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I Carabinieri: cittadinanza italiana all'ucraino ucciso mentre sventava una rapina

Proposta per il conferimento della cittadinanza ad Anatolij Korol che sabato è morto intervenendo in un supermercato vicino a Napoli

I Carabinieri stanno valutando la possibilità di presentare una proposta per il conferimento della cittadinanza italiana ad Anatolij Korol, il muratore ucraino di 38 anni ucciso la sera di sabato scorso da due banditi in un supermercato di Castello di Cisterna (Napoli) mentre cercava di sventare una rapina.

Gli stessi Carabinieri, inoltre, stanno istruendo una proposta per una ricompensa al valore civile per il muratore "eroe".

Sul fronte delle indagini, intanto, si attende per oggi il conferimento dell'incarico per l'esecuzione dell'autopsia dalla quale potrebbero arrivare elementi utili agli investigatori per l'individuazione dei responsabili del delitto.

Dal controllo delle immagini dei sistemi di videosorveglianza, interni ed esterni al supermercato, è emerso che i due rapinatori indossavano delle maschere da carnevale sotto caschi integrali da motociclista.

Ieri è stato trovato lo scooter, Honda Sh, usato per il colpo: i rapinatori gli hanno dato fuoco nelle campagne di Brusciano (Napoli). Dagli accertamenti è emerso che il mezzo è stato rubato lo scorso 7 agosto a Pomigliano d'Arco (Napoli).

"Mani piene di umanità"
"A mani libere e piene di umanità, come quelle di Anatolij": è quanto scrive il vescovo di Nola (Napoli), Beniamino Depalma, in un messaggio in ricordo di Anatolij Korol.

Nel messaggio il presule invita a "raccogliere il testimone" del gesto dell'ucraino e chiede ai responsabili del delitto "il coraggio di prendere atto del male che hanno fatto e di assumersi tutta la responsabilita' del gesto che hanno compiuto: se recupereranno tale coscienza - scrive il vescovo - dimostreranno che nel loro cuore c'è ancora un seme di umanita'".

Domenica sera Depalma, che avrebbe voluto celebrare i funerali dell'uomo che è di credo ortodosso, ha officiato una cerimonia religiosa nella chiesa di Castello di Cisterna, per "affidare al Signore il buon Anatolij, pregare per i suoi cari, invocare la pace per la nostra terra".

"Anatolij - scrive ancora mons. Depalma - era giunto in questo nostro territorio per vivere con la sua famiglia una vita più dignitosa: vi ha trovato la morte, seppure da eroe. Dobbiamo raccogliere il suo testimone, non possiamo lasciare che il suo gesto venga dimenticato, così come non possiamo dimenticarci della sua famiglia, della giovane moglie e dei figli".

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Redazione