'Ndrangheta: chi gestisce i beni confiscati ai boss
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'Ndrangheta: chi gestisce i beni confiscati ai boss

Bar, ristoranti, agriturismi. Da Reggio Calabria a Gioisa Jonica, da Polistena a Lamezia Terme ecco come sono stati trasformati i beni milionari dei capi 'ndrina

La giustizia non si ferma

La Giustizia non si ferma. E questa mattina la Dia di Reggio Calabria ha confiscato beni per 5 milioni di euro che appartenevano a Rocco Antonio Gioffrè, morto nell’ospedale di Messina nel 2011. Gioffrè era il capo dell'omonima cosca di 'ndrangheta di Seminara e fu arrestato nell'ambito delle operazioni 'Topa' e 'Artemisia', effettuate, rispettivamente, nel novembre del 2007 e nell'aprile del 2009. I beni sequestrati questa mattina consistono in 34 uliveti, 5 fabbricati, un frantoio, una ditta individuale e 58mila euro in titoli, frutto di aiuti comunitari. A proporre la confisca al Tribunale era stata la Dda di Reggio Calabria

Cooperativa sociale "Rom 95"

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Dopo una maxi operazione, viene arrestato a Reggio Calabria, il boss Paolo Aquilino. I suoi beni vengono prima sequestrati e poi confiscati. Viene confiscato anche un fabbricato di oltre 900 metri quadrati con un area di pertinenza esterna di  circa 650  mq. Questo bene viene assegnato alla Cooperativa Sociale "Rom 95" che si occupa, da anni, dell’inserimento lavorativo di soggetti appartenenti alla comunità Rom di Reggio Calabria.  La loro principale attività è la gestione dei rifiuti differenziati e in particolare di un’isola ecologica. 

L'Associazione Onlus "Don Milani"

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Associazione di volontariato Onlus "Don Milani" ha trasferito la propria sede nella villa del boss Rocco Schirripa a Gioiosa Jonica. Si tratta di un appartamento di 200 mq circa con un seminterrato non rifinito di 180 mq circa e un giardino annesso di 650 mq circa. Le attività che l'associazione svolge all'interno del bene sono moltissime.

Nei mesi invernali la struttura è animata con attività destinate ai bambini (studio e laboratori) e più in generale mirate al coinvolgimento dei giovani del territorio, aiutandoli nel loro percorso di crescita e di conoscenza.

Nei mesi estivi, invece, l’attività prevalente è quella del bene confiscato quale punto di riferimento e luogo di accoglienza per tutti quei gruppi di giovani che, dall'Italia e dal mondo, vogliono fare un’esperienza di formazione sui temi della legalità e della cittadinanza attiva.

Cooperativa Sociale "Terre Joniche-Libera Terra"

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Cooperativa Sociale "Terre Joniche-Libera Terra" coltiva i terreni confiscati al boss Nicola Arena nel 1998 e nel 2007 a Isola di Capo Rizzuto. Sono circa 100 ha di terreni agricoli con 3 immobili: un antico casolare; una villa allo stato rustico; un capannone.

La cooperativa coltiva prodotti di agricoltura biologica ma gestisce anche attività di turismo sociale, inserimento lavorativo di persone svantaggiate. Inoltre, è attiva nella promozione dei temi della legalità, giustizia sociale e sviluppo sostenibile.

"Comunità Progetto Sud"

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E’ l’Associazione di promozione sociale "Comunità Progetto Sud" a gestire parte dei beni confiscati al boss Giovanni Torcasio a Lamezia Terme. Quando è stata affidata all’associazione nel 2002, la struttura era composta da quattro piani fuori terra, ciascuno di circa 200 mq, realizzato in struttura in cemento armato ma non aveva rifiniture. Anche l’intonaco esterno non era colorato. Tutte le stanze, corridoi e vani scale erano danneggiati, con fili strappati dalle tracce. Il secondo piano era composto di due appartamenti, con balconi, ed era completato ma aveva ingenti danni al circuito elettrico, idrico e del riscaldamento.
Il terzo piano era composto di due appartamenti, con balconi ma non era completo di porte, di impianti idrico elettrici e di riscaldamento. Nel quarto piano non era completato.

Oggi, la struttura, nel suo insieme, è stata chiamata “Pensieri & Parole”. È completamente rifinita e utilizzabile in tutte le sue parti, e i quattro piani ora sono collegati anche da un ascensore capiente per le persone in carrozzina a rotelle. È stata completata anche all’esterno con tinteggiatura, tamponamento porta nel cortile in comune coi vecchi proprietari ai quali lo stabile è stato confiscato, rifiniture manto spiazzo sul lato strada, e sui tetti sono stati installati i pannelli solari. Al Primo piano vengono svolte attività dalla FISH Calabria e dallo Sportello Informativo Handicap. Vi è inoltre la sede regionale del Forum del Terzo Settore della Calabria. Al secondo piano i due appartamenti sono stati accreditati dalla Regione Calabria per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati. Il servizio di accoglienza, gestito dalla Comunità Progetto Sud, è operativo e si chiama "Luna Rossa”.
Al terzo piano c’è a Casa Famiglia “Dopo di noi”. Al quarto operano diversi enti: Banca Popolare Etica, la Cooperativa “Le Agricole”, l’associazione di volontariato “R-Evolution Legalità”, la sede regionale di “Slow food Calabria”, l’ente internazionale “Disabled People’s International”

Parrocchia Santa Marina Vergine di Polistena

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Parrocchia Santa Marina Vergine di Polistena gestisce un palazzo di 4 piani confiscato al boss Biagio Versace. Al piano terra la parrocchia ha sviluppato varie attività commerciali tra cui un bar e un ristorante.

Sugli altri piani, invece, ha creato un Centro di aggregazione giovanile, sportello di accoglienza e ascolto, laboratori per la formazione, centro multiculturale con spazio di comunicazione, dotato di web-radio tv con sale per workshop, Poliambulatorio di Emergency, Bottega bio-etica, ristorante biologico sociale e persino un ostello per la gioventù.

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Nadia Francalacci