Francesco: per i fedeli in piazza è già il "Papa del popolo"
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Francesco: per i fedeli in piazza è già il "Papa del popolo"

Il papa argentino recita il Padre Nostro e conquista Piazza San Pietro

Oggi lo fanno”. La piazza certe cose le sa. Se le sente. Da che? Dal cuore. E dai segni. Quali? “Guardi il comignolo, lo vede quel gabbiano bianco che ci si è appollaiato su? E' il segnale”.

Piove, l'aria è umida, fa freddo. Qualcuno, in attesa da ore del nuovo Papa, collassa a terra in una pozza d'acqua. Eppure, minuto dopo minuto, l'afflusso di gente aumenta e insieme la suggestione collettiva che quello di oggi possa essere davvero il giorno buono.

José, un novizio messicano di 26 anni, confida nell'elezione di un Papa con l'energia necessaria per innescare un profondo cambiamento nella Chiesa, che la riavvicini alle persone, ai più poveri, agli emarginati.

C'è chi, come Gianluca, percepisce invece più curiosità che emozione rispetto a otto anni fa, quando l'apparizione di Josef Ratzinger vestito di bianco non riuscì a cancellare davvero

il dolore per la morte di Karol Wojtyla. Spera che questa volta non diventi Papa un europeo, meno che mai un italiano, “perché in giro nel mondo ci sono tanti fedeli molto più appassionati di noi ed è giusto che abbiano il loro rappresentante”. Per tutta la giornata di ieri ha pregato Dio di dargli il tempo di arrivare a Roma e di non sbrigarsela già al primo scrutinio.

Una preghiera accolta visto che alla fine ne saranno serviti cinque, uno in più di quelli per nominare Benedetto XVI.

Quando ormai Piazza San Pietro e via della Conciliazione si sono trasformate in un'unica gigantesca distesa di ombrelli, succede infatti che il cielo sulla Sistina si colori inconfondibilmente di bianco.

Sono le 19.06, la fumata è densa e sembra non finire più. Dura per un quarto d'ora buono mentre le campane della Basilica suonano a festa e la piazza avanza d'impulso verso il sagrato, grida, si abbraccia, piange, si illumina dei flash di migliaia di macchinette fotografiche. Chi riesce a prendere la linea telefona a casa, alla mamma, agli amici. “Carmè, un'emozione indescrivibile. Dovresti essere qui”.

La banda dei carabinieri in alta uniforme esegue l'inno Vaticano e in successione quello di Mameli.

Alessandra non sta nella pelle e quasi non crede ai suoi occhi: è la seconda volta che le capita di arrivare a San Pietro al momento della fumata bianca.

Ma chi sarà questa volta il prescelto? “L'importante è che sia qualcuno che sappia portare la croce” risponde Incoronata, che di Conclavi se ne è già visti dal vivo ben tre.

Sandro, 59 anni, era qui, da giovane studente, nel 1978 quando all'annuncio del Camerlengo di allora, Sebastiano Baggio, tutti si guardarono in faccia senza capire chi fosse quel “Carolum” che diventava Papa.

Una sorpresa che si è rinnovata oggi quando il protodiacono, cardinale Jean-Louis Tauran, ha pronunciato l'atteso “Habemus Papam” e il nome del nuovo pontefice, quello del gesuita, arcivescovo di Buenos Airse, Jorge Mario Bergoglio, 76 anni, che ha scelto di essere PapaFrancesco.

Il primo sudamericano della storia ad affacciarsi alla loggia di San Pietro è apparso poco dopo le 20, senza indossare la stola, in segno di umiltà.

Sembra che i cardinali siano venuti a prendere il nuovo Papa quasi alla fine del mondo” esordisce con voce emozionata ma ferma e dolce nello stesso tempo. “Alla fine del mondo”: quattro parole destinate a restare nella storia e nel cuore di tutti i fedeli.

Papa Francesco rivolge subito un pensiero al suo predecessore Benedetto XVI che chiama “vescovo emerito” e prima di dare la benedizione chiede al popolo di Dio una preghiera per sé.

Per la prima volta nella storia, il 266esimo successore di Pietro, recita, insieme alla piazza, visibilmente commossa, il Padre Nostro seguito dall'Ave Maria e dal Gloria.

Padre Ugo Ryan, viceparroco di origini irlandesi in una Chiesa romana, sottolinea la scelta del nome Francesco come simbolo di  fraternità, amore, semplicità e soprattutto di povertà.

Alexander Koller, ricercatore presso l'Istituto Storico Germanico di Roma, quella della prima volta di un gesuita – l'ordine per antonomasia più fedele ai papi - alla guida della Chiesa.

A chi invece non servono tante spiegazioni sono Lidia e Ricardo, marito e moglie in vacanza a Roma, arrivati proprio da Buenos Aires. Tra tutti i cattolici presenti in piazza, loro sono sicuramente tra quelli che Papa Jorge Mario lo conoscono meglio. E lo descrivono, emozionatissimi, come un uomo “muy aperto, muy affettuoso”, vicino al popolo, democratico, riformatore. Ma soprattutto “capace di parlare al cuore delle persone”.

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Claudia Daconto