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Il sacerdozio femminile? Non si farà

Papa Francesco ripete il suo "no" a quanti spingono per l'apertura alle donne al sacramento riservato solo agli uomini

Un freno alle spinte “eccessivamente” progressiste e, nello stesso tempo, un ramoscello d'ulivo in segno di pace per le componenti conservatrici e tradizionaliste. Come dire, il classico colpo al cerchio ed uno alla botte per cercare di portare “ordine” nella Chiesa cattolica, quello che papa Francesco ha dato tramite il rilancio di un nuovo “no” a un tema, il sacerdozio femminile, che sta facendo sempre più proseliti, specialmente in quei paesi dove le crisi vocazionali sono più accentuate.

Un “no” già ampiamente pronunciato dagli ultimi due Pontefici, il papa emerito Benedetto XVI e Giovanni Paolo II, al quale lo stesso Bergoglio ha fatto riferimento quando, nel suo viaggio di ritorno dalla visita lampo in Svezia dello scorso anno, sollecitato dai giornalisti proprio sulla possibilità di un futura ammissione delle donne al sacerdozio disse che “su questo tema ha già risposto il mio venerato predecessore Giovanni Paolo II...”. Facendo capire che non ci sarebbe stata nessuna novità in materia.

Tuttavia, un nuovo fermo “no” è arrivato martedì scorso tramite l'Osservatore Romano, il giornale della Santa Sede, che a sorpresa ha pubblicato un commento del Prefetto della Congregazione della Dottrina delle Fede (l'ex Sant'Uffizio), il gesuita prossimo cardinale Luis Ladaria, che – ispirato riservatamente dall'altro grande gesuita che regna in Vaticano, papa Jorge Mario Bergoglio – ha ribadito, tassativamente, che nella Chiesa cattolica saranno solo gli uomini ad essere consacrati sacerdoti “come avviene da oltre 2 mila anni da quando Gesù istituì questo sacramento con i suoi 12 apostoli..”.

Le motivazioni

La Chiesa, ricorda il cardinale Ladaria sull'Osservatore, "esclude che il sacerdozio ministeriale possa essere validamente conferito alle donne" e "desta seria preoccupazione” vedere che qualcuno ancora mette “in dubbio questa dottrina". Un verità evangelica a detta del porporato che va interpretata così: “Cristo ha voluto conferire questo sacramento ai dodici apostoli, tutti uomini, che, a loro volta, lo hanno comunicato ad altri uomini", citando, tra l'altro, anche la lettera apostolica Ordinatio sacerdotalis di Giovanni Paolo II del 22 maggio 1994, nella quale si legge che il testo wojtyliano “ha insegnato 'al fine di togliere ogni dubbio su di una questione di grande importanza che attiene alla stessa divina costituzione della Chiesa e "in virtu" del (suo) ministero di confermare i fratelli' (cfr. Luca, 22, 32), 'che la Chiesa non ha in alcun modo la facoltà di conferire alle donne l'ordinazione sacerdotale e che questa sentenza deve essere tenuta in modo definitivo da tutti i fedeli della Chiesa' (n. 4)”.

“La Congregazione per la dottrina della fede, in risposta a un dubbio sull'insegnamento di Ordinatio sacerdotalis, ha ribadito che si tratta di una verità appartenente al deposito della fede"."In questa luce - continua Ladaria - desta seria preoccupazione veder sorgere ancora in alcuni paesi delle voci che mettono in dubbio la definitività di questa dottrina. Per sostenere che essa non è definitiva, si argomenta che non è stata definita ex cathedra e che, allora, una decisione posteriore di un futuro Papa o Concilio potrebbe rovesciarla. Seminando questi dubbi si crea grave confusione tra i fedeli, non solo sul sacramento dell'ordine come parte della costituzione divina della Chiesa, ma anche sul magistero ordinario che puo' insegnare in modo infallibile la dottrina cattolica".

Perché anche Papa Francesco è daccordo

I dubbi sollevati "sulla definitività di Ordinatio sacerdotalis hanno conseguenze gravi anche sul modo di comprendere il magistero della Chiesa", avverte il porporato. "È importante ribadire che l'infallibilità non riguarda solo pronunciamenti solenni di un Concilio o del Sommo Pontefice quando parla ex cathedra, ma anche l'insegnamento ordinario e universale dei vescovi sparsi per il mondo, quando propongono, in comunione tra loro e con il Papa, la dottrina cattolica da tenersi definitivamente", precisa Ladaria che cita anche Benedetto XVI e Francesco che hanno confermato l'esclusione del sacerdozio femminile. Certamente, conclude, "la differenza di funzioni tra l'uomo e la donna non porta con sè nessuna subordinazione, ma un arricchimento mutuo. Si ricordi che la figura compiuta della Chiesa è Maria, la Madre del Signore, la quale non ha ricevuto il ministero apostolico. Si vede così che il maschile e il femminile, linguaggio originario che il creatore ha iscritto nel corpo umano, sono assunti nell'opera della nostra redenzione".

Nemmeno col “rivoluzionario” papa Francesco la Chiesa cattolica avrà, dunque, donne sacerdote. Già si sapeva. Ma ora, il prefetto dell'Ex Sant'Uffizio, facendosi “portavoce” di Bergoglio lo ha nuovamente ribadito. Farà sicuramente piacere ai tradizionalisti che non mancano nemmeno tra vescovi e cardinali. Ma non esulteranno di sicuro i cosiddetti progressisti, che, però, di fronte al nuovo solenne “no” è probabile che punteranno verso un piano “B” che prevede l'avvento delle dioconesse, come era nei primi anni del cristianesimo, figure consacrate che non potevano celebrare Messa. “Ma la strada sarà lunga,  difficile e dagli esiti incerti..”, mettono le mani avanti Oltretevere.

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Orazio La Rocca