Femminicidio: l'omicida si vede da come scrive
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Femminicidio: l'omicida si vede da come scrive

Dalla scrittura è possibile individuare un potenziale stalker o un omicida. Ma i primi segni dell'aggressività di un uomo emergono già all'asilo dai primi scarabocchi.

“L’uomo che maltratta e uccide una donna è da sempre un soggetto violento, fin dai primi giorni della sua vita”. Fin dai primi disegni, quelli realizzati all’asilo, è possibile individuare un potenziale “femminicida”. Secondo gli esperti addirittura dagli scarabocchi è possibile capire se quel bambino diventerà un adulto aggressivo, un potenziale stalker o un omicida.    

Dottoressa Cinzia Altieri, grafologa, criminologa e pedagogista clinico, è possibile dalla scrittura capire se un soggetto è violento e se è capace di uccidere la propria compagna?
“Certo, dalla scrittura si può capire chiaramente se una persona è aggressiva. Non solo, è possibile individuare i vari gradi di aggressività, soprattutto quella elevata, di un soggetto verso le altre persone e quindi anche verso il coniuge. Questo non significa che un soggetto che manifesti aggressività nella scrittura sia un omicida ma potrebbe diventarlo nel caso in cui “saltassero” gli equilibri o quei “freni” che trattengono la sua violenza, trasformando così le sue potenzialità in atti concreti”.

A che età si può capire dalla scrittura se un uomo è violento?
“Fin dallo scarabocchio. Dunque prima di iniziare a scrivere. Dai primi disegni, dagli scarabocchi, è già possibile capire se quel bambino sarà potenzialmente un soggetto violento. Alle scuole elementari, la forza e l’aggressività che è presente in modo naturale in tutti i bambini è particolarmente evidente nella scrittura. Poi crescendo, con l’adolescenza è possibile individuare chiaramente in che modo questa aggressività che è presente in ciascuno di noi, viene canalizzata. Ci sono ragazzi che la canalizzano nella carriera scolastica, chi nell’affermazione personale, chi nella sfera emotiva..”

Nell’adolescenza si può capire anche se un soggetto diventerà violento con se stesso?
“Sì, in questo periodo è possibile individuare nella grafia se un ragazzo canalizza la propria aggressività verso se stesso oppure verso gli altri. In sostanza se è autodiretta oppure eterodiretta”.

Lei ha avuto modo di analizzare la scrittura e la personalità di uomini che hanno maltrattato e violentato le proprie compagne, commesso reati contro la persona e reati come rapine e furti. Che cosa è emerso?
“Questi uomini hanno identità molto deboli che compensano con un narcisismo elevato. Il raptus, in questi soggetti, è determinato dall’incapacità di tollerare le ferite narcisistiche. Solitamente i soggetti più violenti sono quelli che hanno una personalità molto rigida e un forte narcisismo che va a compensare un Super Io molto fragile”.

Molte donne, vittime di maltrattamenti, hanno dichiarato di non essersi mai accorte della violenza del proprio compagno prima della fine della loro relazione oppure dopo i primi litigi…
“No, purtroppo è una considerazione sbagliata. L’uomo aggressivo non diventa violento dopo il matrimonio o alla fine di una relazione. Quell’uomo è sempre stato violento fin da piccolo perché l’aggressività è sempre stata una sua caratteristica, ha sempre fatto parte della sua personalità. Poi, con il passare del tempo questa violenza ha subìto una maturazione, un’escalation fino ad arrivare al compimento di gesti estremi come ad esempio, uccidere la propria donna”.

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Nadia Francalacci