Foreign fighters italiani: ecco i volti e le loro storie
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Foreign fighters italiani: ecco i volti e le loro storie

Il numero dei combattenti islamici è cresciuto con il conflitto in Siria che attira tanti giovani musulmani, diventati integralisti sul web

Crescono i combattenti verso la Siria

Dalla campana Maria Giulia diventata FatimaAz Zahra al calabrese Giampiero, fino ad arrivare all'italo-marocchino Anas El Abboubi. Quello dei foreign fighters cresciuti in Italia è un "file" in aggiornamento costante, ora dopo ora.

L'ultima stima, quella di domenica 18 gennaio 2015 presentata dal ministro dell'Interno, Angelino Alfano, al Paese, parla di 59 soggetti: cinque italiani, due dalla doppia nazionalità.

Quello italiano è comunque un numero limitato, rassicurano i vertici dei Servizi segreti, nella galassia dei combattenti europei, quantificati tra 3mila e 5mila.
Il numero dei combattenti è cresciuto con il conflitto in Siria, che è diventato un "magnete" per tanti giovani musulmani radicalizzatisi sul web, esposti alla propaganda jihadista. Il timore per l’intelligence è il loro ritorno in Italia, dopo essersi formati militarmente nei teatri di guerra. Potrebbero compiere attentati, fare proselitismo forti del carisma di combattenti, costruire reti di reclutamento.

Laria Giulia, la ragazza convertita all'Islam

Maria Giulia Sergio adesso si chiama Fatima Aa Zahra. È nata a Torre del Greco 27 anni fa. Si trasferisce a Inzago (Milano) e si converte nel 2009 all'islam dopo aver conosciuto un marocchino che sposa.

Dopo, spostatasi a Grosseto, in Toscana, entra in contatto con estremisti islamici che operano nei Balcani. L'ultima sua traccia è un volo Roma-Istanbul a settembre 2014. Da lì dovrebbe essere entrata in Siria. È da tre mesi, infatti, che ha fatto perdere le tracce tra le gole e le vallate dove i terroristi dell'Isis stanno conducendo un'offensiva a tutto campo contro l'esercito di Bashar Assad.

I servizi segreti e il Ros dei carabinieri ipotizzano che faccia parte dei "foreign fighters", i combattenti di frontiera provenienti dall'Europa attivi nei teatri di guerra mediorientali.

 Sul finire del 2012, dopo il matrimonio e la conversione all'islam, si completa la trasformazione radicale che la porta a studiare il Corano e a indossare il niqab, il velo che copre integralmente il volto e il corpo di cui è fervente e severa osservante.

Giuliano Ibrahim, morto in Siria a 23 anni

ANSA/LUCA ZENNAROAnsa

Ibrahim Delnevo, originario di Genova, convertitosi all'Islam è morto in Siria dalle parti di Aleppo nel giugno del 2013. Aveva 23 anni. Si era convertito nel 2008. Nascondeva il suo volto sulle pagine facebook dietro al logo di un movimento fondamentalista ceceno.

Delnevo aveva un diario personale che è stato recuperato dalla madre Eva Guerriero. La donna avrebbe recuperato il manoscritto del figlio in Siria. Secondo le prime informazioni, nel diario, oltre alle riflessioni sulla jihad e sull’islamismo, si troverebbero indicazioni sulla rete di conoscenze di Giuliano Ibrahim.

Delnevo usava il Web per le lezioni coraniche ma anche per comunicare con altri jihadisti e potrebbe avere trascritto appunti o conversazioni nel quaderno ritrovato che usava come diario.

Anas, il marocchino naturalizzato italiano

polizia di stato

Anas El Abboubi alias 'Anas Abdu Shakur', naturalizzato italiano. Ha 21 anni, residente nel bresciano, fondatore della filiale italiana di Sharia4, un movimento ultraradicale islamico messo al bando da Paesi europei fondato in Belgio nel 2010 dal predicatore filo-jihadista Omar Bakri.

Arrestato nel giugno 2013, oggi, secondo la famiglia, si trova in Siria. Anas el Abboub nasce in Marocco nel 1992 ma arriva in Italia a 7 anni. Ama la musica, fa il rapper e parla con accento bresciano. Ma la musica non è la sua unica passione. Si è arruolato con Al Qaeda ed è partito per la Siria nel 2013. Di lui non si hanno più notizie da gennaio.

Giampiero il calabrese

Giampiero F. è nato a Reggio Calabria. Ha 35 anni è cresciuto a Bologna, dove si avvicina a circoli integralisti islamici. Poi si trasferisce in Spagna. Adesso è in carcere in Iraq per terrorismo internazionale.

Nel pacchetto di misure antiterrorismo che andrà in Consiglio dei ministri, una prevede proprio di punire penalmente chi si reca a combattere in Paesi in guerra.

Nell'elenco dei 59 diffuso dal ministero ci sono anche 15 morti e  25 stranieri che, pur non essendo partiti dall'Italia, hanno avuto a che fare con l'Italia in passato, e 13 siriani partiti dall'Italia.

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Nadia Francalacci