ospedale torino
ANSA/DI MARCO
News

La storia della bambina di due mesi picchiata dal padre

Ricoverata con ecchimosi, costole rotte e un profondo trauma cranico, il padre ha confessato: "L'ho stretta troppo"

Per due lunghissimi mesi ha cercato di nascondere la verità ai medici e alla polizia. Ma davanti alle ecchimosi, le costole fratturate e il trauma cranico che mostravano l’agghiacciante realtà, ha dovuto confessare: “L'ho stretta troppo poi ha sbattuto”.

Torchiato per ore dagli agenti della Squadra Mobile di Vercelli, il 1 agosto, un padre 30enne di Stroppiana, paesino piemontese, ha confessato i maltrattamenti riscontrati sul corpicino della sua bambina nata appena due mesi fa. Ora è indagato a piede libero per lesioni personali aggravate e maltrattamenti nei confronti della bambina.

Cosa è successo

Lucia, questo il nome di fantasia, è stata ricoverata in gravi condizioni all'ospedale infantile Regina Margherita di Torino. Quando è arrivata al pronto soccorso, i medici le hanno diagnosticato numerose ferite sul corpicino, la frattura di due costole e persino una lesione al cranio.

La situazione della bambina è apparsa subito particolarmente grave e delicata per cui i sanitari hanno coinvolto la polizia che, però, sul caso della piccola Lucia, stavano già indagando dallo scorso 25 luglio in seguito ad una segnalazione dell'Asl.

La confessione del padre

"Forse l'ho stretta troppo al torace, non volevo farle del male", ha detto il trentenne di Vercelli agli inquirenti per giustificare le costole rotte. “La bambina si è messa a piangere, e nella fretta di metterla nella culla - ha ancora sostenuto l'uomo - le ho fatto sbattere la testa sul comodino procurandole le ferite al cranio”.

Una ricostruzione della vicenda che ha ancora molti lati oscuri perché non era la prima volta che Lucia veniva visitata al pronto soccorso per lesioni.

All'inizio di giugno, pochi giorni dopo essere nata infatti, i genitori l'avevano portata in ospedale sostenendo che era caduta mentre la tenevano in braccio. Una giustificazione che all’epoca non fece scattare le indagini da parte dell’autorità giudiziaria ma che, oggi, alla luce delle ultime lesione subite dalla neonata, assume un altro significato.

Il passato

Gli inquirenti, che pur con tutte le prudenze del caso si sono indirizzati subito verso il contesto familiare per cercare le cause di quelle ferite e le responsabilità, spiegano che "le condizioni di vita della famiglia nella quale è nata la piccola Lucia, sono particolarmente problematiche”.

La vicenda, ora, è passata al Tribunale per i minorenni di Torino. I genitori, di Stroppiana, erano già noti ai Servizi Sociali per le difficoltà economiche in cui versano. Lucia resta invece ricoverata all'ospedale infantile Regina Margherita di Torino nel reparto di terapia sub-intensiva e le sue condizioni sembrano essere in lieve miglioramento.

Per sapere di più:

I più letti

avatar-icon

Nadia Francalacci