La lettera dell'amica a una delle baby escort dei Parioli
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La lettera dell'amica a una delle baby escort dei Parioli

"Eri una ragazza fragile, ti volevo bene..." E' quanto scrive l'ex amica del cuore di una delle due baby prostitute di Roma

Le hanno frettolosamente battezzate baby-escort. Le hanno descritte come due ragazzine arroganti, aggressive, pronte ad alzare le mani se qualcuno si azzardava a contraddirle. Così avide di denaro da accettare di vendere la propria giovinezza a uomini disposti a pagare fino a 1000 euro per incontrarle insieme nella squallida stanza di un palazzo dei Parioli, in quella ancora più triste di un albergo o su uno yacht ancorato a Ponza.

Eppure le due minorenni, finite al centro di un'inchiesta su un vasto giro di prostituzione e droga dai confini non ancora ben definiti, restano, con i loro 16 anni, delle bambine cresciute troppo in fretta in un corpo fattosi adulto molto prima di loro.

A un mese dall'allontanamento dalle case delle famiglie, e mentre i giornali continuano a sfornare stralci degli interrogatori, una loro coetanea scrive una lettera a colei che era stata la sua amica del cuore fino al giorno in cui “tutti i loro lunghissimi ragionamenti” non sono bastati più a ritrovare il sorriso dopo una giornata “no”, a fantasticare sul futuro, a salvarla dallo “schifo”.

Cara...

ti scrivo questa lettera anche se ormai è un po' che non ci frequentiamo più. Sai anche tu come è andata: a un certo punto ho deciso io di allontanarmi da te. Se l'ho fatto è perché non ti riconoscevo più, non eri più quella di prima. Ho cominciato a vedere in te dei cambiamenti che non mi piacevano.

Eri diventata aggressiva, non andavi più a scuola. Hai cominciato ad avere troppi soldi nel portafoglio. Lo capivo benissimo che non era tua madre a darteli perché non l'aveva mai fatto. Ti ho visto anche con 500 euro interi!

Ci ho provato a parlarti, a chiederti che stava succedendo, come ti procuravi tutto quel denaro. Ti ricordi che all'inizio non me lo volevi dire? Poi ho capito da sola e ti ho chiesto se ti prostituivi o se ti eri messa a spacciare. Alla fine me l'hai dovuto confessare e quando io ti ho chiesto perché lo facevi mi hai risposto: “Voglio fare la bella vita”. Ho pensato che scherzassi, ho provato a farti ragionare quando ancora ci vedevamo qualche volta a pranzo. Ma non ci sono riuscita e ho cominciato anche ad avere paura delle tue reazioni.

Ci sono tanti modi per procurarsi dei soldi, perché proprio la prostituzione? Si può lavorare in un bar, per esempio. Ma voi eravate prese dal fatto che si guadagnavo più soldi di un lavoro normale e con quei soldi potevate fare come vi pareva, al punto che per voi era diventata una routine da cui non riuscivate più a uscire.

Provo schifo per quegli uomini che sono venuti con voi, con delle minorenni. Se è vero quello che hanno detto i Tg, che alcuni avevano addirittura 50 anni, immagino che avessero anche delle famiglie e per questo mi fanno doppiamente schifo .

Oggi mi sento triste, mi fa male il fatto che non potrai vedere per molto tempo i tuoi genitori. Tutti hanno bisogno di avere al proprio fianco una madre e penso che anche per te questa sia l'unica cosa di cui hai sempre avuto e avresti bisogno anche oggi: qualcuno che ti stia vicino.

Perché anche se agli occhi degli altri sei sempre voluta apparire come una persona dura e forte, alla fine, in realtà non lo sei mai stata.

Eri, invece, una ragazza molto fragile, con un sacco di problemi a casa, tra tuo padre che non c'era mai e tuo fratello che cambiava umore ogni 5 minuti. Eppure così fantastica! Sempre presente, sempre disponibile per le tue amiche. Ti volevo bene, volevo stare sempre con te perché eri l'unica capace di farmi tornare il sorriso quando mi sentivo giù. Ci capivamo meglio di chiunque altro.

Per divertirci ci bastava stare insieme, noi due soltanto, senza nemmeno dover uscire e quando uscivamo, raramente il sabato, andavamo a ballare, ma poi ci sono sempre venuti a riprendere i nostri genitori ad orari decenti.

Mi preoccupa quello che succederà quando uscirete da li', temo che anche la' dentro tu continui a farti influenzare troppo da lei, come hai sempre fatto.

Ogni tanto tra di noi, le persone che conosci anche tu, parliamo ancora di te e di lei, di tutta questa storia, ma non così spesso come forse puoi pensare. E sai perché? Perché in realtà parlarne ci dà fastidio e proviamo schifo soprattutto per chi è stato troppo assente.

Anche se mi sono staccata da te, vorrei che tu sapessi che io ti voglio e ti vorrò sempre bene anche se penso che ormai sia impossibile poterci ritrovare.

Spero però che tu esca da tutta questa storia più forte di prima pronta di ricominciare una nuova vita e buttarti alle spalle quella vecchia.

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Claudia Daconto