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A Catanzaro il racket che fa paura

Quindici attentati in un mese. La città calabra è in mano alle etnie rom che gestiscono le attività criminali e si spartiscono interi quartieri

Quindici attentati in poco più di un mese. Dal primo di agosto ad oggi, esercizi commerciali, ristoranti e lidi turistici sono stati completamente rasi al suolo per non aver accettato di pagare il pizzo.

Bombe, bottiglie incendiarie, gravissimi danneggiamenti. E poi minacce, tantissime intimidazioni verbali e fisiche. Con una media di quasi un attentato ogni due giorni, un imprenditore calabrese viene messo in ginocchio.

Dopo i Gaglianesi, il caos

Interi magazzini distrutti, distributori alimentari e persino alcuni bagni estivi tra i più rinomati della costa ionica catanzarese sono rimasti vittime di una recrudescenza di atti intimidatori che, iniziata alcuni anni fa, ha registrato un picco negli ultimi mesi estivi.  

Dopo anni di relativa “tranquillità”, infatti, nella città di Catanzaro sembra essere scoppiato l’inferno.

La cosca storica dei Gaglianesi che gestiva le attività illecite nel capoluogo è stata decapitata da numerosissime operazioni di polizia giudiziaria e adesso si stanno delineando i nuovi equilibri.

Nuovi gruppi criminali stanno cercando di “conquistarsi” il territorio e in particolare il quartiere “Marinaro” nella zona sud della città.

La presenza dei rom

Da recenti indagini effettuate dalla DDA su esponenti delle cosche di 'ndrangheta presenti nei territori limitrofi, si è scoperto che Catanzaro è in mano a gruppi di etnia rom.

“I rom hanno preso d’assalto interi quartieri ghetto alla periferia della città e da lì gestiscono il racket e il traffico di droga”, spiega a Panorama.it Rocco Morelli, Segretario Regionale del Coisp Calabria, sindacato di Polizia.

 Sarebbero circa 5 mila le persone di etnia rom, su 90 mila residenti in città, che popolano i quartieri ghetto chiamati “Pistoia”, “Aranceto”, “Germaneto” e la zona di Viale di Isonzo, considerata dagli investigatori la più pericolosa.

L'allarme della polizia

Il Coisp, dopo gli ultimi attentati, ha inoltrato la richiesta al Ministero degli Interni per poter istituire in città un distaccamento del 12°Reparto Mobile della Polizia di Stato presente a Reggio Calabria ma anche per implementare il personale dei reparti investigativi.

“La situazione di Catanzaro è davvero allarmante, e anche se nessuno ne parla - dice Morelli- vorremmo che il Ministro dell’Interno, Marco Minniti, la prendesse in considerazione alla stessa stregua della questione foggiana dove solo pochi mesi fa sono state uccise quattro persone in San Marco in Lamis. Non bisogna aspettare una strage”.

Il timore è giustificato. "Nel periodo estivo abbiamo assistito ad un incremento importante di ricatti e minacce ai danni degli imprenditori da parte di gruppi criminali riconducibili alle varie etnie presenti sul territorio - precisa Morelli – ma vi è una difficoltà oggettiva da parte delle forze di polizia a contrastare adeguatamente il fenomeno a causa di una carenza importante di organico”.

Morelli fa riferimento in particolare al Commissariato di Catanzaro Lido, interessato da questa nuova “guerra”. “Oggi possiamo contare su meno della metà degli uomini previsti in quel presidio - continua – e alla luce di quanto sta accadendo abbiamo chiesto non solo nuovi agenti per il commissariato ma anche l’arrivo dei reparti speciali e uomini destinati ad attività di intelligence"

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Nadia Francalacci