Costa Concordia: le incognite e i numeri dello smantellamento
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Costa Concordia: le incognite e i numeri dello smantellamento

Dopo due anni e mezzo, domani il relitto lascerà l'Isola del Giglio per raggiungere il porto di Genova. Ma non sarà così facile

E’ iniziato il conto alla rovescia. Domani il relitto della Costa Concordia dovrebbe sparire dall’orizzonte dell’Isola del Giglio. Trainato dai rimorchiatori, scortato da decine di imbarcazioni della Capitaneria di Porto e del consorzio che si sta occupando del recupero, il relitto tenterà di attraversare quel tratto di mar Tirreno che avrebbe dovuto percorre la notte del naufragio ovvero quello che costeggia tutta la Toscana fino ad arrivare in Liguria.

Ma a differenza di quella drammatica nottata del 13 gennaio 2012, La Costa Concordia non raggiungerà il porto di Savona ma quello di Genova dove sarà smantellata. Pezzo dopo pezzo la nave, proprio come per un vecchio aereo, sarà “cannibalizzata” ovvero prima svuotata al suo interno e successivamente sezionata per essere smaltita.

Ma per questo ultimo viaggio che in molti hanno definito di modo spettacolare come il “viaggio del suo funerale”, ci sono numerose incognite. La prima è il tempo. Le condizioni meteorologiche, oggi in parte proibitive, dovrebbero migliorare e i venti nelle prossime 24-48 ore dovrebbero sensibilmente  calare tanto da permettere una traversata tranquilla. Se così non dovesse essere, il comandante del rimorchiatore che trainerà il relitto ha fatto sapere che modificherà la rotta prevista e avvicinerà il relitto sottocosta  “sfiorando” i porti di Livorno e La Spezia. Infatti, il tratto più lungo e quello che viene considerato dai tecnici quello più “pericoloso”, è proprio quello compreso tra la Corsica e Genova.

La situazione verrà valutata minuto per minuto perché nessuna previsione è attendibile al cento per cento con cinque giorni di anticipo.

La seconda incognita è l’inquinamento. E’ questa ad essere considerata dagli ambientalisti come la “più preoccupante” e riguarda in particolare gli sversamenti di materiali inquinanti contenuti ancora in notevoli quantità all’interno del relitto e di altri materiali che potrebbero essere “seminati” durante l’ultimo viaggio. Un aspetto questo che crea un po’ più di tensione, proprio dopo gli ultimi ritrovamenti sulla spiaggia dell’Arenella, una delle più caratteristiche dell’Isola del Giglio, di oggetti appartenenti a naufraghi e alla nave: una boa, un sacco con un paio di pantaloni e un giubbotto salvagente. Sopra a tutti il logo di Costa, ad indicarne con chiara evidenza l'origine.

Tre oggetti prontamente recuperati dagli uomini della Titan Micoperi. Tre oggetti inattesi, portati dalle onde, tra la sorpresa, la curiosità e qualche timore dei villeggianti, che subito hanno twittato in rete le immagini. Non solo. Con questi sono stati sversate in mare anche sostanze oleose: oltre 50 litri d'olio che, fanno sapere i tecnici del consorzio, sono stati "prontamente rimossi" con le panne assorbenti.  

Il relitto inizierà il suo viaggio verso Genova con 30 cassoni ancorati sulle fiancate. La nave oggi ha un pescaggio di 18,5 metri ma in navigazione diventeranno 20 metri. Al momento l'attenzione dei tecnici si è concentrata oltre che sugli sversamenti, anche sugli ultimi 6,3 metri di nave che devono ancora riemergere.

Sono 7 metri e mezzo quelli che sono già emersi dall'acqua nei giorni scorsi.

Ancora un giorno, dunque, e la Concordia partirà. Il convoglio che la scorterà sarà composto da 14 mezzi, oltre a due motovedette e nave Diciotti, l'ammiraglia della Guardia Costiera arrivata ieri davanti al Giglio. Spetterà a quest’ultima il controllo della zona rossa di tre miglia tutta attorno alla nave.

Negli ultimi due anni e mezzo, ovvero dal giorno del naufragio, dall'Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana (Arpat) ha effettuato oltre 770 campionamenti delle acque del Giglio e quasi 35.000 determinazioni di parametri analitici per capire il livello di inquinamento delle acque circostanti il relitto.
In totale sono stati emessi finora circa 300 bollettini.

L'ultimo campionamento il 18 luglio scorso: dai risultati quasi completi delle analisi "i valori rilevati - spiega Arpat in una nota -, non presentano alterazioni sostanziali rispetto al quadro consolidato dall'inizio del monitoraggio finora condotto a partire dall'inizio del 2012".

In particolare, le analisi hanno evidenziato solventi inferiori alle soglie di rilevabilità e una leggera presenza di tensioattivi. Tracce di idrocarburi pesanti invece sono state rilevate in profondità, in corrispondenza della prua del relitto e del punto intermedio fra il molo est e la prua. "Gli altri parametri, fra cui metalli e ftalati, presentano valori inferiori alle soglie di rilevabilità – spiega in una nota l’Arpat -  o comunque valori inferiori o paragonabili al bianco di riferimento”. Test di tossicità sembrano essere negativi. Parametri microbiologici, in parte già analizzati, risultano con valori leggermente alterati ma entro i limiti di riferimento anche per la balneabilità della zona.

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Nadia Francalacci