"Sull’Expo di Milano avevamo raccomandato più vigilanza"
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"Sull’Expo di Milano avevamo raccomandato più vigilanza"

In un'intervista a Panorama, il presidente della Corte dei Conti Squitieri parla dell'inchiesta che ha falcidiato il vertice di Expo e promuove l'idea di una task force anti-corruzione

«La Corte aveva raccomandato la massima vigilanza mediante un attento monitoraggio sull’esecuzione delle procedure di affidamento, sia da parte della stessa struttura amministrativa della società-stazione appaltante che dei vari livelli di controllo, al fine di coniugare la legalità e la corretta gestione delle pubbliche risorse con l’altrettanto necessario rispetto dei parametri di efficienza per l’esecuzione delle opere essenziali alla realizzazione dell’Expo. Riflessioni che oggi lasciano l’amaro in bocca. Appoggiamo in pieno la decisione del governo di creare una task-force per favorire la trasparenza in tutti i prossimi lavori. In ogni caso, la Corte intensificherà il suo lavoro di controllo».

    Mentre a Milano proseguono gli interrogatori dei 7 arrestati per le presunte corruttele sugli appalti dell’Expo 2015, così si esprime Raffaele Squitieri, dal novembre 2013 presidente della Corte dei conti, in un’intervista che il settimanale Panorama pubblicherà nel numero in edicola da domani, giovedì 15 maggio.

    Sull’Expo, in particolare, Squitieri dice a Panorama:«La normativa europea ha portato a una legislazione di dettaglio divenuta talmente complessa che paradossalmente ha talora favorito la corruzione: il malaffare interviene dall’esterno delle procedure sulla base di accordi che precedono l’assegnazione degli appalti. Quanto al numero delle stazioni appaltanti, la Consip (la centrale per gli acquisti nella pubblica amministrazione, ndr) nacque proprio per tentare di arrivare a un centro unico di spesa, ma molto resta da fare».

    Infine, qualche dato positivo: «Nella spesa sanitaria regionale» rivela Squitieri nell’intervista a Panorama «ci sono buone notizie: tra il 2010 e il 2013 c’è stata una riduzione di oltre il 9 per cento, al netto degli interessi. La spesa in conto capitale si è ridotta di quasi il 19 per cento e quella corrente di quasi il 6: una contrazione senza precedenti».

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