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Esselunga: Caprotti, la segretaria e il testamento

Chi è la donna di fiducia del patron del gruppo milionario della grande distribuzione a cui sono andati 75 milioni di euro

Oggi le chiamano personal assistant. Ieri, segretarie. Sembrava che un termine nuovo potesse svecchiare un ruolo e invece la rivalutazione (non solo della parola ma del lavoro di un'intera vita) arriva da un lascito, da un riconoscimento milionario.

La storia del patron di Esselunga morto il 30 settembre, è nota. Meno conosciuta è quella della sua segretaria, la signora Germana Chiodi che, dietro le quinte (del gruppo), ha svolto il ruolo prezioso di aiuto regista all'interno di un vero e proprio colossal: la saga della famiglia Caprotti. E per questo ha ricevuto in eredità 75 milioni di euro, più due quadri di Mario Nuzzi.

Ma chi è Germana Chiodi? Assunta in Esselunga alla fine degli anni '60 come impiegata, in contabilità, è una donna che si dimostra fin da subito fatta di una volontà di ferro. Giovanissima, a poco più di 20 anni viene promossa assistente nella segreteria di direzione. Lavora fino a 10 ore al giorno, spesso anche durante il weekend, dedicando 48 anni della sua vita all'azienda. Oltre la pensione, come consulente, fino alla morte del suo capo.


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E Caprotti che ha sempre premiato la fedeltà dei suoi dipendenti, ha scelto solo lei tra i 22mila impiegati di Esselunga: unica non familiare ad essere menzionata nel testamento. Con 75 milioni di euro, appunto, metà risparmi dell'imprenditore più il pubblico elogio: "a lei voglio esprimere la mia immensa gratitudine per lo straordinario aiuto che mi ha prestato nel corso degli anni", si legge nel testamento.

La stessa cifra invece andrà divisa tra cinque nipoti (Fabrizio e Andrea, figli del fratello Claudio, e ai tre figli del primogenito di Bernardo, Giuseppe Caprotti, uno dei quali minorenne) a cui Caprotti ha lasciato 15 milioni a testa. Perché a 20 giorni dall'apertura del testamento, dallo scrigno di caprotti esce questo nuovo lascito da capogiro.

Per quanto riguarda l'azienda l'imprenditore ha invece messo nero su bianco la sua volontà di tenere la famiglia fuori dalla gestione e ha assegnato il controllo della Supermarkets Italiani, la holding di Esselunga, per il 70% alla moglie Giuliana Alberta e alla figlia Marina, limitando al 30% la quota di Giuseppe e Violetta. Per quanta riguarda la Villata Partecipazioni, la società dove sono concentrati gli immobili del gruppo, la divisione è 55% a moglie e Marina e il 45% agli altri due figli.

Ma solo nelle prossime settimane si vedrà se gli eredi Caprotti, già sul piede di guerra in quella che appare solo come un nuovo passaggio di una "dinasty" non ancora conclusa, chiederanno altro.

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Chiara Degl'Innocenti