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'Ndrangheta, la cosca Arena: chi è e cosa controllava

Clan storico attivo nelle province di Catanzaro e Crotone, secondo le indagini aveva le mani sul centro di accoglienza di Isola Capo Rizzuto

La gestione dei migranti toccata dalle mani sporche della 'ndrangheta. Uno dei centri di accoglienza più grandi d'Europa, il Cara di Isola Capo Rizzuto, era controllato dalla cosca Arena, secondo le indagini che hanno portato al fermo di 68 persone. Tra queste anche il parroco del paese crotonese.

Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza, su disposizione della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, ha assestato un blitz. Gli indagati sono accusati di associazione mafiosa, estorsione, porto e detenzione illegale di armi, intestazione fittizia di beni, malversazione ai danni dello Stato, truffa aggravata, frode in pubbliche forniture e altri reati di natura fiscale, tutti aggravati da modalità mafiose. 


Chi è la cosca Arena

Gli Arena sono una 'ndrina, ovvero una cosca malavitosa della 'ndrangheta. Clan storico e potentissimo, è al centro di articolati traffici illeciti nelle province di Catanzaro e Crotone. Il suo boss Fabrizio Arena è stato arrestato nel 2010 dopo un anno di latitanza.

Da decenni al centro delle vicende criminali nel crotonese, la cosca Arena di Isola Capo Rizzuto aveva imposto la sua assillante presenza anche sull'area ionica della provincia di Catanzaro con estorsioni a tappeto ai danni di esercizi commerciali e imprese anche impegnate nella realizzazione di opere pubbliche.

Secondo l'indagine denominata "Jonny", gli Arena agivano nella zona direttamente attraverso i propri affiliati, oppure tramite fiduciari nominati responsabili della conduzione delle attività delittuose o anche attraverso la messa "sotto tutela" di cosche alleate.


Cosa controllava la cosca Arena

Oltre alle tradizionali dinamiche criminali legate alle estorsioni, esercitate in maniera capillare sul territorio catanzarese e crotonese, la cosca Arena coltivava ingenti interessi nel mondo del gioco e delle scommesse
Ma, soprattutto, da oltre un decennio controllava a fini di lucro la gestione del Centro di accoglienza per migranti di Isola Capo Rizzuto (Crotone).

Tramite Leonardo Sacco, governatore della Misericordia di Isola Capo Rizzuto, che gestisce il Cara di Isola Capo Rizzuto, la cosca sarebbe riuscita ad aggiudicarsi gli appalti indetti dalla Prefettura di Crotone per le forniture dei servizi di ristorazione al centro di accoglienza di Isola Capo Rizzuto e di Lampedusa. Gli appalti venivano affidati a imprese appositamente costituite dagli Arena e da altre famiglie di 'ndrangheta per spartirsi i fondi destinati all'accoglienza dei migranti.

Tra i fermati ci sono lo stesso Sacco e il parroco di Isola Capo Rizzuto, don Edoardo Scordio.

"Il Centro di accoglienza e la Misericordia di Isola Capo Rizzuto erano il bancomat della mafia". Il comandante del Ros Giuseppe Governale

Secondo gli inquirenti, dal 2006 al 2015 le imprese riconducibili alla cosca Arena avrebbero avuto accesso a 103 milioni di euro per la gestione del Cara di Isola di Capo Rizzuto, dei quali almeno 36 milioni utilizzati per finalità diverse da quelle previste (cioè assicurare il vitto ai migranti ospiti nel centro). I soldi sarebbero invece stati riversati in parte nella cosiddetta "bacinella" dell'organizzazione, per le esigenze di mantenimento degli affiliati, in parte sarebbero stati usati per l'acquisto di beni immobili, partecipazioni societarie e altre forme di investimento. 

"Il Centro di accoglienza e la Misericordia di Isola Capo Rizzuto erano il bancomat della mafia", ha detto il comandante del Ros Giuseppe Governale.

Le somme per gli Arena veninano acquisite con ripetuti prelievi in contante dal conto della Misericordia e delle società riconducibili agli indagati oppure con l'erogazione di ingenti somme a fini di prestito o tramite pagamenti di forniture inesistenti, false fatturazioni, acquisto di beni immobili per immotivate finalità aziendali.

Don Scordio, sacerdote della Chiesa di Maria Assunta, avrebbe ricevuto indebitamente a titolo di prestito-contributo e pagamento di note di debito ben 132mila euro solo nell'anno 2007, per servizi di assistenza spirituale presso i profughi. 

Cos'è il Cara di Isola Capo Rizzuto
Il Centro di accoglienza richiedenti asilo (Cara) di Isola Capo Rizzuto è uno dei più grandi d'Europa. Attivo dal 1999, accoglie i richiedenti asilo, rifornendoli di vestiti, cibo e alloggio, in attesa che venga definito il loro status giuridico. 

"Il Cara di Isola Capo Rizzuto era diventato una miniera di denaro per la cosca che, grazie alla complicità del responsabile dell'ente che gestiva il centro, già vicepresidente delle Misericordie, controllava appalti e forniture dirottando nelle casse della famiglia i fondi comunitari destinati ai profughi", dice la presidente della commissione Antimafia Rosy Bindi. "L'imponente operazione contro il clan Arena è un importante risultato nella lotta contro la 'ndrangheta e le infiltrazioni mafiose nella gestione dei migranti". 

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Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

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