brigate rosse 1972
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Idalgo Macchiarini: storia e cronaca del primo sequestro delle Brigate Rosse

Il dirigente SIT-Siemens recentemente scomparso fu rapito per mezz'ora dalle BR il 3 marzo 1972. I fatti e il clima politico e sociale di quei giorni

E' morto ad Imperia all'età di 88 anni l'ex dirigente SIT-Siemens, il primo ad essere rapito e processato dalle Brigate Rosse agli albori della loro attività. Ripercorriamo la cronaca del sequestro nel clima della Milano degli anni di piombo.

Milano, Piazzale F.lli Zavattari. Ore 19:00 del 3 marzo 1972

Sono le ore 19 in piazzale Zavattari, non lontano dallo stadio di San Siro. Un uomo elegante esce dalla sede della SIT-Siemens, la grande azienda di telecomunicazioni italiana a partecipazione statale. Idalgo Macchiarini è dirigente del settore Operazioni, ha 42 anni, è sposato con due figli e abita poco lontano dal suo ufficio, in via Harar al civico numero 9.

La fine di una giornata apparentemente normale, quella del 3 marzo 1972, venne a cadere in un periodo di tensione politica e sociale crescente per la storia d'Italia. La profonda crisi politica stava determinando la rapida fine del lungo periodo dei governi di Centro-sinistra, erosi dalla violenza eversiva culminata con i morti di piazza Fontana, dalla rivolta studentesca e dall'autunno caldo del 1969, dall'acuirsi dello scontro ideologico degli opposti estremismi di natura extraparlamentare e dalla rinascita delle spinte dei movimenti di estrema destra. L'inizio del 1972 era stato segnato da un susseguirsi continuo di episodi di violenza e di intimidazione (molte erano state le auto di dirigenti missini date alle fiamme, tra cui quella di Ignazio La Russa). Altrettanto frequenti gli scontri di piazza. Dalla lotta di classe, le frange più estreme stavano già progettando il passaggio alla guerra di classe.

Macchiarini si incammina verso casa imboccando la via Mosè Bianchi, tranquilla strada residenziale di ville e case signorili in zona Fiera. A lato strada è parcheggiato un anonimo furgoncino Fiat 850T proprio dove il dirigente Siemens aveva parcheggiato la sua auto quella mattina. Di colpo un uomo con il volto coperto da un passamontagna e vestito con una tuta da lavoro blu lo colpisce violentemente con un pugno in un occhio. Stordito, Macchiarini viene caricato nel vano senza vetri del furgoncino, le mani ed i piedi legati.

Il viaggio dura circa un quarto d'ora. Poi l'autista si ferma. E'all'interno dell'angusto vano dell'850T che avverrà il primo processo delle Brigate Rosse. La pena è in questo caso "!eggera". Il processo proletario, la cui sentenza è resa nota dal volantino dattiloscritto con la stella a cinque punte, parla di "libertà provvisoria" per il "tipico neofascista. Un neofascista in camicia bianca, cioè una camicia nera dei nostri tempi".

Alle redazioni dei giornali sarà inviata una fotografia scattata durante il rapimento, poi passata alla storia. Macchiarini regge un cartello con la scritta "Mordi e fuggi, niente resterà impunito. Colpiscine 1 per educarne 100. Tutto il potere al popolo armato!" Il linguaggio, che anticiperà quello dei futuri drammatici comunicati fino al sequestro Moro, erano un collage di frasi dei grandi rivoluzionari comunisti: Che Guevara per il Mordi e fuggi ed una variazione del "castiga uno, educane 100" pronunciato da Lenin nel 1905.  Contro la guancia destra di Macchiarini i rapitori premono la canna di una pistola. E' il primo esempio della tipica iconografia brigatista ripetuta più volte negli anni successivi.

Milano, Via Alfredo Pizzoni (Zona Gallaratese) ore 20 circa

L'incubo di Macchiarini dura in tutto circa mezz'ora. Letta la sentenza nella prima ed improvvisata prigione del popolo, i brigatisti lasciano solo il loro primo ostaggio politico ancora legato, seppur in modo approssimativo. Macchiarini riesce a sciogliere i nodi a polsi e caviglie ed intravvede allontanarsi in fretta una "500" ed  una "124". Quando il dirigente Siemens esce dal furgoncino, il panorama è cambiato totalmente: si trova ora tra le case popolari e i capannoni di un quartiere proletario della periferia ovest di Milano.

E' stato rilasciato al Gallaratese, in via Alfredo Pizzoni, una strada secondaria. Sotto choc, Macchiarini si trascina fino alla vicina sede della "Elizabeth Arden", la multinazionale della cosmetica, dove viene soccorso dal giovane custode in servizio. Le sue condizioni sono buone, e viene portato al Fatebenefratelli al pronto soccorso oftalmico a causa del pugno nell'occhio. sarà sentito subito dopo dagli inquirenti in Questura, che procederanno alle perquisizioni nelle abitazioni di fiancheggiatori e simpatizzanti delle nascenti Brigate Rosse nell'area "calda" SIT-Siemens e Pirelli.

All'organizzazione del primo rapimento-lampo sotto la stella a cinque punte avevano partecipato i grandi protagonisti della prima e della seconda fase delle Brigate Rosse: Renato Curcio, Mara Cagol, Alberto Franceschini e Mario Moretti, che fu reclutato proprio alla SIT-Siemens.

L'incipit della violenza brigatista

Sulla prima azione da "tupamaros" (come venivano chiamati i brigasti dalla stampa di quei giorni) il mondo della sinistra si spaccò. Il Pci condannava senza appello dalle colonne de "L'Unità", ma "Lotta Continua" approvava apertamente l'azione di guerriglia contro gli "oppressori del proletariato". La manifestazione del movimento studentesco indetta per l'11 marzo a Milano finisce a colpi di molotov con la Polizia. Il precipitare verso una spirale di violenza nel panorama della lotta di classe fu compreso da Giangiacomo Feltrinelli che passò all'azione trovando la morte due settimane dopo sul traliccio di Segrate. Il 17 marzo in via Cherubini viene assassinato il Commissario Luigi Calabresi.

Il blitz dimostrativo su Idalgo Macchiarini fu l'apripista di una serie di sequestri per mano brigatista. Il 12 febbraio 1973 viene rapito il sindacalista Cisnal Bruno Labate; il 28 giugno il dirigente Alfa Romeo Michele Minguzzi. Il 10 dicembre 1973 è la volta del capo del personale Fiat Ettore Amerio. Il 18 aprile 1974 tocca al giudice Mario Sossi.

Se fortunatamente Macchiarini uscì quasi integro nel fisico il sangue, quello degli omicidi, scorrerà per la prima volta il 15 ottobre 1974. Nel conflitto a fuoco di Robbiano di Mediglia (Milano) durante l'irruzione nel covo delle BR moriva l'anziano maresciallo dei Carabinieri Felice Maritano per mano di uno dei capi storici della lotta armata a cinque punte, Roberto Ognibene.

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Edoardo Frittoli