Latina, lo scandalo che ha travolto il tribunale
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Latina, lo scandalo che ha travolto il tribunale

Un magistrato accusato di intascare percentuali sui compensi dei periti è al centro di un'inchiesta che ha portato all'arresto di 8 persone

Non si escludono altri sviluppi importanti nell’inchiesta che nei giorni scorsi ha travolto l’ambiente giudiziario di Latina. "Pensi che se io avessi potuto mi andavo a comprare gli orologi? Prima mi ero già comprato una casa, due, non lo posso fare, a chi cazzo le intesto... in qualche maniera sti soldi li devo riciclà come cazzo faccio sennò?" Così parlò infatti il giudice fallimentare Antonio Lollo, arrestato lo scorso 20 marzo. Da magistrato del tribunale di Latina a "leader" di un sistema opaco, Lollo è accusato di aver ricevuto una percentuale dei compensi liquidati ai consulenti che lui stesso aveva nominato e ora è chiamato a chiarire la sua versione dei fatti.

Un'inchiesta condotta su due fronti si è per ora conclusa il 20 marzo scorso quando sono state arrestate otto persone: quattro sono in carcere e quattro ai domiciliari. Oltre al magistrato, la cancelliera Rita Sacchetti, la moglie dello stesso giudice Lollo, un sottufficiale della Guardia di Finanza e alcuni professionisti. Gli accertamenti sono stati coordinati in stretta collaborazione dal procuratore aggiunto di Perugia Antonella Duchini e dal procuratore aggiunto di Latina Nunzia D’Elia.

Una denuncia aveva prospettato una bancarotta fraudolenta nell'ambito di un concordato preventivo. È partita così l'indagine che ha portato gli uomini della Squadra mobile di Latina, guidati dal questore Giuseppe De Matteis, a far emergere quello che gli stessi investigatori hanno poi definito "un consolidato sistema corruttivo".  

I reati vanno dalla corruzione alla corruzione in atti giudiziari, alla concussione, all’induzione indebita a dare o promettere denaro o altra utilità, alla turbativa d’asta, al falso e alla rivelazione di segreto nonché all’accesso abusivo a un sistema informatico e telematico aggravato dalla circostanza di rivestire la qualità di pubblico ufficiale. Stando alle risultanze di intercettazioni e altre attività investigative, alcuni professionisti nominati dal giudice gli avrebbero riconosciuto una quota del 15 per cento sulle liquidazioni dei loro compensi. Ma l'inchiesta ha anche acceso un faro su alcuni illeciti finalizzati a influenzare il corretto svolgimento delle aste disposte dal tribunale di Latina per la vendita di beni oggetto di liquidazione, nelle procedure concorsuali, e ha rivelato alcuni accessi abusivi al sistema informatico del registro generale proprio della Procura di Latina, dati coperti da segreto istruttorio.

I "profitti di reato" sono stati stimati intorno a 1 milione di euro. Denaro contante, ma anche oggetti preziosi, sono stati sequestrati. Gli atti depositati ricostruiscono l'acquisto di gioielli di valore da parte del magistrato: "Volevo fare una sorta di tetris con gli smeraldi, gli orecchini e un anello... se ci hai o con rubini, preferisco lo smeraldo... mi piacerebbe l'idea di un anello, diamanti, smeraldo, tutti smeraldi, un bel bracciale". E la scelta di orologi di pregio: "Uno il Grand Lang quello con le fasi lunari e l'altro il Royal Oak".

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Maria Pirro