morti sul lavoro
(Ansa)
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La guerra delle morti sul lavoro

Gli ultimi casi di cronaca hanno riportato alla luce una tragedia quotidiana, apparentemente inarrestabile

Continua a crescere il numero delle persone morte sul lavoro ricordate anche da Mario Draghi alla Camera. Ad accendere però il dibattito è stata la morte dell'operaia 22enne di Prato Luana D'Orazio avvenuta qualche settimana fa. La ragazza è stata risucchiata da un orditoio dell'industria tessile dove lavorava come apprendista. Una morte che ha scosso l'opinione pubblica e il mondo politico per la giovane età della ragazza che aveva un bambino piccolo. Luana è solo uno dei tanti nomi di lavoratori che hanno perso la vita in questi anni. Gli ultimi due casi ci sono stati nella giornata di ieri dove un contadino di Matera di 49 anni e un operaio di 51 del piacentino hanno perso la vita.

Un quadro allarmante confermato dai dati Inail che nel primo trimestre del 2021 ha segnalato che ogni giorno due persone muoiono mentre stanno lavorando.

I dati

Secondo i dati dell'Inail le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all'Istituto nel 2020 sono 1.270 casi dove si registra un incremento eccezionale (+16,6%) rispetto alle 1.089 del 2019 (181 casi in più) dovuto soprattutto ai decessi avvenuti nel 2020 a causa dell'infezione da Covid-19 in ambito lavorativo, circa un terzo di quelli denunciati all'Inail nello stesso anno.

L'incremento ha riguardato la gestione Industria e servizi (da 921 a 1.106 denunce) e il conto Stato (da 17 a 51), mentre l'Agricoltura ha registrato 38 casi in meno (da 151 a 113).

Al 31 dicembre risultano 13 incidenti plurimi avvenuti nel 2020, per un totale di 27 decessi: il primo in gennaio costato la vita a due lavoratori vittime di un incidente stradale a Grosseto, il secondo in febbraio con due macchinisti morti nel deragliamento ferroviario avvenuto in provincia di Lodi, il terzo in marzo con due vittime in un incidente stradale in provincia di Torino, il quarto e il quinto in giugno, uno su strada con due vittime in provincia di Bologna e l'altro con due operai travolti dal crollo di un muro a Napoli, il sesto e il settimo in luglio, con due operai caduti da un ponteggio in un cantiere edile di Roma e altre due vittime in un incidente stradale a Bologna, l'ottavo in settembre con i due fratelli morti a causa delle esalazioni all'interno di un silos in provincia di Cuneo, il nono e il decimo a ottobre con due operai schiacciati da un escavatore in provincia di Imperia e altre due vittime in un incidente stradale sempre in provincia di Cuneo. A novembre altri due incidenti plurimi, due operai folgorati in provincia di Vibo Valentia e due vittime in un incidente stradale a Foggia. A dicembre l'ultimo incidente con tre operai morti per una esplosione avvenuta all'interno di una fabbrica di fuochi d'artificio a Chieti. Nel 2019, invece, gli incidenti plurimi avvenuti tra gennaio e dicembre erano stati 19, con 44 casi mortali denunciati (30 dei quali stradali). Nel primo trimestre del 2021 le vittime sul lavoro invece sono state 185 registrando un aumento di 19 lavoratori in più rispetto ai 166 registrati nel primo trimestre del 2020 (+11,4%).

A cosa é dovuto l'incremento delle morti sul lavoro registrato nel 2020?

L'incremento è dovuto principalmente al riconoscimento della piena tutela dell'Inail per i casi accertati di infezione in ambito lavorativo da Covid19 che ha alterato l'andamento infortunistico nel complesso- ci spiega Franco Bettoni Presidente dell'Inail-

Dall'inizio della pandemia al 31 marzo 2021 le denunce di infortunio sul lavoro da Covid-19 con esito mortale sono state 551, concentrati soprattutto nel trimestre marzo-maggio 2020 (62,8%). Un terzo delle morti ha riguardato il personale sanitario e socio-assistenziale, categoria di lavoratori maggiormente esposta al rischio di contagio.

Il totale degli incidenti mortali denunciati nel 2020, è stato di1.270 casi, con un aumento di 181 casi rispetto ai 1.089 registrati nel 2019 (+16,6%).

Come mai nel primo trimestre 2021 c'è una sostanziale crescita dei decessi dovuti ad incidenti sul lavoro?

I decessi sono aumentati per due motivi: graduale ripresa delle attività lavorative e a causa del Covid-19 che non si è arrestato nel 2020, ma ha continuato a mietere vittime anche nel 2021 rispetto ad un primo trimestre 2020 in cui i decessi per Covid ancora non erano entrati nei nostri archivi perché eravamo all'inizio della pandemia.

Sono aumentati solo gli infortuni con esito mortale avvenuti in occasione di lavoro (di 40 unità), mentre gli itinere sono diminuiti (di 21 unità). Il settore con più decessi è quello delle costruzioni (9 in più) e del commercio (5 in più).

Quali norme non vengono rispettate dai datori di lavoro?

Il problema non è tanto quello di individuare la tipologia di inadempienze e/o violazioni quando quello di modificare il punto di vista.

Il messaggio che deve essere veicolato al sistema produttivo e a tutta la società civile è che la sicurezza non va intesa come costo ma come investimento; costituisce fattore di successo per le imprese in termini di competitività e produttività e per i lavoratori si traduce nella tutela delle condizioni di salute e in benessere organizzativo.

La tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro è garantita da un sistema complesso e articolato di disposizioni che sono contenute per la maggior parte nel decreto n. 81/2008.

L'Inail non ha contezza diretta delle violazioni in quanto le proprie funzioni di controllo riguardano la "vigilanza assicurativa". Tuttavia promuove – con impegno e con interventi concreti - la diffusione dei valori e della cultura della sicurezza attraverso le sue competenze in materia di prevenzione (informazione, formazione, assistenza e sostegno economico per gli investimenti in sicurezza) e di ricerca.

Il lavoro nero è una delle cause delle morti sul lavoro?

Il lavoro nero si può considerare una delle cause delle morti sul lavoro in quanto l'attività lavorativa viene svolta in assenza di un regolare rapporto di lavoro, in condizioni di assoluta precarietà e di conseguenza senza alcuna tutela a partire da quella antinfortunistica.

In ogni caso, anche quando questi lavoratori "invisibili" rimangono, come purtroppo e spesso accade, vittima di gravi infortuni o si ammalano a causa del lavoro, l'Inail in virtù del principio dell'automaticità delle prestazioni, fornisce loro assistenza economica e sanitaria.

L'impegno dell'Istituto per combattere la piaga del lavoro nero si realizza, in particolare, mediante la funzione ispettiva attraverso azioni incentrate sulla tutela della legalità che, oltre ad assicurare le entrate per premi e contributi, mirano a garantire lavoro regolare, leale concorrenza nel mercato del lavoro, salvaguardia per i lavoratori sfruttati e sottopagati.

Sono fermamente convinto che il sostegno alle aziende sane – in questa difficile congiuntura socio-economica - potrà contribuire concretamente alla ripresa del mondo produttivo e rispondere ai bisogni della società civile.

Cosa ne pensa di Luana la giovane operaia tessile rimasto uccisa da un macchinario?

Una dramma che non si commenta. La dinamica ancora non è chiara ma lascia tanta amarezza. Dobbiamo fare di più e agire concretamente. Inail è anche un ente di ricerca e crede fortemente nell'importanza della sicurezza applicata alle attrezzature di lavoro e di un approccio basato sullo sviluppo del concetto della "prevenzione attraverso la progettazione", ovvero di un coinvolgimento diretto e precoce della ricerca su salute e sicurezza dei lavoratori fin dalla fase di progettazione di nuove tecnologie o processi di lavoro.

Bisogna rafforzare le attività di ricerca, sfruttare le potenzialità della robotica, le nuove tecnologie e dispositivi di protezioneall'avanguardia per incentivare la prevenzione coinvolgendo tutti gli attori.

Ci deve essere una maggiore consapevolezza dei rischi lavorativi.

Inail attraverso i finanziamenti a fondo perduto destinati alle aziende che investono in sicurezza consente anche la sostituzione di vecchi macchinari.

L'Inail come sta affrontando questo problema?

Inail a seguito di incidenti sul lavoro attiva ovviamente il sistema di tutela previsto, anche per i superstiti delle vittime del lavoro.

Per combattere la piaga degli infortuni e delle malattie professionali promuove da molti anni la cultura della prevenzione, rafforzando sempre di più l'informazione, la formazione, la ricerca e gli interventi a sostegno delle imprese.

Come dicevo, prevede stanziamenti a fondo perduto per le aziende che realizzano progetti di incremento degli standard di prevenzione.

Risorse economiche sono anche destinate alla realizzazione di campagne nazionali che consentano la diffusione delle informazioni tra gli attori del sistema di prevenzione (4 milioni di euro) e circa 14 milioni di euro saranno destinati per il finanziamento di interventi formativi rivolto non solo ai Rappresentanti dei Lavoratori per la sicurezza e ai Responsabili dei Servizi di Prevenzione e protezione, ma anche ai lavoratori.

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Linda Di Benedetto