Caso Cucchi, tutti assolti: la rabbia della famiglia
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Caso Cucchi, tutti assolti: la rabbia della famiglia

Il processo di Appello per la morte del ragazzo arrestato e morto in ospedale una settimana dopo annulla la sentenza di primo grado

"Continueremo la nostra battaglia finché non avremo giustizia". Così Rita Calore e Giovanni Cucchi, genitori di Stefano (il geometra romano arrestato il 15 ottobre 2009 per droga e deceduto una settimana dopo in ospedale), commentano la sentenza della corte d'Appello di Roma, che ha assolto tutti gli imputati. "Non si può accettare - hanno detto senza nascondere la rabbia - che lo Stato sia incapace di trovare i colpevoli. Noi vogliamo sapere esattamente chi siano i responsabili".


Assolti quindi il primario del Reparto detenuti del "Pertini Aldo Fierro, i medici Stefania Corbi, Flaminia Bruno, Luigi De Marchis Preite e Silvia Di Carlo e Rosita Caponetti; gli infermieri Giuseppe Flauto, Elvira Martelli e Domenico Pepe; gli agenti della Penitenziaria Nicola Minichini, Corrado Santantonio e Antonio Domenici.

Le tappe della vicenda

Decine di consulenze, una maxi-perizia e le dichiarazioni di quasi 150 testimoni per questo processo che ha visto alla sbarra 12 persone, a vario titolo e a seconda delle posizioni, accusate di abbandono di incapace, abuso d'ufficio, favoreggiamento, falsità ideologica, lesioni ed abuso di autorità. Accuse che corrispondevano a una tesi accusatoria terribile: per i pm di primo grado, infatti, Stefano Cucchi fu "pestato"nelle camere di sicurezza del tribunale capitolino, dove si trovava in attesa dell'udienza di convalida del suo arresto per droga. E in ospedale furono ignorate le sue richieste di avere farmaci e fu abbandonato e lasciato morire di fame e sete.

In primo grado, i giudici arrivarono a una conclusione diversa da quella prospettata dalla pubblica accusa. Per la III Corte d'assise, infatti, in sostanza Cucchi non fu picchiato nelle celle di sicurezza del tribunale, ma morì in ospedale per malnutrizione e l'attività dei medici fu segnata da trascuratezza e sciatteria. Ecco perché decisero che gli unici colpevoli fossero i medici e mandarono assolti infermieri e agenti penitenziari. Di qui, condanna dei primi per omicidio colposo. Subito dopo, si è registrato un maxi-risarcimento alla famiglia da parte dell'ospedale; e, a fine settembre l'inizio del processo d'appello giunto oggi alla sua conclusione.

In questo secondo grado di giudizio, le novità non sono mancate. Una fra tutte: per il Pg il "pestaggio" ci fu, ma avvenne dopo e non prima l'udienza di convalida del suo arresto; e poi, tutti hanno avuto una responsabilità nella storia, anche coloro che in primo grado erano stati assolti. La difesa nel frattempo ha sollecitato l'assoluzione. 

Le lacrime della sorella

"La giustizia ha ucciso Stefano. È una giustizia malata, mio fratello è morto in questo palazzo cinque anni fa, quando ci fu l'udienza di convalida del suo arresto per droga, e in quel caso il giudice non vide che era stato massacrato". Lo ha detto tra le lacrime Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, oggi in tribunale. "Stefano - ha aggiunto - si è spento da solo, tra dolori atroci. Attenderemo le motivazioni, di sicuro andrò avanti e non mi farò frenare perche pretendo giustizia. Chi come mio fratello ha commesso un errore deve pagare, ma non con la vita". 

Il processo d'appello per la morte di Stefano Cucchi

La corte d'appello si ritira nell'aula di consiglio alla fine del dibattimento del processo d'appello per la morte di Stefano Cucchi, a Roma 31 ottobre 2014. ANSA/ANGELO CARCONI

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