Il grido d'allarme degli aeroporti italiani, uccisi dal Covid e dal silenzio del governo
Assaeroporti ha diffuso i dati del 2020: -70% rispetto al 2019. A settembre addirittura -83%. Il Presidente Palenzona: "aiuti dal governo o è la fine"
Che la Pandemia abbia colpito soprattutto il mondo del turismo e dei trasporti è cosa nota. Pochi però sanno che a finire in ginocchio non sono solo alberghi e compagnie aeree. Quando si parla di viaggi, in particolare di voli non si tiene troppo in considerazione la situazione degli aeroporti italiani, vere e proprie aziende che forse stanno pagando il peso maggiore di questa crisi improvvisa ed imprevedibile.
Una crisi pesantissima confermata dai dati del crollo del traffico aereo in questo 2020 diffusi da Assaeroporti. Un -70% che rende difficile la sopravvivenza quotidiana di queste strutture ed aziende, essenziali per la mobilità, per il turismo, per l'economia.
«Il mio è un vero grido d'allarme! Abbiamo bisogno subito di misure economiche di supporto diretto agli aeroporti per consentirci di superare questo interminabile periodo di estrema difficoltà. In serio pericolo è la sopravvivenza degli scali nazionali, la realizzazione dei piani degli investimenti e soprattutto il mantenimento di livelli occupazionali. Il sistema aeroportuale italiano, che è sempre stato volano di crescita e sviluppo per l'economia nazionale ed essenziale per garantire la connettività di interi territori del nostro Paese – afferma il Presidente di Assaeroporti Fabrizio Palenzona - sta registrando una crisi finanziaria senza precedenti a causa dell'emergenza Covid-19. La comunità aeroportuale comprende circa 150 mila persone e il nostro settore sostiene 880 mila lavoratori, tenuto conto dell'impiego diretto, indiretto, indotto e catalitico».
Fabrizio Palenzona (Pres. Assaeroporti)
Gli aeroporti italiani registrano un nuovo pesante crollo e, dopo la timida ripresa dei mesi estivi, chiudono settembre con soli 5.738.268 passeggeri, il 69,7% in meno rispetto al 2019, cifre che riportano il settore indietro di 25 anni, ai livelli registrati nel 1995. In particolare, il dato relativo ai voli Extra UE registra un drammatico calo del 91% riconducibile soprattutto alle quarantene e alle restrizioni imposte dai singoli Stati ai viaggi aerei. Altrettanto marcata la contrazione del traffico UE, pari al -78%, mentre più contenuta, ma comunque significativa, quella dei voli nazionali, -46%. Numeri in discesa anche per i movimenti e il cargo aereo, che si attestano rispettivamente a -50% e -23,4%, sempre rispetto a settembre 2019.
I Dati di Assaeroporti
Infografica Aeroporti_ Scenario impatto emergenza Covid.pdf
Lo scenario, critico, emerge anche dai dati relativi al periodo marzo-settembre 2020: dal lockdown ad oggi il sistema aeroportuale nazionale ha perso l'83% dei passeggeri, il 68% dei movimenti aerei e il 33% delle merci. Si evidenzia, inoltre, la sempre minore propensione al viaggio e al turismo e una ripresa del traffico aereo sui livelli pre-Covid, non prima del 2024-2025, secondo le ultime proiezioni formulate da ACI Europe.
A fronte di questi dati, Assaeroporti stima che l'anno potrebbe chiudersi con 58 milioni di passeggeri, il 70% in meno rispetto ai 193 milioni registrati nel 2019 e con una contrazione del fatturato per i gestori aeroportuali pari a 2 miliardi di euro.
«Noi tutti siamo chiamati a lavorare in una prospettiva di medio-lungo periodo, coscienti che quando supereremo questa drammatica situazione e la ripresa si sarà avviata, gli aeroporti svolgeranno sempre una funzione fondamentale per la connettività e lo sviluppo economico di ogni Paese».