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Ecomafie: nel 2016 in calo i reati ambientali

Ogni ora in Italia ne sono stati commessi 3. Ma sono il 7% in meno dell'anno prima. I numeri del rapporto di Legambiente

Ogni sessanta minuti in Italia, nel 2016, sono stati commessi 3 reati ambientali per un totale di 71 reati al giorno.

Il ritmo dell’illegalità ambientale è sconvolgente ma, i dati registrati lo scorso anno, per la prima volta dopo decenni, possono essere definiti “positivi”.

Gli effetti della legge 68/2015 sugli ecoreati, entrata in vigore due anni fa, infatti, ha fatto registrare i primi effetti positivi: sono diminuiti gli illeciti ambientali e il fatturato delle attività criminali contro l’ambiente, mentre sono aumenti gli arrestati e le inchieste giudiziarie.

Cosa dicono i numeri

I numeri riportati all’interno del rapporto Ecomafie 2017 redatto da Legambiente sono davvero incoraggianti. 

Nei dodici mesi dello scorso anno, i reati ambientali sono passati da 27.745 del 2015 a 25.889 registrando un calo del 7%, così come è drasticamente sceso anche il business legato alle ecomafie: -32% per un valore complessivo che è sceso a 13 miliardi di euro. 

Un dato, quest’ultimo, che segna un lento ridimensionamento del mercato illegale con una riduzione della spesa pubblica, dal 48% del 2015 al 44% del 2016, per opere infrastrutturali in particolare nelle quattro regioni a tradizionale insediamento mafioso.

In vetta alla black list per l’abusivismo edilizio c’è sempre la Campania con 3.728 illeciti, davanti a Sicilia (3.084), Puglia (2.339) e Calabria (2.303).

La Liguria resta la prima regione del Nord, il Lazio quella del Centro. Su scala provinciale, si indica nel Rapporto, quella di Napoli è stabilmente la più colpita con 1.361 infrazioni, seguita da Salerno (963), Roma (820), Cosenza (816) e Palermo (811). 

“La legge che è stata approvata è un unicum in Europa sta cominciando a dare i primi frutti - spiega a Panorama.it,Ermete Realacci, Presidente della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati- ma nonostante il trend positivo che indica una inversione di tendenza rispetto agli anni passati, sono ancora tanti problemi da affrontare a partire dal fenomeno della corruzione, che continua a dilagare in tutta la Penisola alla questione dell’abusivismo edilizio fino a quello del ciclo illegale dei rifiuti in crescita”.

GLi abusi edilizi

Secondo le stime del Cresme e Legambiente, infatti, gli immobili fuori legge costruiti nel 2016 sarebbero ben 17mila.

Ad esempio, solamente nel Parco nazionale del Vesuvio, in cinque anni, sono state emesse 1.778 ordinanze di demolizione di fabbricati abusivi.

“Per contrastare le illegalità ambientali - dichiara Stefano Ciafani, Direttore generale di Legambiente - è fondamentale che siano approvate quelle norme che mancano ancora all’appello a partire da una legge che semplifichi l’iter di abbattimento delle costruzioni abusive. Servono anche norme che prevedano i delitti contro la flora e la fauna protette e pene più severe contro le archeomafie”.

Tra i dati positivi anche i reati contestati nella gestione dei rifiuti: nel 2016 sono stati 5.722 con una crescita di quasi il 12%. Un picco anche per le persone che sono state denunciate dalle forze dell’ordine (+18,55), quasi 16 al giorno e quelle arrestate: 118 (+40%).

Le inchieste sulle organizzazioni criminali in tema ambientale sono lievitate raggiungendo il numero di 346, con 1649 ordinanze di custodia cautelare, 7.976 denunce e il coinvolgimento di 914 aziende.

Gli interessi sull'agroalimentare

Ma dal Rapporto emerge in modo chiaro quanto ancora la criminalità continui a investire sul settore dell’agroalimentare: nel corso del 2016 ci sono stati 33.000 illeciti amministrativi e più di 7.000 illeciti penali, portando alla denuncia di oltre 18.000 soggetti.

Sono state più di mille le strutture chiuse o sequestrate, bloccando la vendita di 83,6 milioni di Kg/litri di merce, per un valore complessivo di oltre 703 milioni di euro, in netta crescita rispetto al 2015 quando si era attestato a circa 586 milioni, si legge nel Rapporto .

Nel mirino i prodotti ittici

Il numero più alto di infrazioni penali riguarda i prodotti ittici con 10.735 illeciti amministrativi e penali accertati e il settore dei vini e alcolici: 3.411 illeciti, 2.816 denunce e 321 sequestri.

“La forte diminuzione degli illeciti e l’aumento di arresti e denunce è merito degli strumenti investigativi che sono stati utilizzati grazie alla legge che nel 2015 ha inserito nel codice penale i delitti ambientali-  puntualizza l’onorevole Ermete Realacci – ad esempio, a  fronte di 1.215 controlli, nel 2016 la legge 68/2015 ha consentito di sanzionare 574 ecoreati, più di uno e mezzo al giorno; di denunciare  971 persone e 43 aziende, sequestrare 133 beni per un valore di circa 15 milioni di euro”.

Bandire le microplastiche dai cosmetici

Ma la Commissione Ambiente della Camera ha un altro obiettivo: l’approvazione della legge che vieta l’uso delle microplastiche nei cosmetici.

“L’inquinamento marino da plastica e microplastiche è infatti uno più pericolosi e frequenti per mari e oceani del pianeta- conclude il Presidente Realacci-  la legge, che  a partire dal 1° gennaio 2020 proibirà la produzione e la messa in commercio di cosmetici contenenti microplastiche, è stata approvata all’unanimità lo scorso 26 ottobre dalla Camera ed è da allora all’esame del Senato. Mi auguro che sia approvata quanto prima. E’ un testo fortemente voluto da molte associazioni a cominciare da MareVivo e da Legambiente.”

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Nadia Francalacci