femminicidio
Ansa
News

Uccidere la moglie e prenderne pensione non è possibile

Il caso di Beatrice Ballerini e della sua pensione di reversibilità erogata al suo assassino sta facendo discutere il web. Il parere del legale Stefano Toniolo e del vicepresidente del Senato, Valeria Fedeli

E’ possibile uccidere la moglie e percepire la pensione di reversibilità? Può un uomo che ha perseguitato, seviziato e massacrato la propria compagna ereditare i beni della sua vittima? E in che modo i familiari delle vittime di femminicidio sono tutelati?
Nel 2012, Massimo Parlanti uccide la moglie Beatrice Ballerini, bancaria di Prato e madre di due bambini. Lui confessa l’omicidio e il giudice lo condanna a 18 anni di carcere. Ma nonostante la condanna e l’ammissione di colpevolezza, l’assassino di Beatrice, avrebbe diritto alla pensione di reversibilità della sua vittima: ben il 60 per cento.  Il restante 40%, invece, diviso tra i due figli minorenni della donna. L’Inps, al momento, non ha erogato la pensione all’uomo mentre sta già procedendo con la quota spettante ai figli. Ma, ad oggi, quei soldi gli spettano. Come è possibile che anche solo teoricamente l’assassino possa diventare l’intestatario della pensione di reversibilità della sua vittima? 

Il caso di Beatrice Ballerini, è diventata una “petizione online” che il fratello ha lanciato con l’obiettivo di modificare la legge che prevede la reversibilità pensionistica a favore dell’uxoricida.

In Italia, però, esiste già una legge del 2011 ma in molti non ne sono a conoscenza. Una legge che ovviamente non poteva tenere conto della presunzione d’innocenza fino all’ultimo grado di giudizio, elemento garantista  di un sistema democratico.  

Panorama.it ha intervistato un legale e il vicepresidente del Senato della Repubblica per cercare di fare chiarezza su come  funziona la normativa attuale e su come potrebbe cambiare in futuro per tutelare maggiormente i familiari delle vittime di femminicidio.

Ma Stefano Toniolo, avvocato penalista dello Studio Martinez-Novebaci, in Italia davvero il marito che sevizia e uccide la moglie ha diritto a percepire la pensione della consorte uccisa?
Nel 2011 è entrata in vigore una legge (la n, 125 del 27 luglio 2011) costituita da un solo articolo che ha espressamente previsto il divieto a godere della pensione di reversibilità o indiretta per  i familiari superstiti che siano stati condannati con Sentenza passata in giudicato per omicidio, anche preterintenzionale o come causa di altri reati, ai danni del pensionato deceduto.  Considerati i tempi della giustizia penale, può tuttavia verificarsi il paradosso per cui, in attesa del passaggio in giudicato della Sentenza, l’omicida fruisca della pensione di reversibilità. Per quanto un paradosso trattasi di una conseguenza del principio di presunzione di innocenza disciplinato dalla nostra Costituzione.  
 
Nel nostro ordinamento non è previsto un articolo che vieti all’uxoricida di ereditare ciò che era di proprietà della moglie?
Questa norma esiste. L’art. 463 del codice civile, infatti, espressamente prevede quale causa di indegnità ad ereditare quella di avere ucciso il de cuius. Tuttavia la Corte Costituzionale in primis, e la stessa Corte di Cassazione, hanno più volte affermato che il diritto di percepire la pensione del familiare deceduto spetta al superstite jure proprio e non jure successionis; in altre parole il superstite è titolare di un diritto di percepire la pensione del tutto a prescindere dalla successione aperta in conseguenza della morte del familiare. Ne consegue che le cause di indegnità dell’erede previste dal diritto successorio non si applicano alla fattispecie della percezione della pensione di reversibilità da parte del familiare superstite. Proprio per questo motivo il Legislatore ha dovuto introdurre la legge di cui le ho parlato.
 
Come occorre modificare, secondo lei,  la normativa vigente per evitare che un assassino posso godere dei benefici pensionistici che sarebbero spettati di diritto alla sua vittima?
La normativa in realtà esiste.
 
Eppure il Vice Presidente del Senato, Valeria Fedeli ha dato mandato all’ufficio legale, a seguito della petizione aperta sul caso di Beatrice Ballarini, di aprire un’istruttoria per capire se vi sono lacune giuridiche e se è necessario che il Legislatore apporti modifiche alla legge esistente introducendo una fattispecie nuova che vada a tutelare ulteriormente i figli o comunque gli eredi diretti delle vittime del femminicidio. Dal 1 agosto 2014, infatti, la Convenzione di Istanbul sul femminicidio, entrerà ufficialmente in vigore e sarà legge in tutta Europa. Anche l’Italia, uno tra i primi Paesi a sottoscriverla, dovrà adeguarsi e ovviamente dovrà tutelare, proteggere e garantire giustizia alle vittime. E con loro anche i familiari.

Senatrice Valeria Fedeli, vicepresidente del Senato con quale obiettivo ha dato mandato all’ufficio legale di aprire una istruttoria sul caso Ballarini?
Il caso della signora Beatrice, è il caso di femminicidio che è stato determinante per avviare una ricerca e una riflessione legislativa su come eventualmente migliorare la tutela dei familiari di tutte le vittime di femminicidio. In sostanza l’ufficio legale sta valutando se sia necessario introdurre nel nostro ordinamento che già può contare sulla legge del 2011, una nuova fattispecie legislativa che preveda una maggiore tutela dei minori.

Mi faccia un esempio…
Nel caso Ballarini, ad esempio, i figli della vittima stanno percependo solamente il 40 per cento della pensione della madre nonostante l’assassino della loro mamma abbia confessato. Quindi ci sia stata un'ammissione di responsabilità. Con l’ufficio legale, infatti, stiamo cercando di capire se è possibile introdurre una nuova norma che, pur nel rispetto delle garanzie della presunta innocenza fino all’ultimo grado di giudizio dell’accusato dell’omicidio, possa permettere l’erogazione totale della pensione di reversibilità della vittima a favore dei figli o degli eredi diretti.

Ma l’assassino della Ballerini non sta materialmente riscuotendo la pensione della sua vittima…
Attualmente c’è una sospensione della pensione nei confronti dell’assassino della Ballerini, ovvero non è materialmente erogata dall’Ente, però i figli possono solo godere solamente di meno della metà dell'intero importo. E questo, a mio parere, non è giusto. Ecco perché è allo studio dei nostri legali la possibilità di formulare un nuovo testo legislativo che possa prevedere l’erogazione totale della pensione di reversibilità della vittima in favore dei figli o familiari già a partire dalla sentenza di I° grado che condanna l’imputato. Adesso dobbiamo aspettare i pareri dei legali e se saranno favorevoli inizieremo il percorso legislativo.    
        
    

I più letti

avatar-icon

Nadia Francalacci