato di togliere lo zero davanti al 6 del mese, sicuramente un percorso più semplice per un bambino di 8 anni. L’operazione è andata a buon fine e gli uomini del Ros hanno potuto visionare il contenuto del tablet del bambino: foto delle feste di compleanno, immagini del cane e del gatto.

Per tutto il tempo Veronica ha fornito il suo prezioso aiuto, è stata di supporto ed estremamente collaborativa, ma non ha mai smesso di ribadire la sua innocenza. Ha pianto, si è disperata quando ha visto le foto di Loris, trascinando nel vortice di commozione il suo avvocato Francesco Villardita, che ha preso il fazzoletto per asciugarsi le lacrime, e gli stessi uomini dell’Arma, visibilmente toccati dalle parole della donna. Veronica ha pregato, implorato di non fermarsi a lei, di continuare a indagare su tutto e tutti, e di andare a cercare i veri assassini di suo figlio. “La mia via è finita” ha ripetuto, “ mi hanno ammazzato un figlio e non mi fanno più vedere l’altro bambino”. Con un riferimento non tanto indiretto al marito Davide Stival, che le ha scritto una lettera il cui contenuto lei lo ha visto prima in televisione.

La corona a forma di cuore con fiori che compongono la scritta 'Loris', accompagnata da un nastro bianco con la scritta 'la mamma Veronica'', sul sagrato della chiesa di San Giovanni Battista a Santa Croce Camerina dove si svolgono i funerali di Loris, 18 dicembre 2014. ANSA/ CIRO FUSCO

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Carmelo Abbate