Cocoricò: così le discoteche possono essere rivoluzionate
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Cocoricò: così le discoteche possono essere rivoluzionate

Disciplinare il flusso delle entrate, creare locali adatti a ogni età. E migliorare i controlli. La proposta della categoria al Ministero della Salute

Il Cocoricò è chiuso. Il questore di Rimini ha sigillato i cancelli della discoteca dopo la morte, il 19 luglio, di Lamberto Lucaccioni originario di Città di Castello, dopo l’assunzione mortale di una dose di ecstasy. Quella droga, il sedicenne, se l'era procurata alcuni giorni prima di andare in discoteca per poterla consumare proprio all’interno del Cocoricò. Per Lamberto, infatti, quella discoteca rappresentava il luogo perfetto dove assumerla. Dove potersi sballare.

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“Siamo impotenti. Frustrati e soprattutto vittime della nostra stessa professione. Ogni giorno, quando apriamo le porte dei locali, abbiamo un'unica speranza: richiudere quelle stesse porte senza che sia accaduto niente”. Maurizio Pasca, Presidente dell’associazione italiana locali da ballo, Silb, non cerca di nascondere l’amarezza.

Un malessere che non è solamente legato a quanto avvenuto a Rimini ma a quanto sta accadendo in tutti i locali da ballo di tendenza, ovvero, le discoteche frequentate dalle generazioni più giovani. “La nostra frustrazione nasce dalla totale indifferenza che il Ministero dell’Interno e quello della Salute ci riservano- confessa a Panorama.it – noi stiamo cercando invano, da oltre 13 anni, di avere un incontro per i rispettivi ministri per cercare di “ristrutturare” e regolamentare seriamente in nostro settore. Ma sembra non esservi nessuna possibilità di incontro. Di noi si parla solamente quando diventiamo, nostro malgrado, protagonisti di tristi fatti di cronaca - prosegue – e a seguito di questi vengono emanati regolamenti sempre più restrittivi ma che hanno come unico risultato quello di schiacciare la categoria e non risolvere i problemi”.

Presidente Pasca, cosa occorre fare per contrastare l’uso delle droghe e dell’alcol nei locali?
Dobbiamo “targhettizzare” i nostri locali. Questo, potrebbe essere proprio il primo degli argomenti da trattare in una tavola rotonda tra Silb e ministeri della Salute e Interno. Mi spiego meglio. Per cercare di arginare l’uso di droghe e alcol occorre disciplinare il flusso delle entrate e non permettere agli adolescenti di 12, 13, 14 anni di proiettarsi in un ambiente dove c’è la vendita degli alcolici e soprattutto una chiusura spostata in notte tarda. In sostanza occorrerebbe creare locali da ballo di tendenza adatto a questa fascia di età dove all’interno non vengono venduti alcolici e che abbiano un orario di chiusura anticipato. Noi vediamo adolescenti rimanere ad attendere i genitori fuori dal locale fino alle sei del mattino. Questo è davvero inconcepibile e inaccettabile. La targhettizzazione, infine, dovrebbe essere fatta oltre che in base all’età anche in base alla musica.

E secondo lei potrebbe bastare?
No. Il Silb da anni si sta battendo per avere locali sicuri e controllati. Ad oggi, noi, purtroppo abbiamo le mani legate: non possiamo selezionare, né controllare. Quello che noi vorremmo chiedere al Governo è di lasciarci la possibilità di un “minimo” di selezione agli ingressi e soprattutto di controllo su che cosa viene introdotto all’interno dei nostri locali. Purtroppo moltissimi adolescenti che non possono permettersi la bevuta al bancone della discoteca, si portano l’alcol da fuori. All’interno degli zaini vengono nascoste bottiglie di whiskey o grappa comprate nei supermercati a basso costo che poi vengono miscelati con droghe sintetiche. E questo è un altro immenso problema. Le droghe sintetiche sono in sensibile aumento e noi purtroppo lo constatiamo ma non riusciamo ad intervenire come vorremmo.

Lei ha detto che i gestori dei locali da ballo ormai vivono da anni in continua tensione…
Si, ogni giorno preghiamo che non accada niente e che si possa chiudere la serata senza risse o peggio ancora vittime. La clientela delle discoteche è cambiata moltissimo. È diventata innanzitutto multirazziale ma si è soprattutto divisa in gruppi. Adesso non vediamo entrare in discoteca la coppia, il ragazzo con la fidanzata o viceversa. Oggi assistiamo all’ingresso in massa di maschi o di femmine. Questo determina un vero e proprio caos e soprattutto la creazione di veri e propri branchi, sui quali è difficile avere il controllo. Ecco perché poi si verificano risse, spintoni e altre forme di violenza.

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Nadia Francalacci