caso bozzoli
ANSA/FILIPPO VENEZIA
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Giallo di Brescia, tutti gli scenari possibili in attesa dell'autopsia

Morte naturale, per assideramento o violenta. Le analisi sul corpo dell'operaio Ghirardini decisive anche per la scomparsa di Bozzoli

Su un punto gli inquirenti sembrano non avere dubbi: la morte dell'operaio Giuseppe Ghirardini sarebbe collegata alla scomparsa di Mario Bozzoli, l'imprenditore di Marcheno, in provincia di Brescia, del quale si sono perse le tracce la sera di giovedì 8 ottobre.

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Il problema è quello di unire i due eventi attraverso elementi oggettivi e non soltanto intuizioni o suggestioni investigative.

Ecco perché procura e carabinieri di Brescia aspettano con il fiato sospeso il risultato dell'autopsia sul cadavere di Ghirardini, che dovrà stabilire la causa di morte.

Nessuno lo dirà mai, ma in queste ore si fanno gli scongiuri contro quella che da un punto di vista investigativo sarebbe l'ipotesi più nefasta, ovvero che l'operaio sia deceduto per morte naturale.

Sarebbe come spianare totalmente la strada alle indagini per essere poi costretti a muoversi senza un percorso in qualche modo tracciato. Al buio.

Tolta questa eventualità, non sarebbe di grande aiuto neppure la morte per assideramento: Ghirardini si sarebbe lasciato morire. La posizione in cui è stato trovato il corpo, prono e rannicchiato, sarebbe del tutto compatibile.

Ma anche in questo caso, sarebbe poi difficile trovare le risposte ad alcune domande: perché lo avrebbe fatto? Si era reso responsabile di qualcosa che aveva finito per corrodere la sua coscienza?

Rimane una ultima possibilità, la migliore, naturalmente da un punto di vista investigativo: la morte violenta. Si aprirebbe uno scenario diverso, Ghirardini potrebbe aver visto qualcosa che non doveva vedere. Sarebbe quindi diventato scomodo e da eliminare.

Ma anche qui ci sarebbe una questione da chiarire: perché non avrebbe denunciato subito quello che ha visto? Per paura di perdere il posto di lavoro? Difficile ipotizzarlo. Perché in qualche modo coinvolto? Possibile, ma tutto da dimostrare.

La sensazione di queste ore è che gli inquirenti abbiano ben chiaro il quadro delle responsabilità, ma non sia facile trovare i riscontri oggettivi. A cominciare dall'eventuale corpo dell'imprenditore scomparso, del quale non c'è assolutamente traccia all'esterno dell'azienda.

Dentro la fonderia oggi sono tornati i carabinieri del Ris, e questa volta in compagnia della super esperta Cristina Cattaneo, l'anatomopatologa dell'Istituto di Medicina Legale di Milano.

Si cerca una traccia di Bozzoli, anche la più microscopica. Sebbene sarebbe molto più facile cercare un ago in un pagliaio.

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Carmelo Abbate