«La sinergia scuola/famiglia, arma vincente per ridurre i contagi»
Antonella Cazzato, dirigente dell'istituto comprensivo Geremia Re di Leverano (Lecce).
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«La sinergia scuola/famiglia, arma vincente per ridurre i contagi»

Parola di preside

Panorama ha deciso di chiedere ai presidi delle scuole italiane come stanno reinventando i propri istituti in vista di settembre. Una missione complessa, in cui rischiano in prima persona, da cui dipende il futuro del Paese.

  • Parla Antonella Cazzato, dirigente dell'Istituto comprensivo Geremia Re di Leverano (Lecce): «Forse sono una voce fuori dal coro, ma io sono tranquilla».

«Noi non abbiamo grosse difficoltà perché abbiamo iniziato subito i lavori in sinergia con l'ente locale, che è stato molto collaborativo». Antonella Cazzato, dirigente dell'Istituto comprensivo Geremia Re, ha la situazione sotto controllo. La sua scuola di Leverano, in provincia di Lecce, accoglie 760 allievi, dalla scuola dell'infanzia alla secondaria di primo grado distribuiti su cinque plessi. E il 24 settembre tutti potranno rientrare in aula in sicurezza. Panorama l'ha intervistata per capire come si sta organizzando.


Il saluto a fine ciclo del sindaco Marcello Rolli e della preside Antonella Cazzato il 25 giugno 2020 all'Istituto Geremia Re di Leverano.


Dottoressa Cazzato, lei ritiene di poter riaprire la sua scuola senza problemi?

«Sì. Abbiamo simulato gli ingressi, che suddivideremo non per orari (niente scaglionamenti), ma per gruppi classe. Nel plesso principale della scuola primaria, a titolo esemplificativo, da un ingresso ne abbiamo creati tre, quindi non avremo bisogno di turnazioni. In sostanza, riusciremo a ridurre i rischi di contagio differenziando gli ingressi».

Quindi non si lamenta?

«No. Forse sono una voce fuori dal coro, ma io sono tranquilla. Anche perché tutti i giorni ho sentito la vicinanza e il sostegno degli uffici superiori».

A che si riferisce?

«Alla dottoressa Anna Cammalleri, il direttore generale dell'Ufficio scolastico regionale della Puglia. Ci è stata vicina in modo encomiabile. Negli ultimi messaggi ricevuti si è addirittura scusata perché ci chiedeva una rilevazione alle 10 di sera. Il mese di luglio è stato impegnativo, ma lo abbiamo affrontato con serenità grazie al supporto costante, anche in sinergia con l'Ufficio scolastico provinciale, che nella persona del dirigente Melilli ci ha costantemente guidato».

Che tipo di lavori avete fatto con il Comune?

«Interventi leggeri: piccoli aggiustamenti e spostamenti per ottimizzare gli spazi. In un caso, per esempio, abbiamo abbattuto un muro di cartongesso per ingrandire un'aula. Il responsabile del servizio di prevenzione e protezione ha svolto un importante lavoro di concerto con l'ufficio tecnico del Comune».

Ma lei non ha girato per la scuola armata di metro, come tanti suoi colleghi?

«Come no! Anch'io sono andata con il metro a verificare che i calcoli sviluppati dall'ingegnere corrispondessero alla realtà».

Anche lei dunque si è trasformata in una preside-geometra?

«È vero, è vero (ride, ndr). Comunque noi abbiamo anche due plessi nuovi in costruzione, che ci verranno consegnati uno in tempo utile per la riapertura, entro metà settembre, l'altro entro la fine di ottobre».

E i banchi?

«Abbiamo fatto richiesta al Ministero di 280 banchi monoposto, che dovrebbero essere consegnati entro fine ottobre. I tempi di consegna sono slittati per tutti, dal momento che saranno privilegiate le aree con rischio di contagio maggiore».

Come farete nelle prime settimane?

«In qualche modo ci siamo riorganizzati, con ulteriori calcoli e riutilizzando banchi che avevamo dismesso».

E se i nuovi banchi non arrivassero neanche a fine ottobre?

«L'alternativa è chiederli al Comune, che ha partecipato a un bando Pon del ministero dell'Istruzione. E se non arrivassero neanche dal Comune, l'alternativa è attingere ai fondi destinati alle scuole dal Decreto rilancio. Ma noi siamo fiduciosi».

Ha chiesto anche personale in più?

«No, ho ritenuto di poter utilizzare le risorse professionali già in organico in modo ottimale; ciò mi è stato consentito dall'ampiezza degli spazi che mi hanno permesso di non sdoppiare le classi».

E il personale non docente?

«Ho chiesto un collaboratore in più per ogni plesso, due in più per la scuola dell'infanzia. Ci serviranno per monitorare gli ingressi differenziati, ma anche per gli interventi di pulizia, soprattutto nella scuola dell'infanzia, con una fascia d'età oggettivamente più difficile da gestire con il distanziamento e soprattutto dovendo garantire costanti e frequenti operazioni di pulizia e igienizzazione».

Ve li hanno accordati?

«Siamo in attesa, ma le rassicurazioni sono positive. Questo organico aggiuntivo per il momento sarà assegnato fino al 31 dicembre, quando si spera che la situazione possa rientrare nella normalità».


Un collaboratore dell'Istituto Geremia Re alle prese con l'impianto di amplificazione durante la manifestazione del 25 giugno 2020.


Ma il picco delle influenze non è in inverno?

«Ci saranno sicuramente degli sviluppi e delle evoluzioni che richiederanno aggiustamenti e nuove indicazioni, in base alla curva epidemiologica. Il limite temporale potrebbe essere spostato più in là laddove ci fosse una recrudescenza dei contagi. Noi ci stiamo concentrando sui bambini, ma è fondamentale la formazione del personale: nel mese di settembre a scuola si terranno dei corsi, ma ci sarà anche il medico competente: lo abbiamo assunto a ottobre 2019 con altri istituti della provincia in un'ottica di economizzazione delle risorse, con una lungimiranza che ci è tornata utile».

È il famoso medico di igiene pubblica?

«È il famoso medico che prima era di igiene pubblica. Ora è il medico competente, che dalla prossima settimana, su appuntamento, visiterà i lavoratori che ne faranno richiesta, ritenendosi categoria a rischio».

Visiterà anche i bambini?

«Al momento no, solo gli adulti. Per i bambini, laddove sussistano condizioni di particolare fragilità, l'interfaccia delle famiglie sarà il pediatra. Oggi più che mai è importante l'alleanza educativa con le famiglie, che dovranno assumere atteggiamenti sempre più responsabili e in accordo con la scuola (stiamo riscrivendo il patto educativo di corresponsabilità alla luce dell'emergenza epidemiologica Covid-19): non possiamo pensare, ad esempio, che i genitori mandino a scuola i figli con l'influenza o il raffreddore».

Intende dire che occorrerà rivedere il rapporto con le famiglie?

«Proprio così. Noi come scuola stiamo facendo di tutto per riportare i bambini in classe in presenza, senza sdoppiamenti né turnazioni. E per garantire il tempo scuola nel rispetto delle esigenze lavorative delle famiglie e del diritto allo studio costituzionalmente garantito».

Anche le famiglie, però, devono fare la loro parte...

«Oggi più che mai. Perché la prevenzione e la sinergia scuola/famiglia saranno le armi vincenti per ridurre i contagi».

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Elisabetta Burba