Il profilo psicologico di Veronica, mamma di Loris
ANSA/ Marco Costantino
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Il profilo psicologico di Veronica, mamma di Loris

La donna potrebbe essere vittima di un trauma complesso che la renderebbe incapace di elaborare un gesto estremo come l'omicidio di un figlio

È una donna assassina e crudele, come risulta dal decreto dei pm di Ragusa (leggi qui l'approfondimento) o una donna dal passato difficile e dalla personalità instabile ma innocente come lei continua a dichiarare di essere? Davanti a Veronica Panarello in Stival, madre del piccolo Loris, l'unica gravemente indiziata per la morte del piccolo bimbo di 8 anni strangolato con delle fascette di plastica, si resta senza parole. È istintivamente difficile pensarla colpevole. È una madre, è la madre del bimbo ucciso con crudeltà, come scrivono i pm. Ma è difficile anche non considerare quanto indicato nel decreto: volontarietà e crudeltà. Ma cosa c'è dietro al profilo psicologico di una donna come Veronica?

Lo abbiamo chiesto a Silvio Ciappi, psicologo forense.

Mamma Veronica può aver rimosso l'omicidio del piccolo Loris?
Tengo a precisare che si tratta solo di ipotesi e che quindi a questo punto possiamo fare solo dei ragionamenti in astratto. Generalmente chi è stato vittima di un trauma complesso, cioè di psicopatologie invisibili, che affondano la loro storia nei primissimi anni dell'esistenza, tende a non elaborare sufficientemente la propria esperienza. In maniera più semplice chi subisce un trauma reiterato nel tempo e, spesso questo avviene in ambito anche familiare, tende a occultare il trauma nel corpo, in comportamenti e in sintomi che vengono chiamati dissociativi, in quanto non elaborati, e scissi dalla sfera della consapevolezza. Tali comportamenti sfuggono alla consapevolezza e vengono immagazzinati in quella che si chiama memoria implicita. Bambini precocemente maltrattati o trascurati anche a distanza di anni possono avere alterazioni gravi nella percezione ed elaborazione degli stimoli ed avere reazioni automatiche. In questi casi si parla di trauma relazionale. Tali traumi vengono "archiviati" nella memoria implicita e prendono la forma di esperienze, fantasie e difese che appartengono all’epoca preverbale dello sviluppo e, pertanto, non possono essere ricordate, ma continuano a condizionare nel presente l'individuo nella sua vita emotiva, cognitiva, attraverso flashbacks, ricordi intrusivi, sintomi dissociativi come la depersonalizzazione.

Quale potrebbe essere un sintomo di un trauma complesso?
Una delle caratteristiche sintomatologiche del trauma complesso è proprio l'amnesia dissociativa che è il risultato del deficit di integrazione e di elaborazione dell'esperienza vissuta.

La madre sembra che in passato abbia tentato il suicidio utilizzando proprio delle fascette, le stesse che pare abbiano causato l’asfissia al piccolo Loris…
Le donne sono spesso vittime all'interno delle mura domestiche o dentro una relazione di coppia della gelosia, della sopraffazione, della fine della relazione, di amanti violenti. Pur tuttavia la famiglia resta uno dei luoghi più a rischio anche se gli omicidi nel nostro paese negli ultimi anni hanno registrato un brusco calo. Sono diminuiti gli omicidi per criminalità organizzata e quelli conseguenti a furti e rapine. Aumentano le donne come vittime di omicidio e diminuiscono invece gli uomini e questo perchè sono calati negli anni i regolamenti di conti nell'ambito della criminalità organizzata o quelli a scopo di furto e rapine che vedono come attori principali, sia in qualità di autori che di vittime, gli uomini. Così si spiega ad esempio il più alto numero di femminicidi nel nostro paese negli ultimi anni.

È aumentata però anche la percentuale di donne autrici di omicidio…
Questo dato deve far riflettere come deve far riflettere il dato sulle persone vittime di abusi. Deve soprattutto spronare pubblico e privato a dare risposte immediate ai drammi silenti che nascono e si sviluppano all'interno delle relazioni familiari. Soprattutto per quanto riguarda i cosiddetti traumi relazionali, drammi che si inabissano nel vissuto individuale salvo in alcuni casi, per fortuna rari, deflagrare con conseguenze nefastissime. È compito dei servizi presenti sul territorio sviluppare adeguate prese in carico di situazioni familiari a rischio, e soprattutto di occuparsi di queste psicopatologie nascoste e invisibili con strumenti diagnostici nuovi e con nuove capacità di ascolto.



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Nadia Francalacci