Lampedusa: niente immigrati, ma il turismo affonda
Ansa
News

Lampedusa: niente immigrati, ma il turismo affonda

Gli sbarchi hanno fatto sparire i turisti. E ora la situazione è diventata molto grave, come spiega una commerciante dell'isola, che ha deciso di emigrare

“Voglio lasciare Lampedusa ma soprattutto voglio andarmene dall’Italia”. Stella Migliosi, commerciante di Lampedusa è esasperata. Ama la sua isola, la sua terra d’origine ma non tollera più la politica italiana.

“Il nostro Stato non è all’altezza di fare una politica adeguata sui migranti ma cosa ancor più grave, non è in grado di tutelare i suoi cittadini, quelli che come me che pagano le tasse e sono mortificati da questa situazione senza fine e senza soluzione”.

Chiudere bottega

Dopo trent’anni di lavoro e contributi pagati e 4 attività commerciali gestite sull’isola di Lampedusa, Stella Migliosi, ha deciso di “chiudere bottega” e lasciare il nostro Paese per “migrare” a Malta. “I politici degli ultimi sei, sette anni, in nome dell’accoglienza hanno sacrificato il turismo, l’unica nostra fonte di reddito lasciando morire lentamente la popolazione di Lampedusa”

“Troppe tasse, troppa accoglienza ma solo in nome del “buonismo” e troppe bugie mai smentite- continua l’imprenditrice –  e l’isola, oggi, è al collasso. E non è colpa dei migranti a spasso per le nostre strade”.

Gli operatori turistici locali, infatti, confermano la pesantissima crisi che sta vivendo l’isola dove a maggio non sono ancora arrivate prenotazioni per la stagione estiva e moltissimi hotel sono addirittura chiusi.

False informazioni

“I giornali e le tv continuano a parlare di sbarchi, di un’isola invasa da disperati ma non è così, sono tutte falsità che incidono solamente sul turismo che è la nostra unica fonte di reddito – prosegue Migliosi - tra ponti aerei e navi sulla nostra isola i migranti si fermano solo poche ore”.

“Ad essere sinceri ad avere qualche problema, in questo periodo, sono più le varie città sulla terraferma che non Lampedusa", ci conferma anche Tonino Costanza, imprenditore lampedusano e operatore turistico.

Poi Stella Migliosi, aggiunge: “Purtroppo assistiamo inerti ad una campagna demolitrice che il nostro stesso Governo sta facendo nei confronti della nostra isola, territorio meraviglioso e unico in mezzo al Mediterraneo. Questo Stato sta uccidendo i suoi cittadini, i lampedusani che pagano le tasse in nome di una politica dell'accoglienza che però adesso noi non possiamo più tollerare, se non altro non in questi termini”.

Strade dissestate

La rabbia della signora Migliosi è condivisa da moltissimi imprenditori strozzati dalle tasse e costretti a vivere in una isola con le strade dissestate e le scuole pericolanti.

“Lo Stato vuole devvero che si faccia accoglienza? Va bene, noi siamo pronti ma adesso non vogliamo più farla gratis come abbiamo fatto fino ad ora – continua l’imprenditrice – perché è vergogna che noi si debba alla fine vivere anche con strade “sgarrupate” e le scuole non in sicurezza. Lo Stato Italiano si deve vergognare di chiederci le tasse se non fa niente per farci sopravvivere”. 

Poi conclude: “Malta è un Paese dove le tasse ci sono ma sono molto basse, tutti lavorano e nonostante i migranti c’è moltissimo turismo. Lo Stato tutela i propri cittadini. È a malincuore che dico che l’Italia non è più il Paese dove voglio far crescere i miei nipoti. Tra poco qui ci saranno mille musulmani e 10 cristiani”. 

I più letti

avatar-icon

Nadia Francalacci