Il futuro dell'Ilva appeso al riesame
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Il futuro dell'Ilva appeso al riesame

Il Consiglio dei Ministri vara un decreto e destina 366 milioni per bonificare le aree dell'Ilva, ma l'attesa è tutta per la decisione del tribunale

Sono i primi fondi per una bonifica che è altrettanto epocale quanto la possibile decisione di spegnere gli altiforni della centrale siderurgica dell’Ilva di Taranto.

Il consiglio dei Ministri ha infatti decretato lo sblocco di 336 milioni di euro per avviare la bonifica immediata delle aree industriali tarantine. Fondi che si aggiungono ai 21 milioni già destinati questa mattina nel corso della riunione Cipe tenutasi in presenza del ministro Fabrizio Barca. Una soluzione che si attendeva e che tende a stemperare il clima teso che si respira in città.

Soddisfazione è stata espressa dal governatore pugliese, Nichi Vendola: “È una buona notizia. Insieme, con rigore e serietà siamo stati all’altezza della drammaticità del passaggio che stiamo vivendo. La scelta del governo - sottolinea il presidente della regione Pugliaè stata quella di accogliere il suggerimento che la Regione Puglia, la Provincia e il Comune di Taranto avevano avanzato  nel corso dell'incontro a Bari con il Ministro dell'Ambiente Corrado Clini. Il decreto legge è lo strumento giusto, svincola immediatamente risorse che possono essere subito cantierizzate e individua la figura di un commissario straordinario per la gestione di questa fase”.

Tafferugli ieri intanto, hanno visto protagonisti alcuni operai dell’Ilva e i sindacati, tra cui anche la Fiom. Fischiati la leader Susanna Camusso e il segretario dei metalmeccanici, Maurizio Landini. Di certo la scelta di intervenire tempestivamente sia dal punto di vista ambientale che sanitario è dettata dall’emergenza. Le risorse per Taranto non finiscono qui. La città - come sottolineato dal ministro della Salute, Renato Balduzzi -  è stata inclusa nel Progetto “Sentieri” (Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento ), finanziato dal ministero della Salute e condotto sotto il coordinamento dell’Istituto superiore di sanità.

Ma a pesare è la decisione che si attende dal Tribunale del Riesame che si deve esprimere sul sequestro degli impianti e sul ricorso presentato dalla famiglia Riva, i proprietari dell’Ilva. I sigilli sono stati affissi il 26 luglio scorso.

Questa mattina, all’apertura dell’udienza, è stata rigettata l’eccezione della procura sulla legittimità del riesame. I pm chiedevano che il riesame si pronunciasse a settembre anziché ad agosto, come prevederebbe il codice. La decisione arriverà non oltre il 9 agosto. Ma a tenere banco, in città, sono gli interrogativi sul contenuto delle intercettazioni che i pm avrebbero effettuato.

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Carmelo Caruso