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Giornata mondiale senza tabacco, il futuro sarà a zero fumo

Abbandonare la sigaretta resta la scelta migliore, ma chi non riesce a smettere può considerare alternative di nuova generazione

Con uno slogan evocativo e potente, «non lasciare che ti tolga il respiro», l’Organizzazione mondiale della Sanità ha lanciato l’edizione 2019 della Giornata mondiale senza tabacco. Cade oggi, venerdì 31 maggio, e vuole attirare l’attenzione sui danni devastanti del fumo per la salute umana: è la causa primaria del cancro ai polmoni, uccide 7 milioni di persone l’anno, di cui 890 mila per il solo fatto di vivere vicino a chi consuma sigarette. Smettere subito è la soluzione più intelligente; non cominciare mai, la scelta più sensata.

La galassia delle alternative

Nel mezzo c’è un altro pezzo di mondo che va raccontato, quello di chi non riesce o non vuole staccarsi da un rito che fa parte della sua quotidianità. A questo segmento di consumatori guardano alternative di ultima generazione come le sigarette elettroniche e i dispositivi che scaldano il tabacco anziché bruciarlo. Prodotti la cui prerogativa è produrre livelli più bassi di alcune sostanze tossiche rispetto alle sigarette. A dirlo, ecco la novità recente, non sono le società che li portano sul mercato per fare profitti, ma la Fda, la Food and drug administration. L’influente ente governativo americano chiamato a regolamentare i prodotti farmaceutici statunitensi. Poche settimane fa ha autorizzato la vendita di Iqos, il primo della categoria a tabacco riscaldato. L’autorità ha definito Iqos uno strumento «appropriato alla protezione della salute pubblica» (la traduzione è letterale), dopo aver esaminato milioni di pagine di studi nell’arco di due anni di analisi e approfondimenti.

Lavori in corso

Non significa che non faccia male. Può fare meno male rispetto alle sigarette. D’altronde, l’autorità non ha ancora deliberato su una seconda richiesta presentata da PMI (Philip Morris International), l’azienda che produce Iqos e vorrebbe commercializzarlo con l’etichetta di prodotto a rischio ridotto. Siamo ancora nella fase dei lavori in corso, ma qualcosa è cambiato: «Il rigoroso processo scientifico portato avanti in questi anni dalla Fda rappresenta un esempio di come attori diversi, nel rispetto dei propri ruoli, possano lavorare insieme per risolvere un problema come quello del fumo» rileva Marco Hannappel, amministratore delegato di Philip Morris Italia. Il nostro Paese, peraltro, avrà ricadute dirette da questa decisione: «Per l’Italia» sottolinea Hannappel «la scelta della Fda costituisce una grandissima opportunità industriale, in quanto gli Heatsticks (le ricariche di tabacco di Iqos, ndr) per il mercato americano saranno inizialmente fabbricati a Bologna». Dove ha sede il principale impianto internazionale dell’azienda dedicato ai prodotti innovativi, realizzato con un investimento di oltre 1 miliardo di euro che ha previsto anche 1.200 assunzioni. È solo un tassello dell’impegno generale assunto da PMI, che come suo obiettivo finale vuole smettere di produrre sigarette. Per avvicinarsi a questo traguardo, in Italia ha abbassato di mezzo euro il prezzo degli Heatsticks, per renderli più accessibili ai fumatori adulti. Nel mondo ha lanciato la campagna «Unsmoke», una dichiarazione di guerra al fumo tradizionale pronunciata da chi storicamente ne è stato tra i principali artefici. Un modo per ribadire il cambio di passo.

Già 10 milioni di consumatori  

La campagna è stata approfondita nei giorni scorsi durante un evento nel centro di ricerca e sviluppo di PMI in Svizzera, alla presenza di figure di spicco del management della società. A Panorama la riassume Eugenio Sidoli, presidente di Philip Morris Italia: «Abbiamo intrapreso un percorso ambizioso e irreversibile, che ha l’obiettivo di rendere il fumo di sigarette un retaggio del passato grazie ad alternative senza combustione che hanno il potenziale per migliorare la qualità della vita di milioni di fumatori adulti in tutto il mondo. Oggi, per la prima volta nella storia, eliminare il fumo sembra una sfida possibile». Ma serve il contributo di tutti: «Oltre al ruolo che deve giocare l’impresa» spiega Sidoli «è necessaria una seconda condizione. Che società civile e governi accettino che un futuro senza fumo ha bisogno di un presente senza pregiudizi, ammettendo che le competenze e le risorse dell’industria possono rivestire un ruolo importante nella soluzione del problema». Intanto, per accompagnare e divulgare il cambiamento in corso, la giornata mondiale senza tabacco potrebbe adeguarsi ai tempi ed essere ribattezzata la giornata senza fumo. Al 31 marzo, Iqos contava 10 milioni di consumatori a livello globale. Di questi, il 70 per cento aveva detto addio alle sigarette tradizionali. Chi non ha la forza di smettere, ha bisogno di essere informato delle alternative a sua disposizione. Solo così può fare scelte consapevoli.

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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