Islam: così saranno regolamentati i rapporti con lo Stato italiano
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Islam: così saranno regolamentati i rapporti con lo Stato italiano

Il ministro Alfano accelera i tempi sulla costituzione di un Carta che possa "codificare" la presenza di imam e moschee sul territorio

“C'è una differenza tra pregare e inneggiare all'odio e alla violenza". Una frase pronunciata dal ministro dell'Interno Angelino Alfano che non ha certamente bisogno di essere spiegata o commentata.

Sono 110 le persone espulse dal territorio italiano dal 2015 ad oggi, tra questi anche 9 imam considerati “pericolosi” per il loro insegnamento radicale.

Proprio per la presenza di Imam “fai da te”, il Viminale ha deciso di iniziare a lavorare lo scorso 2 agosto, ad uno Statuto di accordo con il mondo dell'Islam, compatibilmente con le leggi e la cultura italiana. "Le prediche nelle moschee siano in italiano - ha spiegato Alfano  in un'intervista al Corriere della Sera - basta con gli Imam "fai da te" perché se uno si è formato su una cultura radicale può trasmettere messaggi di odio”.

Ecco come sarà strutturato lo Statuto e quali sono le finalità.

La formazione degli imam

grande-moschea-romaUna veduta esterna della moschea di Roma al termine della preghiera del venerdì, Roma, 20 Novembre 2015. ANSA/GIUSEPPE LAMI

Il Viminale sta studiando il consolidamento di un modello di imam che abbia una formazione in Italia per poter operare nel nostro Paese. Dunque nello Statuto sarà prevista la predica e la preghiera all'interno delle moschee in lingua italiana.

Trasparenza sui finanziamenti alle moschee

Getty Images

Il ministero dell'Interno chiederà alle comunità islamiche un contributo per individuare i soggetti che si radicalizzano all'interno delle moschee anche per intensificare i controlli sui finanziamenti in arrivo dall'estero.

Le transazioni finanziare sospette legate al finanziamento terroristico sono quasi raddoppiate. Nei primi mesi di quest'anno 12 operazioni di money transfer esaminate dalla Finanza sono risultate legate al finanziamento della jihad

Mappatura dei luoghi di culto

Musulmani in preghiera alla moschea di viale Jenner a Milano. ANSA/JENNIFER LORENZINI

È necessaria un'emersione di tutti i luoghi di culto, con pieno rispetto delle regole, per evitare le mini moschee nei garage.

Nelle operazioni antiterrorismo che sono state eseguite dai Ros e dalla Polizia di Stato nel Nord Italia, è emersa la tendenza dei terroristi a radicalizzarsi all'interno di appartamenti o locali adiacenti alle abitazioni.

Il rispetto dell'Islam

musulmani-cattoliciMusulmani alla Messa in Santa Maria in Trastevere a Roma - 31 luglio 2016TIZIANA FABI/AFP/Getty Images

"Nei confronti dell'Islam il mio approccio è costituzionale, perchè la nostra Carta garantisce a tutti la libertà di culto- precisa Alfano- liberale, perchè esiste un diritto naturale che precede le leggi e le costituzioni; pragmatico, perché in Italia ci sono un milione mezzo di musulmani che io non posso certo considerare terroristi o fiancheggiatori dei terroristi"

Le provocazioni attirano gli attentati

17 settembre 2013. Un gruppo di donne afgane vestite con il burqa imparano a leggere il corano in un seminario a Jalalabad, in Afghanistan. 

EPA/ABDUL MUEED

Sulla possibilità di vietare burqa e velo Alfano è stato molto chiaro: "Il ministro dell'Interno ha la responsabilità di garantire la sicurezza e di scegliere il livello di durezza nelle risposte, che però non diventi mai provocazione potenzialmente capace di attirare attentati".

Il fallimento della politica francese

Quanto al divieto del burkini a Cannes e a Sisco, in Corsica, il ministro Alfano è critico: "Non mi sembra, ahimé, che il modello francese abbia funzionato per il meglio".

La Germania imita l'Italia

La Germania, invece, "sotto il profilo delle espulsioni si sta incamminando verso il modello italiano che, purtroppo, negli anni passati non aveva avuto piena applicazione neanche in Italia.

Lo strumento delle espulsioni per motivi di sicurezza nazionale - evidenzia il ministro - produce una "bonifica" del territorio nei confronti di persone radicalizzate".

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Nadia Francalacci