Dimissioni Benedetto XVI: vecchiaia o complotto?
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Dimissioni Benedetto XVI: vecchiaia o complotto?

Ci sono lo Ior, lo scandalo Mps e le norme antiriciclaggio dietro le dimissioni del Papa? Ne parliamo con Ranieri Razzante, esperto di regolamentazione bancaria e antiriciclaggio

Coraggio, umiltà, dignità. Questi gli aggettivi più usati dagli esperti vaticanisti per giustificare le dimissioni del Santo Padre. Anche molti credenti hanno visto nel ritiro del Pontefice un gesto di grande forza e presa di coscienza di un uomo ormai fragile per il trascorrere degli anni.    

Ma è stata davvero la vecchiaia la vera causa delle dimissioni del Papa? Il suo ritiro e la sua “reclusione” nel cuore dei giardini vaticani nascondono invece delle pressioni di alcuni alti prelati per cercare di preservare il “tesoro” dello Stato Vaticano? Lo Ior, nonostante l’impegno di Papa Benedetto XVI, è ancora nelle black list. Insomma, è ancora un paradiso fiscale.  Ne abbiamo parlato con Ranieri Razzante, docente universitario e esperto di regolamentazione bancaria e antiriciclaggio

Sono in molti a credere che dietro alle dimissioni del Papa non ci sia solo la stanchezza e la vecchiaia ma un complotto o un ricatto. Lei che cosa ne pensa?
Credo solo che il Papa sia stato fiaccato da scandali e problemi burocratico-amministrativi che, da uomo di fede e teologo di fama, non abbia saputo gestire. Forse ha delegato troppo la sua fiducia.

In questi  8 anni di pontificato di Benedetto XVI si sono susseguiti una serie di scandali e adesso il Vaticano è stato chiamato di nuovo in causa nello scandalo del Monte dei Paschi di Siena con Gotti Tedeschi e lo Ior. Può questa vicenda avere influito sulla decisione del Papa?
Sono un tecnico e, da quanto detto sopra, mi viene solo da aggiungere che il sospetto si possa ingenerare. Abbiamo sentito che la politica deve stare lontana dalle banche. Credo che ciò debba valere anche per lo Ior.

Gotti Tedeschi è l’uomo voluto dal Papa per fare trasparenza nei conti della banca vaticana… Il suo coinvolgimento nel caso Mps può aver reso vulnerabile e ricattabile il Papa?
Non credo che un Papa sia ricattabile, ma sulle finanze vaticane occorre chiarezza, se non altro per far guadagnare in immagine le strutture interessate.

Nel dicembre  2010 il Papa Benedetto XVI ha introdotto una nuova legge antiriciclaggio entrata in vigore nell’aprile 2011. In che cosa consisteva?  
Iniziativa encomiabile che ha dato organicità alla prevenzione del riciclaggio all'interno e all'esterno delle mura vaticane. Un assetto sufficiente, e sempre migliorabile, come ha detto il Moneyval, dei presidi sul contante, sull'adeguata verifica e sulla collaborazione tra autorità. Spero si dia adeguato seguito al motu proprio di Ratzinger.

Perché il cardinale Tarcisio Bertone ha chiesto a Giuseppe Dalla Torre, presidente del Tribunale Vaticano, dopo alcuni mesi, di stabilire quale fosse la giusta interpretazione da dare alla nuova normativa antiriciclaggio introdotta da Papa?
Credo per evitare conflitti tra poteri dello Stato, data la creazione della Aif, l'autorità contro il riciclaggio (voluta da Papa Ratzinger ndr), che poteva ritenersi giuridicamente interferente con la sovranità dello Ior.

Perché il Vaticano sembra non avere alcuna intenzione di mantenere gli impegni assunti in sede europea per aderire agli standard del Comitato per la valutazione di misure contro il riciclaggio di capitali (Moneyval) e sembra non avere alcuna intenzione di permettere alle autorità antiriciclaggio vaticane e anche italiane di guardare nei conti dello Ior?
Per quanto riguarda il Moneyval, il nuovo direttore della Aif, ha promesso l'adeguamento in tempi brevi. Sulla collaborazione con le Autorità italiane bisogna ancora lavorare, nel comune interesse, anche perché ormai tutta l'Europa è arrivata ad un punto di equilibrio in tal senso.

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Il 19 gennaio 2011 papa Benedetto XVI nomina cardinale Attilio Nicora primo presidente dell'Autorità di Informazione Finanziaria, un organismo di nuova istituzione voluto proprio dal pontefice perché controlli ogni operazione finanziaria vaticana. Ciò avrebbe adeguato anche lo Stato della Città del Vaticano alle nuove norme antiriciclaggio introdotte dall'UE. Ma il 7 luglio 2011, pochi mesi dopo la sua nomina, il Cardinale Nicora si dimette e il Papa è costretto ad accettare le sue dimissioni.

L’adeguamanto del Vaticano si è arrestato completamente?
Assolutamente no. Il successore chiamato da poco ad occuparsene, al di là del profilo internazionale, sembra deciso a non fermarsi, come colpevolmente si è fatto in passato.

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Nadia Francalacci