'Tornerò sulla nave, un anno dopo'
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'Tornerò sulla nave, un anno dopo'

Un naufrago della Costa Concordia ci racconta il suo stato d'animo a pochi giorni da un nuovo imbarco

“Tremava. Quella sera tremava tutta la nave”. Silvio Luciani, professione curatore d’immagine, originario di Lanciano, provincia di Chieti, continua a ripetere a distanza di un anno che quella notte, durante la navigazione, la Costa Concordia vibrava moltissimo, molto di più rispetto alle altre navi da crociera sulle quali era salito.

“È il mio ricordo di quella sera, un ricordo vivo e nitido come se fosse avvenuto adesso - racconta Silvio – la nave vibrava troppo e l’ho detto subito anche a degli amici che mi hanno telefonato appena salpato dal porto di Civitavecchia”.

Silvio Luciani, il 13 gennaio 2012 era salito a bordo della Costa Concordia, solamente poche ore prima del naufragio, nell’ultimo porto di scalo: Civitavecchia. Aveva avuto il tempo di fare una prima riunione con i colleghi di lavoro e di prendere un aperitivo: “Durante il primo meeting con i protagonisti del reality che dovevamo ambientare sulla nave, - continua- più volte siamo sobbalzati come se ci fosse il mare agitato. Ed invece affacciandoci ci siamo resi conto che era calmissimo. Ma le vibrazioni, il tremolio della nave, non ha mai accennato a calmarsi neanche all’ora di cena. Quando ci siamo seduti al ristorante alcuni di noi avevano il mal di stomaco e avevano difficoltà a buttare giù il boccone".

La presenza mai chiarita dei due ingegneri del Registro Navale Italiano all'interno della sede della società di gestione, pochi minuti dopo la tragedia, può essere collegata a questo problema?

È trascorso un anno dalla tragedia e Silvio, il prossimo 25 gennaio, salirà nuovamente, per motivi di lavoro, su una nave della Costa Crociere: la Costa Pacifica. Il viaggio sarà identico come tempi e percorrenza a quella che avrebbe dovuto fare con la Concordia e persino il porto di partenza e l’ora sono le stesse.

Queste coincidenze a distanza di un anno e 10 giorni dal naufragio, le mettono ansia?
Un po’ ma io sono una persona positiva e cerco di non pensarci troppo  

Domenica scorsa è stata la giornata dell’anniversario del naufragio, come l’ha vissuta?
Davanti alla tv. Mi sono guardato tutte le trasmissioni televisive, tutti i telegiornali. Ho visto le cerimonie all’isola del Giglio e anche l’intervista del comandante Francesco Schettino

Che sensazione ha provato nel sentirlo parlare?
Sono sempre più convinto che non siano solo sue le responsabilità di quanto è accaduto quella notte. E non mi riferisco solamente agli ufficiali in plancia. Ci sono ancora tanti dubbi e non mi sorprenderebbe che emergessero altre responsabilità per eventuali avarie a bordo.. Secondo me c’è altro che si cerca di coprire. Un anno di indagini, e la verità non è ancora emersa del tutto. I primi dubbi sul funzionamento corretto della nave li ho avuti quando sono stato contattato dagli avvocati americani pochi giorni dopo il naufragio per aderire alla loro class action

Dopo il naufragio ha avuto bisogno dello psicologo per superare il trauma? Che tipo di conseguenze ha avuto?
Non ho avuto bisogno di specialisti. La mia grande fortuna è il mio carattere solare e positivo e il fatto di aver parlato, subito dopo la tragedia, di quanto era accaduto con amici, famigliari e giornalisti. Questo è stato importantissimo per elaborare il trauma. Certo, è che dopo un mese, ho smesso di dormire. Non facevo incubi o comunque sogni angoscianti ma mi svegliavo di soprassalto e rimanevo con gli occhi sbarrati al soffitto senza più riaddormentarmi. Questo disturbo è durato per circa un mese

E’ mai tornato al Giglio? Ha mai avuto il desiderio di rivedere la Costa Concordia?
Non ho mai pensato di tornare sull’isola durante quest’anno anche se domenica scorsa avrei voluto tanto partecipare alle manifestazioni.

Silvio Luciani, però, davanti al Giglio ci passerà nuovamente tra pochi giorni e dalla Costa Pacifica potrà vedere, in tutta la sua interezza, quel che è rimasto della lussuosa nave che il 13 gennaio scorso gli ha cambiato la vita.
     

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Nadia Francalacci