La clausola "salva idee" non salva né le idee né i bambini
(Christina Harsten, Getty Images)
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La clausola "salva idee" non salva né le idee né i bambini

La legge contro l'omotransfobia crea una categoria privilegiata rispetto alle altre. Un errore anche dal punto di vista costituzionale

Tutti i cittadini, quale che sia la loro razza, sesso e fede religiosa (art. 3 Cost.) sono protetti dal nostro ordinamento giuridico e chi discrimina ingiustamente e pratica violenza è punito dal vigente codice penale, con le aggravanti del caso qualora il reato avvenga per futili motivi. La proposta di legge Boldrini - Zan - Scalfarotto, contro la cd. "omotransfobia", perciò, crea una categoria privilegiata: gli appartenenti al variegato (e incerto) mondo LGBTQIA(...) saranno posti su un piedistallo, saranno "più uguali degli altri", come i Maiali della "Fattoria" di Orwell. Ora alla Camera si sta discutendo l'introduzione di una clausola "salva idee": «Ai sensi della presente legge, sono consentite la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee e alla libertà delle scelte».

Da un lato è paradossale e inquietante che la libertà di espressione costituzionalmente garantita e le condotte legittime debbano essere "consentite" da una legge dello Stato. Dall'altro, soprattutto, resta vago e molto soggettivo ciò che può definirsi «riconducibile al pluralismo delle idee e alla libertà delle scelte».

Una simile clausola esiste anche nel Regno Unito: nel 2008 veniva approvato il Criminal Justice and Immigration Act (200881) che, emendando la Parte III del Public Order Act (1986132) del 1986, dispone che «la discussione o la critica della condotta o delle pratiche sessuali o la sollecitazione delle persone ad astenersi o modificare tali comportamenti o pratiche non devono essere considerate come minacciose o destinate a suscitare odio».

Tuttavia tale clausola non ha impedito l'arresto di numerosi colpevoli di "omotransfobia", rei per aver "espresso le loro opinioni e i loro convincimenti" in tema di omosessualità. A titolo di esempio, Josh Williamson a Perth (2013), Rob Hughes a Basildon (2015), Tony Miano a Londra (2016), Vicky Allen in Cornovaglia (2016), Mike Overd a Bristol (2016), Svetlana Powell a Bristol (2016), Kate Scottow nell'Hertfordshire (2019). L'esperienza inglese insegna che le clausole "salva idee" sono interpretabili in modo del tutto arbitrario dai giudici, i quali decideranno secondo le loro opinioni soggettive: lo stesso comportamento potrà costituire o non costituire reato, a seconda del giudice che lo esamina. Il fatto che questa proposta di legge, con o senza clausole, sia indiscutibilmente liberticida ha focalizzato il dibattito intorno ad essa.

Ma c'è un aspetto affatto secondario che bisogna sottolineare e che riguarda la gravità degli artt. 5 e 6. (https://documenti.camera.it/leg18/resoconti/commiss..., All. 3, pag.80). L'articolo 5 istituisce la "giornata nazionale contro l'omofobia, la bifobia, la lesbofobia e la transfobia" e al comma 3 specifica che essa debba essere celebrata «in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado». Perciò i nostri bambini, fin dalla scuola materna, saranno istruiti da associazioni LGBTQIA(...) che insegneranno loro a riconoscere il genere a cui appartengono (70? Forse anche di più https://www.provitaefamiglia.it/blog/a-quanti-dive...) a prescindere dal sesso che è stato loro "assegnato" (!) alla nascita. Impareranno che è normale qualsiasi orientamento sessuale; impareranno che i figli si possono comprare e possono così avere due mamme o due papà; impareranno che si può "cambiare sesso" e avviare la "transizione" anche da piccoli. E magari queste lezioni saranno tenute da membri del Circolo Mario Mieli o dai coloratissimi travestiti detti "drag queen" (già in occasione di diversi gaypride i bambini hanno potuto gustare le "Drag Queen story hour", sul modello americano https://www.provitaefamiglia.it/ricerca-semplice?q...)

Nell'art. 6, per di più, è prevista l'elaborazione triennale di una «strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni per motivi legati all'orientamento sessuale e all'identità di genere. La strategia reca la definizione degli obiettivi e l'individuazione di misure relative all'educazione e istruzione, al lavoro, alla sicurezza, anche con riferimento alla situazione carceraria, alla comunicazione e ai media»: quindi, per esempio, verrà imposta - per legge - ai media la neolingua menzognera da usare in determinate circostanze, e - anche nel campo dell'educazione e dell'istruzione - «la strategia è elaborata nel quadro di una consultazione permanente delle amministrazioni locali, delle organizzazioni di categoria e delle associazioni impegnate nel contrasto delle discriminazioni fondate sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere e individua specifici interventi volti a prevenire e contrastare l'insorgere di fenomeni di violenza e discriminazione fondati sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere»: le solite associazioni LGBTQIA(...), che promuovono stili di vita caratterizzati da sesso estremo e promiscuo, avranno le porte aperte nelle scuole e nella formazione dei docenti. Questa strategia servirà essenzialmente a radicare nel tessuto sociale e culturale il convincimento che ogni desiderio sessuale è un diritto, innanzitutto attraverso i nostri bambini. Finora nelle nostre scuole sono stati proposti e realizzati centinaia di progetti improntati all'ideologia gender, con i soldi dei contribuenti, anche senza una tale legge, ecco alcune segnalazioni.

Alcuni di questi, finora, sono stati denunciati e fermati dalle associazioni e dai genitori che - perlomeno - hanno potuto esercitare il diritto al consenso informato. Se passa la legge Zan si potrà ancora chiedere che i propri figli vengano esentati da "lezioni" di travestitismo o di "educazione" sessuale in cui si spiegano - e si pongono sullo stesso - i rapporti sessuali e i rapporti anali o orali?

L'esito di questo tipo di strategie e i frutti amari che hanno prodotto all'estero sono sotto gli occhi di tutti quelli che vogliono vedere: nel Regno Unito, decine di medici e psicologi del Tavistock Center, specializzato in trattamento della disforia di genere nei minori, hanno dato le dimissioni per la leggerezza con cui la clinica somministra gli ormoni e i bloccanti la pubertà ai bambini (anche di tre anni!). Intanto però il numero dei minori che ha intrapreso il percorso per la riassegnazione del sesso, in dieci anni è aumentato del 4000 per cento. Ora, forse, si cerca di correre ai ripari: l'aprile scorso il ministro per le donne e le pari opportunità, Liz Truzz, ha annunciato modifiche alla legislazione "di genere" e alcune limitazioni ai trattamenti di blocco della pubertà per i minori, a causa dei danni inconvertibili alla salute psicofisica riscontrati. Per la stessa ragione, in Australia, è in corso un'indagine nazionale sulla sicurezza e sull'etica della medicina transgender, condotta dal Royal Australasian College of Physicians con il sostegno del ministro della sanità federale Greg Hunt.

Ugualmente, numerosi stati federati americani come Missouri, Florida, Illinois, Oklahoma, Colorado, Carolina del Sud, Kentucky e South Dakota hanno introdotto leggi che puniscono penalmente medici che danneggiano i minori trattando la loro disforia di genere con i bloccanti della pubertà o gli ormoni sessuali. Pochi vogliono rendersi conto che i bambini sono le prime vittime delle mire dei portatori di un'ideologia nichilista tesa a destrutturare l'uomo e a distruggere la nostra civiltà: lo spiega bene Margherita Graglia, psicoterapeuta e sessuologa, coordinatrice del Tavolo interistituzionale per il contrasto all'omotransnegatività, per l'inclusione (ecc ecc.) del Comune di Reggio Emilia (ella è un'autorità in materia, viste le sue frequentazioni con Fadia Bassmaji, l'amante dell'assistente sociale Federica Anghinolfi, la Zarina degli affidi di Bibbiano: si veda in proposito l'articolo di Patrizia Floder Reitter, su La Verità del 26 luglio scorso). In un'intervista a Gaynews la Graglia ha spiegato che «stanno infatti emergendo identità inedite, come quelle non binarie e scopriamo così che le identità di genere non sono date una volta per tutte, ma sono in cambiamento, secondo i tempi storici e i luoghi della terra».

Insomma, è ora di mettere in discussione «ciò che diamo per scontato, che assumiamo come ovvio, ad esempio la coincidenza tra sesso e identità di genere». E quindi: «Rispetto al cambiamento culturale che ho auspicato, le agenzie educative rappresentano uno contesto d'elezione, è infatti a scuola che si incontrano le differenti soggettività in formazione, un luogo in cui le persone Lgbt possono trovare un contesto sicuro in cui esprimersi e quelle cisgender/eterosessuali imparare il rispetto». Non è giusto quest'ultimo concetto: con le personalità in via di sviluppo come i bambini e gli adolescenti, gli ideologi del gender, non insegnano il rispetto, ma indottrinano e fanno proselitismo.

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Toni Brandi Pro Vita & Famiglia Onlus