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ALBERTO PIZZOLI/AFP/Getty Images
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Boati nei cieli in Lombardia, cosa è successo e come funziona lo scramble

Due Eurofighter dell'Aeronautica militare in volo per affiancare un aereo Air France che aveva perso i contatti con i controllori. Momenti di panico e paura di un attentato terroristico

Due boati improvvisi, la paura, il terrore che si trattasse di un'esplosione o di terrorismo, i centralini di polizia, carabinieri e Vigili del Fuoco presi d'assalto, scuole e uffici evacuati, e persino i social che hanno rilanciato l'allarme con l'hashtag #esplosione:  tutte questo in meno di un'ora in Lombardia, dove due Eurofighter dell'Aeronautica militare italiana hanno sfrecciato arrivando a superare la velocità del suono, creando il cosiddetto "boom sonico".

I Typhoon hanno effettuato quello che in gergo si chiama scramble: sono entrati in azione in modalità di emergenza, dopo che un aereo civile aveva perso i contatti con i controllori di volo. Lo hanno affiancato, hanno effettuato l'identificazione e lo hanno scortato fino a che il velivolo non ha ripreso la rotta prestabilita.

Cosa è successo

Si trattava di un Air France, decollato da Saint Denis, sull'isola di Reunion vicino a Madagascar, e diretto a Parigi Orly, dove è atterrato in sicurezza intorno alle 14. L'allarme era scattato nel momento in cui, intorno alle 11.40, il Boing 777 francese aveva perso il contatto con l'agenzia italiana del traffico aereo, uscendo dalla propria rotta.

Dalla base di Istrana, in provincia di Treviso, si sono alzati in volo due "caccia" dell'Aeronautica italiana, autorizzati a volare a una velocità tale da infrangere il muro del suono. E' stato proprio questo, a creare l'effetto "boato", avvertito in Lombardia e persino in Valle d'Aosta.

Le condizioni meteo di bel tempo e cielo sereno hanno contribuito ad amplificare il "boom sonico", nonostante l'altezza a cui hanno volato i Typhoon fosse elevata. La reazione della popolazione, però, è stata di panico, fino a che non è stato ufficializzato che non si trattava di un'esplosione né di terrorismo.

Il "boom sonico"

I due "caccia" italiani sono stati autorizzati a volare in macht 1, ovvero a velocità supersonica (circa 1.235 km/h), a causa dell'emergenza in corso.

Il rumore causato dal superamento della barriera del suono è stato avvertito distintamente nelle province di Como, dove in molti hanno lasciato le proprie case impauriti, di Varese e di Bergamo, dove alcune scuole sono state evacuate. La forte vibrazione dovuta al volo supersonico ha provocato anche il distacco di una parte della facciata del Tribunale della città, nei pressi del posto di guardia, facendo temere il peggio.

Dopo un'ora, durante le quale nella sola provincia di Varese sono arrivate oltre 500 chiamate ai centralini delle forze dell'ordine, è arrivata la conferma che si era trattato di un volo finito brevemente fuori rotta, come confermato anche dal sito Flightradar24, che ha monitorato la situazione in tempo reale fino all'atterraggio dell'AF671A a Parigi.

Le indagini della Procura di Bergamo

L'intervento degli Eurofighter e il conseguente allarme da parte della popolazione ha causato anche l'apertura di un fascicolo da parte della Procura di Bergamo. Un atto "dovuto" per le conseguenze che ha avuto, anche se non sono ravvisate ipotesi di reato.

Come precisato dal pm bergamasco Walter Mapelli, infatti, i "caccia" erano stati autorizzati a infrangere il muro del suono per ragioni di emergenza. In ogni caso i magistrati attendono una relazione da parte delle autorità competenti per chiudere il "caso".

Cos'è lo scramble

L'intervento dei "caccia" è arrivato nell'ambito dell'attività di controllo dello spazio aereo italiano, che avviene 365 giorni all'anno, 24 ore su 24, grazie ad una copertura radar che interessa tutto il paese.

Nel caso di movimenti insoliti, come l'ingresso di un velivolo on autorizzato nello spazio aereo nazionale (un cosiddetto "velivolo Zombie") o l'uscita da una rotta prestabilita, gli uomini e le donne radar danno l'allarme dalla centrale di Poggio Renatico (in provincia di Ferrara) con un ordine di decollo immediato ai "caccia" dell'Aeronautica italiana.

L'ordine di scramble fa sì che una coppia di Eurofighter Typhoon si alzi in volo da una tra le basi aeree di Grosseto, Gioia del Colle, Trapani e Treviso-Istrana. Qui i piloti e gli specialisti sono sempre pronti a intervenire, in apposite palazzine a pochi metri dagli hangar corazzati dove si trovano i velivoli. Una volta a bordo, vengono istruiti dai colleghi Controllori della Difesa Aerea sui dettagli della missione.

Non sono esclusi scramble nei casi in cui venga segnalata la presenza di ordigni esplosivi a bordo di aerei.

I precedenti

Un caso analogo a quello accaduto in Lombardia, si era verificato a gennaio del 2015 nella zona tra Emilia e Toscana. In quel caso un aereo proveniente dalla Turchia e diretto in Svizzera non era riuscito, per motivi tecnici, a mettersi in contatto con gli enti di controllo.

A inizio anno, invece, sono stati effettuati ben tre interventi di scramble da parte dei velivoli italiani in cieli stranieri e in particolare nel Baltico. Tutte operazioni che sono avvenute nell'ambito della Missione NATO di Air Policing in quella zona. In un caso un aereo da trasporto russo era entrato nello spazio aereo baltico senza identificarsi. Un secondo caso ha riguardato più tracce di velivoli che non si erano identificati, mentre un terzo Eurofighter italiano ha dovuto procedere all'affiancamento e accompagnamento fuori dallo spazio aereo estone di altri velivoli russi.

L'Air Policing: controllo dello spazio aereo

L'Aeronautica italiana è impegnata nella Missione Baltic Eagle, iniziata a gennaio, che prevede attività di Air Policing analoga a quella già svolta anche in Islanda, Bulgaria e in altri Paesi Baltici come Lituania e Lettonia. Si tratta di Paesi NATO che non dispongono di una propria difesa aerea e che dunque si avvalgono, a turnazione, della protezione di Stati membri dell'Alleanza Atlantica. Lo stesso accade per l'Albania (dove l'Air Policing è suddivisa tra Italia e Grecia) e la Slovenia (dove il nostro Paese ha il compito esclusivo di protezione).

Al momento sono impegnati circa 100 militari, tra piloti, tecnici specialisti e personale di supporto, mentre sono 4 i "caccia" Eurofighter schierati presso la base di Amari. A guidare la missione è il 36° Stormo di Gioia del Colle, ma vi contribuiscono in termini di mezzi e personale tutti e tre i Reparti della Difesa Aerea, dunque anche 4° Stormo di Grosseto e il 37° Stormo di Trapani.

A maggio subentrerà la Francia.

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Eleonora Lorusso