Aumentano le aggressioni ai medici: colpa delle droghe del web
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Aumentano le aggressioni ai medici: colpa delle droghe del web

Ogni anno, mille medici subiscono violenze fisiche da soggetti che acquistano sostanze 60 volte più potenti delle droghe tradizionali

Ogni anno in Italia 1.000 medici e infermieri sono vittime dei loro pazienti. Schiaffi, botte, pugni e ferimenti da armi da taglio in varie parti del corpo, “trasformano” coloro che prestano cure, in pazienti bisognosi di soccorso. Talvolta in vittime come è accaduto alla dottoressa Paola Labriola uccisa nel centro storico di Bari nel settembre 2013, da uno dei suoi pazienti.

Purtroppo accade sempre più spesso, da Nord a Sud Italia, che nelle strutture psichiatriche il personale medico e paramedico sia costretto a subire maltrattamenti fisici.

I maggiori pericoli sono causati dalle nuove droghe, fino a 60 volte più potenti e facilmente acquistabili su internet che sono in grado di indurre agitazione psicomotoria tale da accrescere il pericolo di violenza in questi soggetti. Ma in questo vortice incontrollabile di violenza c’è un aspetto ancor più inquietante: le persone che ne fanno uso spesso non hanno uno specifico disturbo mentale, ma accedono ai Dipartimenti di salute mentale perché sono gli unici rimasti sul territorio a diposizione della popolazione.

Dottor Claudio Mencacci, Direttore Neuroscienze Ospedale Fatebenefratelli di Milano, la Società Italiana Psichiatria, punta il dito anche sulle nuove droghe vendute sul web. Quali sono gli effetti di queste sostanze?
Sviluppano una reazione aggressiva molto più violenta rispetto alle vecchie droghe. Talvolta gli effetti sono amplificati di 50, 60, 70 volte rispetto alle sostanze che venivano ingerite fino a qualche anno fa. E le droghe sintetiche acquistate sul web sono alla base del 99% delle violenze subite dai medici. I malati psichiatrici veri difficilmente sono aggressivi. Purtroppo abbiamo riscontrato che la vendita e l’uso di queste potentissime anfetamine e metanfetamine, i cui affetti sull’individuo sono devastanti e i cui composti non sono neppure conosciuti, diventano il motivo principale di omicidi o gravi aggressioni ai danni di medici. Sul web, oggi, sono in vendita oltre 800 tipologie di anfetamine e metanfetamine diverse. Ma la velocità con la quale vengono “ideate e fabbricate” in laboratorio talvolta impediscono alle autorità italiane di conoscerne perfettamente i contenuti. E a noi medici di poterne contrastare gli effetti.

Ma come si sviluppa questa violenze? Esistono più stadi di aggressività?
Sì, esistono quattro stadi. Negli ultimi anni, abbiamo riscontrato che il soggetto che assume queste droghe sintetiche ma anche la cocaina, vive un primo stadio, quello iniziale, che è caratterizzato da un forte stato di agitazione. La fase successiva, invece, comincia a mettere in evidenza un’aggressività verbale e una prima violenza verso gli oggetti o verso gli animali. Il terzo stadio di aggressività è ovviamente quello della violenza fisica verso le persone. L’ultimo stadio è caratterizzato dalla paranoia e dal delirio persecutorio. E i medici sono i primi soggetti sui quali, quella violenza e quel delirio, vengono sfogati.

Perché proprio i medici?
Sono i medici che devono prescrivere i farmaci; sono i medici che devono prestare le prime cure assieme agli infermieri e sono sempre i medici che si rifiutano di somministrare delle medicine se ritengono che queste possano danneggiare ulteriormente il paziente. La maggior parte delle violenze che i medici subiscono, infatti, sono in seguito al rifiuto di prescrivere un medicinale, di un certificato di invalidità o richiesta di ricovero oppure all’interno dei pronto soccorso quando i soggetti che hanno assunto droghe sintetiche si presentato in un fortissimo stadio di alterazione e aggressività.

Quali altri motivi scatenanti ci sono dietro questa violenza?
Assieme alle anfetamine, Lsd e alla cocaina c’è indubbiamente l’alcool e la marijuana. Non dimentichiamo che il 60% dei reati vengono commessi a seguito di un’alterazione alcolica. In Italia ci sono oltre 2 milioni di soggetti che abusano di alcool.

Non tutti i soggetti hanno problemi psichiatrici ma vengono ‘posteggiati’ nei Dipartimenti di salute mentale. Esiste un modo per poter evitare questo sovraffollamento?
Dovrebbe arrivare in nostro soccorso una nuova legge che ponga dei “filtri” ed eviti che questi soggetti siano considerati “matti”. Purtroppo oggi si tende a ricomprendere in alterazioni psichiatriche quei comportamenti che sono solo la conseguenza di assunzione di sostanze stupefacenti. I soggetti che usano queste droghe non hanno problemi psichiatrici. Questo deve essere chiaro, un punto fermo. I loro comportamenti non sono una conseguenza di malattia mentale ma di un’alterazione indotta da sostanze sintetiche che non hanno niente a che vedere con una malattia della psiche.

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Nadia Francalacci