Prostitute minorenni a Roma, arrestata la madre
ANSA/ Ufficio stampa Carabinieri
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Prostitute minorenni a Roma, arrestata la madre

Oggi la sentenza definitiva per l'inchiesta sulle giovanissime squillo nel quartiere Parioli. I verbali delle intercettazioni

Arrestata dai carabinieri la mamma di una delle ragazze coinvolte nello scandalo delle cosiddette "prostitute minorenni ai Parioli", portato alla luce, nell'ottobre del 2013 dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di via in Selci. Dopo il rigetto del ricorso in Cassazione, è diventata definitiva la sentenza di condanna emessa dalla Corte d'Appello di Roma con le accuse di prostituzione minorile aggravata.

I carabinieri di Roma Montesacro hanno così notificato alla donna l'ordine di esecuzione per la carcerazione, emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte d'Appello di Roma. La donna, una romana di 46 anni, era stata già arrestata dai carabinieri del Nucleo Investigativo di via In Selci, il 28 ottobre 2013 in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare. Nel corso delle indagini, i militari hanno accertato come fosse perfettamente al corrente dell'attività della figlia, favorendola e percependone anche parte dei profitti. Sconterà la pena nel carcere di Rebibbia femminile.(ANSA).

Qui di seguito, stralci delle intercettazioni dell'inchiesta del 2013:

Porto la mia amica, è vergine”, “300, siamo in due ma ti facciamo divertire”. Ormai è un epistolario, non sono intercettazioni, ma frammenti di un discorso tra prostitute e cliente, non minorenni ma consumate escort di professione, la complicità di uomini adulti che hanno rapporti sessuali salvo ricordarsi di accompagnare le proprie figlie (della stessa età delle baby squillo) ad una festa: “Non posso muovermi, ci sentiamo più tardi dì alla tua amica se ha voglia di incontrarmi prossimamente”.

 

Non c’è infatti intercettazione che non allarghi la laicità, ragazze usate come ninfette abituate al vizio che tengono per la cravatta il generone romano, dove i ruffiani fanno a gara per “educarle” meglio allo scambio, all’orgia generalizzata: «Ti va di venire domani mattina con me e una coppia? ». E infatti il ruffiano qui prende il soprannome, si chiama “Bamba” come la cocaina che come si legge dalle intercettazioni è denaro, cambiale:«Ho concordato con quello del Bambus: 100+4», dove quattro, per i carabinieri del nucleo investigativo, sono i grammi di cocaina.

 

E più si legge e più si comprende che ogni sms è uno spot da venditori, piazzisti che smerciano la propria merce, in questo caso il proprio corpo: «300 siamo in due ma ti facciamo proprio divertire». E non si sa se compiangere questo padre o accusarlo di fronte al tribunale degli affetti, il padre che scrive a una ragazza: «Sono in riunione, non posso chiamare ora, per incontrarci ci vediamo quando torni da Ponza, domani sera devo accompagnare mia figlia a una festa e non posso muovermi, ci sentiamo più tardi.... Dì alla tua amica se ha voglia di incontrarmi prossimamente».

 

Qui anche il romanticismo è fittizio, è impostura e non deve ingannare «Dimenticavo, dolcezza, passione e tutto ciò che volete senza limiti» o quest’altro sms di un cliente: «La prossima volta che ci vediamo mi devi dare i miei occhi. Ti organizzo una bella serata come piace a te. Sei veramente bella. Mi serve una doccia ghiacciata». Ma le ragazze trattano e il corpo diventa saldo, come i commercianti che adulano i clienti per intortarli meglio dicono che “solo per alcuni c’è un trattamento di favore rispetto ai 250 euro richiesti: «Solo perché sei tu 249,99».

Eppure se un giorno bisognerà emettere un giudizio su questi anni, su questo sesso malato che trabocca da ogni quotidiano, forse si dovrà presentare come attenuanti i messaggi di questa madre che non assomigliano per nulla al finto dolore della madre di “Giovane e Bella” di Ozon, ma bensì al volto di tutte le madri che amano senza comprendere. E sono domande: «Perché continui a mentire?», «Dove sei? Quando torni a casa? Io ti sto aspettando». «Ti volevo salutare e farti sapere che sto bene. Ti chiamo domani mattina quando mi sveglio. Un bacio. E scusa se sono partita senza avvisarti ma volevo fare una vacanza da sola». «Non fare cazzate», «vai a scuola, non sprecare la tua giornata», «non ti mettere nei guai, pensa prima di agire». «Scusami per stamani, ma dopo i furti subiti non vivo più tranquilla. Queste sono le conseguenze».

Paradossalmente in questo diario di lubricità, forse è da figlia la risposta sguaiata, ma adolescenziale che questa madre si sente rivolgere: «Mi hai rotto il cazzo, ti ho detto che non ci dormo più da Emanuela, ma a casa sua durante il giorno ci posso stare». Di tutte queste frasi, in realtà, questo è il solito pugilato tra figli e madri, sotto i guantoni, tumefatto, da questo corpo e sesso spacciato e venduto, torna il volto di tutti gli adolescenti quelli che come scriveva Umberto Saba si prendono e si insultano perché non sanno darsi carezze.

ANSA/ Ufficio stampa Carabinieri
Un frame del video diffuso dai Carabinieri di Roma nel 2013, quando lo scandalo venne alla luce, mostra il letto nell'appartamento nel quartiere Parioli dove avvenivano gli incontri tra la giovanissime prostitute e i loro clienti

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Carmelo Caruso