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ANSA/ POLIZIA DI STATO
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Martina Levato, per il tribunale c'è "assenza di sentimento rispetto alla vita"

La ragazza oggi è stata separata dal figlio, nato a Ferragosto, ed è tornata in carcere. Potrà vederlo in "modalità protetta"

21 agosto

Il bimbo di Martina Levato, su disposizione dei giudici minorili, è stato collocato presso i servizi sociali che dovranno individuare una comunità per soli bambini dove il piccolo starà. La madre invece è tornata in carcere. Con modalità protette e da stabilire dai servizi sociali, incaricati di regolare i rapporti con il piccolo, la madre, il padre e i nonni potranno però vederlo. Nell'ordinanza i giudici minorili citano la perizia psichiatrica che nel processo penale aveva valutato Martina Levato come "soggetto borderline e pericoloso socialmente", come Boettcher.

La "vicenda criminosa" evidenzia da parte di Martina Levato "un'assenza di pensiero e di sentimento rispetto alla vita". Lo scrive il Tribunale per i minorenni che spiega anche come il "progetto procreativo" di Levato e Boettcher si sia sviluppato "insieme al progetto criminoso".

20 agosto

Martina Levato vuole essere trasferita assieme a suo figlio in una delle comunità di Don Mazzi o in alternativa all'Icam, istituto per madri detenute con figli. La sua difesa formalizzerà probabilmente domani una istanza in tal senso. Stando a quanto spiegato dal legale della giovane, l'avvocato Stefano De Cesare, probabilmente domani sarà depositata una istanza sia al tribunale di Milano che a quello per i minorenni per chiedere che la ragazza, condannata a 14 anni per una aggressione con l'acido, venga trasferita assieme al bimbo in una delle comunità Exodus, dopo le dimissioni di mamma e figlio dalla clinica Mangiagalli.

Le proposte ai giudici

Nell'istanza, come chiarito dal legale, la difesa proporrà il trasferimento da don Mazzi o all'Icam, ponendo sullo stesso piano le due alternative proposte ai giudici. Il difensore ha raccontato di aver illustrato il senso di questa istanza a Martina e la ragazza ha dato il suo consenso. Dopo l'istanza il pm Marcello Musso e anche quello minorile dovranno formulare un parere. È probabile che, proprio a seguito della richiesta della difesa Levato, i tempi per la decisione dei giudici possano allungarsi. Nel frattempo la madre e il bimbo resteranno ancora per questi giorni alla clinica Mangiagalli.

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L'ok del sacerdote

"Noi siamo pronti" ha spiegato il sacerdote convinto che "Martina deve stare con il bambino. Deve allattarlo perché questa è l'unica via per salvare la mamma e il bambino". Sul centro che potrebbe ospitarli, una della quarantina di strutture della fondazione Exodus sparse per l'Italia, don Mazzi ha preferito non dire molto. Si è limitato a spiegare che si tratta di una struttura dove sono assistite mamme con bambini "in situazioni di tutti i tipi. Difficili o più semplici". "Adesso deve calare il silenzio sul caso. Più ne parliamo e peggio è - ha aggiunto -. Serve tranquillità per creare un ambiente sereno, non carcerario e non sotto i riflettori" come è già successo in altri casi, ad esempio quello di Erika Nardi, anche lei accolta nella comunità di don Mazzi


Visita giornaliera

Con un provvedimento "urgente e provvisorio", i giudici minorili hanno autorizzato Martina Levato "ad effettuare una visita giornaliera di durata contenuta" al figlio "alla presenza" di operatori sanitari, con l'esclusione, però, per lei della possibilità di allattare direttamente il piccolo (l'allattamento già avveniva per via indiretta). Il pm minorile Annamaria Fiorillo aveva deciso, invece, di allontanare immediatamente il neonato dalla mamma, facendo leva, in sostanza, sulla "inadeguatezza totale e irreversibile" della donna a seguire i bisogni evolutivi del minore. E per evitare un pregiudizio maggiore, data una possibile decisione futura del Tribunale di affidare, in vista dell'adozione, il neonato, ad un'altra famiglia.

L'adottabilità

I giudici, che hanno concesso anche ai genitori di Martina di vedere il nipote una volta al giorno negli orari previsti di visita in ospedale, hanno accolto, però, la richiesta del pm minorile di apertura di un procedimento di adottabilità al termine del quale si arriverà a una decisione. Procedimento nel quale entreranno in campo, "come un fronte unito" hanno spiegato i loro legali, sia i nonni materni che la madre di Alexander Boettcher (l'amante, anche lui condannato a 14 anni per lesioni gravissime), i quali chiederanno ai giudici di affidare a loro il nipote. Nel frattempo, il Tribunale per i minorenni ha disposto l'affidamento temporaneo del bimbo al Comune di Milano con la nomina di un tutore legale (sia a Martina che ad Alex è stata sospesa la potestà genitoriale dopo la condanna per aver sfigurato Pietro Barbini) e ciò in attesa di una decisione sul "collocamento" del piccolo. Secondo i legali di Martina, poi, dopo la dimissione dalla clinica la giovane dovrà essere trasferita, assieme al neonato, all'Icam, istituto per detenute madri con figli, come deciso dal gip di Milano su richiesta del pm Marcello Musso.


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