Falsi poveri e falsi invalidi. Ma lo Stato recupera i soldi?
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Falsi poveri e falsi invalidi. Ma lo Stato recupera i soldi?

Nel 2013 sono stati scovati oltre 3.400 truffatori. Ecco come e quando, secondo la Guardia di Finanza, lo Stato può  recuperare le somme versate

1.844 falsi poveri e 1.565 falsi invalidi. Dall’inizio dell’anno la Guardia di Finanza è riuscita a  rintracciare, incrociando le informazioni della propria banca  dati con quelle fornite dall’Inps, un numero esorbitante di persone che hanno indebitamente percepito erogazioni a sostegno del lavoro. Il valore complessivo? Superiore ai 60 milioni di euro. Cui bisogna aggiungere gli oltre 9 milioni di euro che lo Stato  ha indebitamente versato, fino al 2013, a 418 cittadini italiani, spesso possessori di ville di lusso e iscritti regolarmente presso all’Anagrafe dei Residenti all’estero, che per anni hanno continuato a percepire, attraverso persone delegate, il sussidio alla povertà cui non avevano diritto. Per capire le dimensioni del fenomeno, e per capire se e come lo Stato italiano rientrerà mai in possesso delle somme indebitamente versate, Panorama.it ha intervistato il tenente colonnello Vittorio Palmese, Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Frodi comunitarie della Guardia di Finanza, massimo esperto del settore.

Una cosa è scoprire la truffa. Altra è rientrare in possesso delle somme versate.
Quando vengono individuati  falsi invalidi oppure  falsi poveri, vengono immediatamente bloccate le erogazioni, dunque gli assegni di sussidio o pensioni intestate a questi soggettie questo evita che dalle casse dell’Erario continuino ad uscire indebitamente delle risorse. Per ogni singolo soggetto scoperto verrà aperto un fascicolo di indagine dall’Autorità giudiziaria mirato ad accertare ogni singolo abuso. Solo successivamente saranno confiscati i proventi illeciti.

Confiscare i proventi illeciti con gli interessi maturati negli anni. E se il truffatore non possiede la cifra che ha percepito indebitamente?
Fino ad una decina di anni fa la legge permetteva di valersi solo sui soldi presenti sul conto corrente o sui depositi del truffatore e se non vi era la cifra percepita illegalmente non era possibile per lo Stato recuperare quanto versato. L’attuale legislazione, invece, attraverso la “confisca per equivalente” permette di recuperare tutto il dovuto aggredendo non solo i conti correnti dei falsi invalidi oppure dei falsi poveri ma anche i beni in loro possesso. Ciò sta a significare che se un falso invalido ha percepito una pensione per un totale di 120 mila euro, lo Stato gli confischerà la casa o  altri beni di valore fino al raggiungimento della cifra dovuta. Lo Stato, con questa nuova legislazione aggredisce anche beni che sono stati ereditati. Ad esempio, se il falso cieco non era intestatario di una abitazione durante l’erogazione della pensione ma l’ha ereditata successivamente, lo Stato potrà comunque confiscargliela.

Molti  falsi invalidi, invece, sono persone che vivono in affitto  e non hanno un lavoro. In sostanza vivono con l’assegno truffato allo Stato. In questi casi come può l’Erario recuperare le cifre versate?
Non è possibile recuperare la cifra  perché non possiedono niente e la cifra versata dallo Stato è stata  ovviamente completamente utilizzata. In questi casi, però, l’intervento della Finanza diventa fondamentale per evitare che dalle casse dell’Erario vi siano sottratte altre risorse destinate a chi veramente si trova in stato di bisogno. Insomma, non gli viene più erogato il sussidio o la pensione.

ALTRI CASI, ALTRE TRUFFE. Solamente  bloccando i sussidi dei 418 falsi poveri residenti all’estero, l’Inps risparmierà oltre 2,5 milioni di euro all'anno. In Italia, invece, solo in provincia di Belluno  le fiamme gialle hanno individuato 10 finti poveri che hanno dichiarato redditi di gran lunga inferiori a quelli percepiti non solo per pagare meno tasse, ma anche per godere di alloggi di edilizia residenziale pubblica, buoni libro e borse di studio per i figli; uno di questi è stato “pizzicato” proprio mentre si stava recando a presentare la falsa dichiarazione I.S.E.E. direttamente a bordo del suo Suv.  A Pisa invece, all’ombra della Torre pendente un  falso cieco è riuscito a truffare lo Stato per oltre 500 mila euro. Il motivo della pensione di invalidità? Una malattia contratta durante il servizio militare. Ma di quella malattia esisteva ben poco considerando che senza il bastone e il cane, l’uomo se ne andava a passeggio per la città a fare spese e a prendere il caffè nei migliori locali. In provincia di Brindisi, i finanzieri della Compagnia di Francavilla Fontana hanno scoperto un’altra truffa ai danni dell’I.N.P.S. studiata da un imprenditore agricolo e  dai suoi 108 braccianti “inesistenti”. L'agricoltore li assumeva, ovviamente senza che avessero mai lavorato, per  beneficiare illecitamente degli speciali trattamenti assistenziali previsti per i lavoratori dell’agricoltura. Valore della truffa? 500 mila euro tra  indennità di disoccupazione, maternità e malattia.

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Nadia Francalacci