Divorzio con figli minori: cosa potrebbe cambiare con il ddl Pillon
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Nuovo divorzio: davvero la vita dei minori cambierebbe in meglio?

La complicata esistenza dei figli di genitori separati a breve potrebbe subire drastiche modifiche

Essere figli di genitori divorziati non è una passeggiata. Al netto di vivere in prima persona e in età tanto immatura il trauma della fine di un amore, tra vacanze separate, feste spartite come fossero biglie sulla spiaggia e valige sempre pronte per il week-end bambini e adolescenti, nella stragrande maggioranza dei casi, vengono trasformati in palline da ping pong che rimbalzano tra una casa e l'altra.

Secondo il senatore leghista Simone Pillon la strategia giusta per tutelare gli interessi dei minori sarebbe quella di ristabilire il principio della "bigenitorialità perfetta".

Il ddl Pillon

Sarebbe questo il principio alla base del ddl 735 che ha cominciato il suo iter legislativo in commissione giustizia al Senato. Si tratta di una norma che prevede importanti novità in fatto di divorzio tra un uomo e una donna con figli minori a carico.

Secondo Pillon, infatti, l'affido condiviso in vigore dal 2006 avrebbe ridotto la figura del padre a "Genitore della domenica" o "Papà bancomat" e la strada migliore per ridare autorità e dignità parentale all'uomo di casa, secondo Pillon, è quella di far sì che il figlio passi il 50% del suo tempo con lui e il 50% con la madre.

Il minore, in questo modo, avrebbe diritto a un doppio domicilio (cui si suppone faccia seguito una doppia cameretta, un doppio armadio, doppi libri, giocattoli, etc) affinché sappia di avere due genitori parimenti coinvolti nella sua crescita.

Addio all'assegno di mantenimento

Come "corollario" a questa rivoluzione copernicana del concetto stesso di "crescita sana ed equilibrata" ci sarebbe la cancellazione dell'assegno di mantenimento a favore del genitore affidatario.

Non che il padre possa lavarsene le mani, anzi. L'idea è che nell'esistenza bipolare del ragazzino diviso fifty-fifty tra mamma e papà il padre, quando il minore è con lui, si occupi in toto delle sue necessità e così faccia la madre quando il bimbo è tra le sue braccia.

L'equazione di Pillon determinerebbe "Un rapporto equilibrato e continuativo con entrambe le figure genitoriali".

Il mediatore famigliare

In questo idillio temporale equamente condiviso farebbe la sua comparsa anche il Don Abbondio della situazione con l'introduzione obbligatoria della figura del mediatore famigliare come garante della nuova "serenità" della famiglia.

Ora la questione su cui le associazioni di genitori, i pedagoghi e gli assistenti sociali s'interrogano è questa: una tale schizofrenia spazio-temporale è davvero quello che serve a un minore perché acquisti certezze e quella stabilità di cui ha ontologico bisogno?

Non si tratta piuttosto della messinscena artificiosa di un equilibrio che è andato rompendosi con il divorzio? E' davvero un atto di generosità verso il minore o piuttosto di egoismo da parte di genitori che non sanno e non vogliono fare un passo indietro negli interessi del proprio figlio? Svegliarsi un giorno a casa di uno e un giorno a casa dell'altro è sano?

Dubbi e perplessità

Pillon, nel commentare il disegno di legge che porta il suo nome ha detto: "Finalmente si disinnesca il principio dell'assegno che provoca molti litigi. Il mantenimento non sarà fifty-fifty: il genitore che guadagnerà di più contribuirà di più, ma saprà che ogni euro sarà speso per il figlio e non per l'ex coniuge. Qua non si fanno né gli interessi della madre né quelli del padre".

Forza Italia, fortemente contraria alla proposta governativa, ha presentato un contro ddl che punta a migliorare quello che la senatrice Alessandra Gallone che ne è prima firmataria ha definito "Un obbrobrio giuridico".

L'avvocato esperto di diritto della famiglia Cesare Rimini ha parlato di "Autentica follia, ogni caso è diverso dall’altro e non si può usare una schedina precompilata".

Mentre la psicoterapeuta Maddalena Cialdella ha tuonato: "Il ddl ci porta indietro di decenni!"

In piazza contro il ddl 735

A Roma per il prossimo 10 novembre è già prevista una manifestazione nazionale di protesta promossa da diverse associazioni femministe e contro la violenza di genere e su Change.org è già partita la raccolta di firme per chiedere di bloccare il percorso del ddl.

La vice presidente della Camera Mara Carfagna ha infine commentato: "Mi auguro che la legge tenga conto del fatto che oggi in Italia solo una donna su due lavora, che in alcune aree del Mezzogiorno questa percentuale è ancora più bassa e che molte perdono il lavoro proprio quando nasce il primo figlio.

La bigenitorialità perfetta prevista dalla proposta di legge della maggioranza potrebbe dunque trasformarsi in una morsa per migliaia di madri già in difficoltà e ripercuotersi inevitabilmente sulla vita dei figli". 

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Barbara Massaro