Milano, l'ombra della mafia alla Fiera e all'Expo: 11 arresti
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Milano, l'ombra della mafia alla Fiera e all'Expo: 11 arresti

Boccassini: "In Lombardia non solo n'drangheta, ma anche Cosa Nostra". Sala: "La forza delle infiltrazioni mafiose non può essere sottovalutata

Undici persone, tra cui un avvocato, sono state arrestate stamani nell'ambito di un'inchiesta della Dda di Milano con al centro reati tributari, riciclaggio e associazione per delinquere con l'aggravante della finalità mafiosa. Agli arrestati erano riconducibili alcune aziende a cui erano stati affidati appalti per l'Expo.

Al centro dell'inchiesta c'è il consorzio di cooperative Dominus Scarl specializzato nell'allestimento di stand, il quale ha lavorato per la Fiera di Milano dalla quale ha ricevuto in subappalto l'incarico di realizzare alcuni padiglioni per Expo tra cui quello della Francia e e Guinea equatoriale.

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15:00 - "Ma tu lo hai capito cosa ho fatto io con il denaro (...) ho comprato solo gli appartamenti di Buffa (...) prendo 100 mila euro contanti e glieli do e io pulisco 100 mila euro così papà". In questo modo in una telefonata intercettata del 21 aprile scorso, agli atti dell' inchiesta della Dda di Milano, Giuseppe Nastasi, il presunto capo dell'associazione per delinquere smantellata oggi con un blitz del Nucleo di polizia tributaria della Gdf, spiegava al padre Calogero (finito ai domiciliari) le sue presunte attività di riciclaggio.

In questa, come in molte altre telefonate, infatti, stando all'ordinanza di custodia cautelare, Nastasi "come di consueto, rende edotto il padre Nastasi Calogero delle sue attività, e in particolare spiega di aver 'ripulito' denaro contante per complessivi 130 mila euro mediante l'acquisto di immobili" del "cognato Buffa Francesco, che aveva appunto pagato in contanti".

14:40 - Allarmati dal pericolo di vedere sfumare la proroga del redditizio contratto tra il consorzio Dominus e Nonsolostand spa che garantiva lavori in subappalto alle manifestazioni fieristiche e a Expo, Giuseppe Nastasi, il titolare di fatto del consorzio e il suo socio e stretto collaboratore Liborio Pace, due tra gli arrestati nell'operazione di oggi della dda milanese, nel luglio del 2015 erano anche riusciti ad ottenere un incontro con il nuovo amministratore delegato di Fiera Milano spa, Corrado Peraboni.

Lo riporta il provvedimento con cui la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Milano ha commissariato la controllata del Gruppo Fiera. Come si legge nell'atto il 29 luglio 2015 Nastasi e Pace interrompono la vacanza estiva per fare rientro a Milano allo scopo di partecipare ad un importante incontro con il nuovo ad di Fiera Milano "per ottenere l'assicurazioni circa il prolungamento del contratto di collaborazione del Consorzio Dominus all'interno del polo fieristico meneghino". "Allora, se questo capiamo che non è... bene..se no Borù..la prendiamo nel c... tanto stamattina lo capiamo noi altri se... lo capiamo... vediamo che tempo è... C'e' da capire con Pilello che rapporto hanno". Dalla ricostruzione fatto l'incontro avviene grazie all'intercessione del commercialista Pietro Pilello e lascia soddisfatto Nastasi che la sera stessa al telefono dice "oggi mi è andata bene.. ho fatto l'appuntamento con... amministratore delegato (Fiera Milano)... e sicuramente ci proroga il contratto fino al 2022... sono contentissimo... siamo stati lì un paio di ore...

14:20 - La "famiglia mafiosa degli Accardo di Partanna", in provincia di Trapani, a cui sarebbe legato Giuseppe Nastasi, il presunto promotore dell'associazione per delinquere smantellata nel blitz di stamani contro le infiltrazioni mafiose in Lombardia, ha notevole "importanza" nel panorama dei clan anche per "la forte vicinanza con la famiglia di Castelvetrano Messina Denaro". Lo scrive il gip di Milano Maria Cristina Mannocci nell'ordinanza di custodia cautelare.

Il giudice, infatti, riporta una serie di intercettazioni per dimostrare "la profonda conoscenza della storia mafiosa" da parte di Nastasi, ma "anche il riconoscimento di un profondo rispetto verso" lo stesso clan Accardo, "tanto da sentirsi in dovere di portare un regalo ai figli di Accardo Nicola". In altri passaggi dell'ordinanza, tra l'altro, viene evidenziato il rapporto tra il superlatitante Matteo Messina Denaro e la famiglia Accardo.

13:40 - "Abbiamo già sequestrato circa 1 milione di euro in contanti, di cui 400mila trovati su un camion diretto in Sicilia e fermato a Napoli, 300mila nella disponibilità all'avvocato di Caltanissetta Danilo Tipo e altri 300 mila euro in contanti trovati in casa di Giuseppe Nastasi nell'ottobre scorso".

Lo hanno spiegato il procuratore aggiunto di Milano Ilda Boccassini e i pm Paolo Storari e Sara Ombra nel corso della conferenza stampa sul blitz antimafia di stamattina che ha portato ad 11 arresti. Il pm Storari ha spiegato anche che le indagini stanno approfondendo altri aspetti, come il fatto che "la struttura societaria di Nastasi ha costruito anche impianti fotovoltaici in Sardegna e Sicilia".

Boccassini, inoltre, ha chiarito che "una squadra della Gdf sta sentendo una serie di persone, tra cui alcuni operai che hanno creato dei 'doppi fondi' nei quali Nastasi teneva nascosti i contanti". Operai che, tra l'altro, ha aggiunto il magistrato, "stanno facendo ammissioni sul punto". Sempre Boccassini ha raccontato che quando all'avvocato Tipo è stato chiesto conto dei soldi trovati nella sua disponibilita', "lui ha risposto che erano 'il nero di un cliente'". Dall'inchiesta, poi, è emersa anche una fitta rete di conti esteri, dalla Slovenia al Liechtenstein passando per altri Paesi. Conti che sono stati sequestrati.

13:03 - La battaglia per la legalità non deve fermarsi mai, a tutela dei cittadini e delle istituzioni e sosteniamo ogni azione degli organi dello Stato in tal senso". Lo ha dichiarato il sindaco di Milano Giuseppe Sala, ex commissario di Expo. "Abbiamo lavorato e stiamo lavorando - ha aggiunto Sala - per proteggere Milano dalle infiltrazioni malavitose e dai rischi di corruzione. Risultati importanti sono stati ottenuti, ma la forza delle organizzazioni criminali non può essere sottovalutata nemmeno per un momento".

I legami con il clan dei Pietrapezia

Secondo le indagini coordinate dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini e dai pm Paolo Storari e Sara Ombra, le società del consorzio erano intestate a prestanomi di Giuseppe Nastasi il principale indagato, arrestato con il suo collaboratore Liborio Pace e l'avvocato del Foro di Caltanissetta, Danilo Tipo, ex presidente della Camera penale della città siciliana.

Le società coinvolte ricorrevano a una sistema di fatture false per creare fondi neri. Il denaro era poi riciclato in Sicilia dove gli indagati avevano legami con la famiglia di Cosa Nostra dei Pietraperzia.

Il Gico della Guardia di Finanza sta effettuando un sequestro preventivo per circa cinque milioni di euro.

I reati contestati a Nolostand

La Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano ha, inoltre, disposto l'amministrazione giudiziaria della Nolostand spa, società del gruppo Fiera Milano. La decisione è stata presa perché alcuni indagati nell'inchiesta hanno contatti con dirigenti e vertici della società.

L'utilizzo "di prestanome a capo del consorzio Dominus" ha consentito "agli indagati di aggirare sia i controlli istituzionali svolti dalla Dia e dalla Prefettura, che le procedure di internal audit, controlli e verifiche che, seppur formalmente attivate, non hanno evidenziato anomalie in ragione della mimetizzazione degli indagati all'interno del Consorzio". Lo scrive la Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano nel decreto con cui ha disposto l'amministrazione giudiziaria della Nolostand spa attraverso la quale gli arrestati nel blitz antimafia hanno ottenuto appalti dell'Expo.

Nel decreto si segnala che "i soggetti indagati (...) per reati di associazione di stampo mafioso e riciclaggio, hanno avuto, e hanno nell'attualità, contatti continuativi con dirigenti ed organi apicali di Nolostand" finalizzati "all'ottenimento o alla proroga di importanti commesse nel settore dell'allestimento di eventi espositivi/fieristici milanesi".

Cosa Nostra in Lombardia

"Non sono individuate responsabilità penali in capo a Ente Fiera o a Expo". La ha precisato il procuratore aggiunto di Milano Ilda Boccassini oggi nella conferenza stampa con cui è stata illustrata l'operazione.

"Garantiremo agli indagati un processo rapido e quindi si procederà con la richiesta di rito immediato e alla trascrizione in tempi brevi di tutte le intercettazioni che sono alla base dell'indagine", ha aggiunto la Bocassini. "Importante anche perché 'segnala' in Lombardia non "le infiltrazioni di 'ndrangheta, ma di Cosa Nostra", che ha poi evidenziato come Nastasi, titolare del consorzio di cooperative al centro dell'inchiesta, avesse "legami con cosche importanti come gli esponenti della famiglia Accardo".

Roberto Maroni: "Farò luce sulla vicenda"

"Ho appreso con grande preoccupazione questa notizia, voglio capire bene cosa è successo. Penso che questa indagine sia utile per fare luce su zone d'ombra che evidentemente non erano ancora state verificate nella gestione di Expo". Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, interpellato sull'inchiesta Expo. "Ho visto anche - ha aggiunto Maroni - che sarebbe coinvolta in qualche modo anche la Fiera. Mi attiverò per sentire i vertici di Fiera e capire se sanno qualcosa, nel rispetto ovviamente delle attività investigative. Per quanto mi riguarda, come azionista di Fiera, voglio capire cosa c'entra la Fiera e se in qualche modo non ha fatto i controlli che doveva fare"

"Sappiamo che ci sono infiltrazioni della mafia e della camorra e ci auguravamo che - ha continuato Maroni -, anche con l'intervento di Cantone, non succedessero queste cose". Ma "adesso bisogna accendere tutti i riflettori e tutti i fari", ha aggiunto il presidente lombardo.

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