Meglio disoccupato che guardia medica
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Meglio disoccupato che guardia medica

Lavoro pericoloso e sottopagato: ecco perché il concorso a Milano è stato un flop

Turni sfiancanti, paga misera, rischio continuo di aggressioni: meglio la disoccupazione che lavorare come guardia medica. Questo avranno pensato i medici di Milano che hanno deciso di disertare il concorso per 300 posti. A presentarsi sono stati solo in 99, alcuni stranieri.

A spiegare perché non è affatto sorprendente che in tempi di crisi come questo in tanti rinuncino a un impiego è la responsabile nazionale per la Continuità assistenziale dello SMI, il Sindacato medici italiani, Pina Onotri secondo la quale a rendere poco appetibile questo lavoro è la gravissima mancanza di tutele e sicurezza che lo caratterizza. “Siamo stati così bravi da condannare i nostri figli ad andare a lavorare nei call center mentre nel frattempo siamo costretti a importare medici dall'estero”.

Dott.ssa Onofri, nemmeno la prospettiva di un posto sicuro riesce ad attrarre i medici verso questo settore?

Ma quale posto sicuro! Soprattutto al Nord i medici di guardia hanno quasi tutti un contratto a tempo determinato e non potranno mai diventare titolari perché si sono laureati dopo il '94 e non hanno fatto il corso di formazione in medicina generale.

Perché no?

Perché si tratta di persone che hanno dai 30 anni in su, con famiglia, e che non possono permettersi di non lavorare per 3 anni. Esistono le borse di studio, certo, ma con 11mila euro lordi all'anno che ci fai?

Il Ministero della Salute stabilisce che il rapporto deve essere di 1 medico ogni 5mila abitanti. Qual è oggi la realtà?

Ci sono zone, come nel Lazio, dove si arriva al massimo al 50% di questo fabbisogno. A Milano siamo al di sotto del 70%. Questo si traduce in un vero e proprio massacro per i colleghi che lavorano ma anche per la stessa popolazione che non vede soddisfatte le proprie esigenze.

Dipende anche da questo il sovraffollamento dei pronto soccorso?

Sfatiamo questo mito: nessuno dei pazienti che ho in cura ha voglia di farsi 10 ore di fila al pronto soccorso, né di andare a morire, come spesso mi dicono loro, in ospedale. Grazie alla spending review, in posti come la Calabria, c'è chi, con un infarto in corso, è costretto a farsi pure 150 km prima di ricevere delle cure.

Si parla di turni massacranti: quanto lavora un medico di guardia?

I turni sono di 12 ore durante la settimana, dalle 20 alle 8, nel fine settimana si comincia alle 10 del sabato e si stacca alle 8 del lunedì mattina. Si può lavorare anche per 24 ore di seguito, ma se non arriva il cambio si va ad oltranza anche per 48 ore.

Ferie e malattia sono riconosciute?

No, se non lavoriamo non guadagniamo.

E quanto guadagnate?

La media nazionale è di 22,90 euro lorde l'ora, circa 16 euro nette, poco di più donna delle pulizie che lavora in nero. Alla fine del mese siamo sui 1500 euro, compresa la reperibilità pagata 27 euro lorde per 1 ora e mezza. Non tutte le regioni, però, hanno l'istituto della reperibilità, quindi il medico, anche se sta male, va comunque in servizio. Posso citare casi di colleghe che hanno iniziato il turno dopo le sedute di chemio terapia.

Nonostante ciò il vostro non è considerato un lavoro usurante. Perché quello al pronto soccorso sì?

Questa è una vera ingiustizia. Rispetto ai colleghi del pronto soccorso noi, benché lavoriamo di notte come loro, non accediamo a quei diritti previdenziali che ci consentirebbero di andare in pensione qualche anno prima solo perché non siamo dipendenti.

Le ultime aggressioni ad Ancona e Viterbo: fare il medico di guardia, oltre che stancante, è anche pericoloso?

Ci sono state colleghe violentate, altre uccise. Le dico solo che ci sono quartieri, per esempio San Basilio a Roma, dove anche la polizia ha problemi ad entrare di notte.

Come si fa allora a rendere attrattiva questa professione?

In un momento del genere non voglio parlare di soldi perché se bisogna stringere la cinghia è giusto che lo facciamo tutti. Però vorrei almeno poter parlare di sicurezza e tutele: chiediamo che ci siano riconosciuti i giorni di malattia, il diritto alle ferie, maggiore sicurezza. A meno che dietro la riforma Balduzzi non si nasconda la volontà di smantellare completamente questo servizio. Ma in questo caso mi chiedo: che fine faranno quei circa 6mila medici di guardia su 13mila che hanno un contratto a tempo determinato?

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Claudia Daconto