Expo 2015, che cosa ci sarà nei 9 cluster
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Expo 2015, che cosa ci sarà nei 9 cluster

La parola significa "grappolo". Sono i padiglioni con percorsi per aree tematiche dedicate all'ambiente e all'alimentazione

Bio Mediterrraneo

È il più grande dei 9 "grappoli": ben 7.304 metri quadrati di superficie. Il pavimento della zona comune, che occupa 4.350 metri quadrati, riprende tutte le sfumature del colore del mare, con una piazza semicoperta. Ospita in tutto 10 Paesi: San Marino, Algeria, Albania, Egitto, Grecia, Malta, Libano, Montenegro, Serbia e Tunisia. Nel cluster del Bio-Mediterraneo ogni Paese nel proprio spazio interpreta la tradizione mediterranea con un "suo" tema, mentre la Sicilia coordinerà la zona comune. L'elemento caratterizzate del cluster del Bio-Mediterraneo sono i prodotti e le colture del grano, olio e vino che accomunano tutti Paesi del bacino. Protagonista del cluster sarà la dieta mediterranea, dal 2010 patrimonio culturale immateriale dell'umanità dell'Unesco. Dal 14 al 20 settembre a Expo sarà celebrata proprio la settimana della dieta mediterranea. Altro alimento simbolo sarà l'olio extravergine di oliva, perché l'ulivo è anche frutto della contaminazione tra i popoli che si sono avvicendati nei secoli nel Mediterraneo. Il cluster del Bio-Mediterraneo si trova di fronte al Padiglione Italia. Per sei mesi saranno presenti produttori di vino e olio, personaggi di cultura e arte, sportivi, scienziati, equipaggi di pescherecci per raccontare al mondo il Mediterraneo, la cultura e i suoi prodotti. Si parte il 1 maggio con le isole della Sicilia e con Pantelleria, che nel 2014 ha visto il riconoscimento da parte dell'Unesco della pratica agricola della vite ad alberello come patrimonio culturale immateriale dell'umanità.

Cacao e cioccolato

3.546 metri per 6 Paesi, Camerun, Costa d'Avorio, Cuba, Gabon, Ghana e Sao Tomè e Principe. Da millenni i Paesi delle aree tropicali e subtropicali considerano il cacao simbolo di vita, fertilità e energia. A Expo 2015 saranno loro, i sei principali Paesi produttori a raccontare come un piccolo frutto, quello della fava di cacao, si trasforma in cioccolato. Il cluster si ispira alle piantagioni e si sviluppa in sei pareti che corrispondono alla "facciata" di ciascun Paese. Ideato dagli architetti Fabrizio Leoni, Mauricio Cardenas, Isabella Vegni e Cesare Ventura, apparirà al visitatore "fragile": pannelli realizzati in tessuto leggero e chiaro e rivestimenti interni in vista. Una metafora della necessità di proteggere un prodotto prezioso. L'atmosfera, quella di una foresta tropicale in cui la luce del sole penetra a fatica.

Inizialmente il cluster doveva essere dedicato solo al cacao. "Poi abbiamo convinto Expo ad aggiungere a tema del cacao il tema del cioccolato - ha spiegato il presidente di Eurochocolate, Eugenio Guarducci -. Perche' sono due culture da valorizzare insieme, e ci sembrava giusto realizzare le condizioni per uno scambio culturale con i Paesi produttori che ancora non trasformano il cacao in cioccolato". Ogni Paese declinerà il cioccolato con un tema specifico. Il Camerun racconterà le opportunita' che si accompagnano alla sfida di un'alimentazione sana, la Costa d'Avorio focalizzerà l'attenzione sulla sostenibilità della produzione, Cuba sulla ricerca per la produzione di ibridi resistenti alle epidemie. Il Ghana affronterà il tema dei benefici del cacao, mentre il Gabon proporrà i metodi di trasformazione e il legame con la cucina tradizionale. Infine Sao Tomè e Principe, piccolo Paese insulare a largo della costa africana occidentale, racconterà un progetto pilota che concilia biodiversità e sfruttamento del cacao, garantendo una migliore qualità di vita alla popolazione con processi produttivi responsabili. Eurochocolate coordinera' il cluster.  Nel cuore del cluster, un teatro ospiterà ogni giorno show, dimostrazioni culinarie con i maestri cioccolatieri ed eventi per "raccontare" cacao e cioccolato. Sette format per un totale di 2 mila eventi, in cui sono state coinvolte oltre 150 realtà produttive del cioccolato. A completare il cluster, gli street stand, 12 strutture destinate alla vendita e alla degustazione di prodotti a base di cioccolato, quindi la 'Fabbrica del cioccolato', dedicata alla scoperta delle fasi che scandiscono la lavorazione, e infine un Chocostore per raccontare il rapporto tra cioccolato e design.

Cereali e tuberi

3.820 metri per 7 Paesi, Bolivia, Congo, Haiti, Mozambico, Togo, Zimbabwe, Venezuela. Una valle di cereali per simboleggiare le coltivazioni, un grande forno per raccontare la trasformazione e il consumo: è il percorso che si snoda nel cluster Cereali e tuberi. Ognuno dei 6 Paesi presenti nel cluster racconterà i metodi di coltivazione tipici del territorio, oppure un prodotto simbolo. Per esempio, la Bolivia dedica il proprio padiglione alle quinoa, all'interno dello spazio ci sarà un grande cilindro di plexiglas alto 5 metri che riempito di cereali diventerà un'opera d'arte.

Nello spazio comune ad accogliere il visitatore ci saranno grandi vasi con le coltivazioni di cereali. Al centro del percorso, all'interno di una struttura di vetro, il forno gestito dal partner ufficiale farine Varvello sfornerà tutto il giorno pane tipico dei Paesi e altre specialità. In Sudamerica le colture di cereali e tuberi "sono uno strumento importante per arginare il problema dello spopolamento delle campagne e delle aree agricole - ha spiegato lo chef esperto di cucine del mondo, Vittorio Castellani - I contadini vengono aiutati a coltivare e commercializzare i prodotti, per avere autonomia e sussistenza". 

Isole, mare e cibo

2.535 metri quadrati per ospitare 14 realtà in due edifici. Nel primo Capo Verde, Comore, Guinea Bissau, Madagascar e Maldive; nel secondo Barbados, Dominica, Belize, Suriname, Saint Lucia, St. Vincent e Grenadine, Guyana, Grenada e l'organizzazione che li riunisce, la Comunità caraibica.

Una grande copertura in bambù sovrasta e unisce i due padiglioni che ospitano i Paesi partecipanti accogliendo i visitatori in un ambiente unico per colori e atmosfera. Frasi d’ autore – da Omero a Conrad, da Cristoforo Colombo a Darwin e Melville – costellano le pareti esterne dei padiglioni evocando suggestioni di isole, mari, viaggi. Al termine del percorso il visitatore si trova davanti all’area ristorativa e all’area eventi, un cubo in cui vengono proiettate immagini sottomarine: l’impressione è quella di essere realmente in acqua, di godere di un’esperienza sensoriale piena, di percepire la bellezza misteriosa delle isole e di essere a contatto con la loro affascinante quanto fragile biodiversità.

 

Zone aride

4.030 metri quadrati per 8 Paesi, Eritrea, Gibuti, Palestina, Giordania, Mali, Mauritania, Senegal e Somalia. La struttura pensata per ricreare l'idea del deserto, con pedane mobili e un mercato dei datteri. Quando il visitatore entra nel cluster, passeggiando incontra un'oasi con una fontana d’acqua nello spazio comune. In quest’area può assistere a eventi e performance volti ad approfondire la conoscenza delle caratteristiche dellezone aride, le loro problematiche e le loro risorse. Il concetto di aridità fa immediatamente pensare alla mancanza di acqua, a zone desertiche in cui la vita fa fatica ad insediarsi, a prosperare ed evolvere. Non tutte le zone aride sono uguali. Un quinto della popolazione abita in aree caratterizzate dalla scarsità d’acqua. Gli ambienti aridi sono estremamente diversi in termini di suoli, fauna, flora, equilibri idrici e di attività umane.

All’estremità del Cluster si trova il mercato, dove è possibile acquistare e gustare i frutti che incredibilmente queste terre riescono a produrre.


Riso

3.546 metri per ospitare 6 realtà. La copertura delle facciate è a specchi, che riflettono grandi vasche con vere piantine, in modo da dare l'effetto di una grande risaia. Presenti Laos, Bangladesh, Cambogia, Myanmar, Sierra Leone e con la Amity University che ha curato il "Basmati" Pavilion.

L’atmosfera della campagna, con i colori e i profumi provenienti dal mondo agreste, accoglie il visitatore all’interno delCluster del Riso con un paesaggio che ricorda una immensa risaia. Come l’acqua nelle risaie nasconde e al contempo svela e dà vita, anche il Cluster nasconde dati e curiosità che si svelano, passo dopo passo, al visitatore. Versatile e nutriente, il riso è stato uno dei primi cereali coltivati dall’uomo oltre diecimila anni fa, partendo da una specie spontanea cinese. Dalle valli della Cina il riso si è diffuso in tutto il mondo: conoscerne il passato e la miriade di varietà è fondamentale per apprezzarne il contributo all’arricchimento della biodiversità. All’interno di un percorso tematico, quindi, il visitatore può attraversare le tappe della storia del riso intrecciando i racconti provenienti dai diversi Paesi e approfondendo le innovazioni introdotte nel corso del tempo.

Caffè

4.427 metri per 9 Paesi, Burundi, El Salvador, Kenya, Ruanda, Uganda, Yemen, Etiopia, Guatemala e Repubblica Dominicana. Le immense piantagioni di caffè distese all’ombra delle foreste tropicali in Africa e in America Centrale hanno ispirato il progetto del Cluster del Caffè. L’architettura degli spazi richiama infatti i rami più alti degli alberi all’ombra dei quali crescono le piante di caffè, mentre i padiglioni sono una metafora dei loro tronchi.

I toni caldi e i colori naturali che caratterizzano l’ambiente cambiano in base alla luce che filtra dall’esterno attraverso la copertura, influendo sulla percezione dello spazio e dando al visitatore l’illusione di trovarsi proprio in una foresta.
Il Cluster del Caffè è curato da Illycaffè,  official coffee partner di EXPO 2015 e creato in comunione d’intenti con l’International Coffee Organization (ICO); il padiglione racconta il passato, il presente e il futuro del caffè nelle sue tre dimensioni: il prodotto e il suo percorso dal chicco alla tazzina; la creatività, l’arte e la cultura che si sviluppano attorno alla tazzina di caffè; le storie e le tradizioni dei Paesi coltivatori e di quelli consumatori.


 

Frutta e legumi

Il padiglione della Frutta (fotografa Irene Kung) occupa 3.705 metri e ospita 8 Paesi: Benin, Gambia, Guinea, Guinea equatoriale, Kyrgyzstan, Repubblica Democratica del Congo, Uzbekistan e Zambia. Piccole e grandi piante da frutto che diffondono il loro profumo e invogliano il visitatore a scoprirne l’origine, la storia e le leggende costellano il Cluster Frutta e Legumi.

Gli spazi, i prodotti dei Paesi e le strutture architettoniche creano passaggi e giochi di luce e ombra dando al visitatore la sensazione di trovarsi in un bosco coltivato.

Spezie

Il padiglione delle Spezie occupa 3.702 metri e ospita 4 Paesi: Afghanistan, Brunei Darussalam, Tanzania e Vanuatu. L’allestimento espone le mappe che storicamente hanno guidato gli esploratori alla scoperta del mondo e alla ricerca delle spezie, suggerendo un viaggio tra le culture innescato da una sequenza di “aree sensoriali” che includono degustazioni, installazioni ed eventi.

In tutto il mondo si riscontrano moltissime differenze nella coltivazione, preparazione e utilizzo delle spezie nella cucina, nella medicina, nei rituali sociali e culturali al confine con la magia. Il percorso mostra al visitatore tutte quelle usate nei Paesi che appartengono al cluster.
Nell’ultimo decennio, la produzione annuale di spezie è cresciuta del 4,3%, mentre il commercio ha avuto un rialzo medio del 5,8% annuo. Consumatori più esigenti, abitudini alimentari più salutari, l’aumento dei guadagni e la globalizzazione favoriranno nei prossimi anni un nuovo incremento nel loro commercio.


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Redazione