Che cosa cambierà veramente con la nuova scuola
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Che cosa cambierà veramente con la nuova scuola

Ecco quanti insegnanti (e come) dovrebbe coinvolgere il provvedimento del ministro Giannini. Caro ministro, ti scrivo - Più spazio al merito

Il governo annuncia novità nella scuola. Nel prossimo consiglio dei ministri però non saranno presentati né decreti, né disegni di legge sul tema, ma solo una serie di linee guida che troveranno uno sbocco istituzionale solo dopo l'approvazione della legge di stabilità che metterà nero su bianco le risorse disponibili. Annunci che stanno già agitando i sindacati che non accettano di rimanere fuori dai tavoli della “progettazione” della scuola che sarà. La novità più importante dovrebbe riguardare proprio il ruolo degli insegnanti supplenti, un esercito di sostituti che ogni anno si siedono in cattedra al posto di colleghi in aspettativa, malattia o per coprire ruoli rimasti vuoti a causa del blocco del turn-over.
Dalle prime indiscrezioni pare che la campanella di settembre 2015 vedrà entrare in carica 100mila nuovi insegnanti che saranno assunti per coprire gli organici funzionali, turn-over e supplenze annuali e di sostegno che passeranno dalle attuali 67mila a 90mila. I docenti potrebbero arrivare dalle graduatorie a esaurimento, ma potrebbe essere necessario un nuovo concorso.

Nei giorni scorsi il Ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini ha criticato la pratica delle supplenze, additate di aver creato precariato all'interno della scuola, soprattutto quando si tratta di sostituzioni lunghe. Quello è personale che serve alla scuola e che già vi lavora, quindi la volontà sembrerebbe proprio quella di arrivare ad una progressiva stabilizzazione degli insegnanti che talvolta hanno alle spalle anche vent'anni di precariato. In ballo c'è il futuro di 160mila precari delle graduatorie ad esaurimento che potrebbero finalmente ottenere la cattedra. Trema invece la carica dei 400mila supplenti delle graduatorie d'istituto che nei disegni del governo spariranno. Queste ultime rappresentano quel bacino di supplenze che le scuole hanno a disposizione in caso di necessità improvvise, ma che con la logica dell'organico funzionale non avrebbero più ragione di esistere. L'ultimo aggiornamento delle liste d'istituto si è concluso lo scorso 6 agosto e hanno visto registrarsi circa 460mila aspiranti docenti. L'obiettivo del governo è di coinvolgere il personale interno anche per le supplenze brevi, con una maggiore remunerazione per chi si renderà disponibile.

A Viale Trastevere gli uffici hanno fatto i calcoli: oggi pagare centomila supplenze costa quasi quanto pagare centomila stabilizzati, l'unica differenza sono gli stipendi di luglio e agosto che ai supplenti licenziati a fine anno non vengono erogati. Per le supplenze brevi, quelle non preventivate, il Miur l'anno scorso ha speso 680 milioni di euro.
Per ora si tratta di idee e qualche effetto concreto potrebbe vedersi nel 2015, ammesso che si riesca a trovare quel miliardo di euro che Renzi ha stimato sufficiente per imprimere una svolta alla scuola italiana.

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Sara Dellabella