Immigrati. Rosarno, torna lo spettro della rivolta
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Immigrati. Rosarno, torna lo spettro della rivolta

Gli immigrati arrivati per la raccolta delle arance sono più di quando scoppiò la rivolta nel 2010. E la crisi economica rende la situazione esplosiva.

Gli immigrati ripopolano le campagne di Rosarno, in provincia di Reggio Calabria, per la raccolta stagionale delle arance, mai così numerosi in questo periodo dell’anno. Arrivati in largo anticipo, oltre 500 sono ospiti nei centri di accoglienza, dove si registra il tutto esaurito. È boom di presenze ai tempi della crisi, a distanza di quasi tre anni dalla rivolta e dalla «caccia al negro» che avvenne tra l’8 e il 9 gennaio 2010. Dice Arturo Lavorato, di Sos Rosarno: «Almeno 1.000 africani sono già nella piana e ogni giorno aumentano, ma il lavoro diminuisce. L’economia agrumicola è crollata, il quadro sociale si fa più teso per l’impoverimento generale».

Sono due le emergenze che si profilano: una è legata ai pochi alloggi. Nella tendopoli di San Ferdinando tutti i posti sono occupati e 100 persone dormono nei sacchi a pelo sotto un grande telone; 130 si trovano nel centro allestito dal Comune di Rosarno con i container della Protezione civile. Sono strutture gestite dall’associazione Il mio amico Jonathan mentre una ditta, per conto del ministero dell’Interno, sta montando prefabbricati in un terreno confiscato alla mafia. Ciò significa ulteriori 100 posti, tra dicembre e gennaio. L’altra emergenza consiste nel lavoro nero.

Si può dare accoglienza ai braccianti se nei campi circostanti vengono sottopagati? Il sindaco, Elisabetta Tripodi (Pd), è preoccupato: «Il problema del lavoro nero deve essere risolto, ma gli agricoltori non possono permettersi la messa in regola di queste persone. Non sono grandi latifondisti, stanno morendo di fame». Perché senza gli aiuti europei e con i bassi prezzi di vendita il guadagno è quasi nullo. Tra i progetti di solidarietà, Equo Sud promuove la vendita dei prodotti in modo trasparente, risposta indiretta alla polemica sulle multinazionali come la Coca-Cola, accusata di acquistare arance a prezzi troppo bassi. Tripodi lancia un appello: «Rosarno non può essere lasciata sola». Non a caso, sistema agroalimentare e illegalità sono al centro dell’indagine completata a luglio dalla commissione Agricoltura della Camera presieduta da Paolo Russo (Pdl), nella quale sono stati sollecitati anche interventi legislativi per aiutare il mondo agricolo.

Mentre alla prefettura di Reggio Calabria è fissata una riunione per reperire risorse per le strutture di accoglienza, il prefetto, Vittorio Piscitelli, spiega a Panorama che «è previsto un progressivo incremento delle presenze di immigrati nelle prossime settimane. La situazione è seguita dalle forze di polizia anche se, al momento, non si registrano tensioni». E continuano i controlli «da parte della direzione provinciale del lavoro e delle amministrazioni competenti». Contro lo sfruttamento, ieri come oggi.

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Maria Pirro