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Aerei, i trucchi per non perdere il bagaglio

Ne vengono smarriti sempre meno: lo svela un rapporto della Sita. Ma anche noi possiamo fare la differenza quando spediamo una valigia in stiva

La situazione è meno preoccupante di quanto, sovrastati dal pessimismo, saremmo portati a immaginare: subiscono disguidi 5,69 bagagli ogni mille viaggiatori che si muovono in aereo. Grosso modo, ne viene smarrito uno ogni 180 passeggeri. Giusto per dare un ordine di grandezza, in media una sola valigia su ciascuna tratta di medio raggio in Europa (prendendo come parametro la capienza di un velivolo comunissimo come l’A320).  È il dato riferito al 2018 appena diffuso da Sita, il fornitore globale di tecnologia per il trasporto aereo. Che fa notare anche quanto la situazione fosse più grave in passato: nel 2007, 18,8 bagagli smarriti ogni mille passeggeri. Oltre il triplo rispetto a oggi. Sollevati di non vivere più nel Medioevo dei trasbordi in quota, capiamo cosa possiamo fare per non essere proprio noi quel malcapitato che al nastro all’arrivo si ritrova senza mutande e vestiti di ricambio, iniziando una vacanza nel peggiore dei modi.

Dimmi chi sei

La cosa più logica perché i bagagli arrivino a destinazione, anche se sono vittima di un ritardo, è che gli addetti sappiano dove mandarlo. Dunque al check-in bisogna accertarsi che l’etichetta e l’adesivo di raddoppio (contiene le stesse indicazioni in miniatura) siano stati assicurati alla valigia in modo corretto. Se temete che l’operazione non sia stata effettuata a regola d’arte, se non siete convinti, fatelo notare. Meglio sentirsi ansiosi o rompiscatole che rammaricarsi per non averlo fatto presente quando ce n’era l’opportunità.

Fai da te? Anche no.

In molti aeroporti si stanno diffondendo i «baggage drop» automatici, dove viene richiesto di stampare da voi l’etichetta per spedire il bagaglio, applicarla al collo e poi metterlo sul nastro. Se non vi sentite a vostro agio a maneggiare adesivi o non sapete da che parte cominciare, fatevi aiutare. Stavolta, meglio sembrare imbranati. Tanto il personale dell’aeroporto ha visto molto di peggio. Inoltre, non dimenticate mai di legare un’etichetta con i vostri dati. E replicatela anche all’interno, qualora quella esterna dovesse rompersi. Infine, usate fiocchi, fasce o adesivi che rendano subito riconoscibile la valigia. Così, se anziché arrivare a destinazione è finita in mezzo a un mucchio di colleghe, sarà istantaneo riconoscerla per chi dovrà farvela recapitare. Nera o blu senza fregi distintivi è il peggio. Non abbiate paura di essere esagerati. Al momento giusto benedirete tanto estro.

L’arte del giusto tempismo

Non siate ritardatari. Se arrivate a spedire il bagaglio cinque minuti prima della chiusura del check-in, specie in giornate molto affollate e dunque complesse per la logistica dell’aeroporto, è più probabile che il bagaglio spedito non salga a bordo con voi. Allo stesso modo, se avete comprato un biglietto con scalo di 50 minuti in un momento di picco, se siete atterrati nel momento in cui la coincidenza sta già imbarcando e l’avete presa per miracolo, come pretendete che la valigia, priva di gambe per correre e del sacro fuoco di raggiungere il gate che vi ha messo il turbo, possa fare lo stesso? Sappiate che, nel 2018, il 46 per cento dei disguidi si è verificato proprio nel passaggio forsennato (o non abbastanza tale) da un volo all’altro.

Prevenire l’imprevisto

Se comunque volete tentare la fortuna o avete trovato un’offerta irrinunciabile con scalo thrilling, portate a bordo una piccola borsa con le cose fondamentali: medicine, qualche ricambio, lo stretto necessario per vivere senza disagio l’arrivo in ritardo del bagaglio più voluminoso. Perché salvo non siate stati maledetti da una sfiga cosmica, arriverà. Di nuovo Sita ci fa sapere che «il 95 per cento dei bagagli che subiscono irregolarità è comunque riconsegnato al proprietario. La maggioranza dei bagagli disguidati (77 per cento) è restituita in ritardo; il 18 per cento arriva a destinazione danneggiato. Solo il 5 per cento dei bagagli che subiscono irregolarità viene smarrito o rubato». Pochissimi. Se poi evitiamo di spedire una borsa d’alta moda dal valore di qualche migliaio di euro, diminuiremo la possibilità che faccia gola a eventuali ladri.

Non può andare così male

Compagnie e aeroporti stanno diventando sempre più bravi nel gestire le valigie, noi possiamo dargli un’ulteriore mano con l’aiuto della tecnologia. Per esempio possiamo acquistarne una intelligente o un modulo Gps che la localizzi in tempo reale. Così sappiamo se è stata caricata sul nostro aeromobile o se è rimasta allo scalo di partenza. In questo caso, se abbiamo un volo in coincidenza e abbiamo tempo tra un trasbordo e l’altro, può avere senso far presente immediatamente l’accaduto al personale di terra, che così può attivare le pratiche del recupero già mentre stiamo raggiungendo la nostra destinazione finale.

Un altro motivo per essere tranquilli

Nell’ultimo anno un numero crescente di compagnie aeree e aeroporti ha iniziato a introdurre i sistemi di tracciatura bagagli ai punti chiave del viaggio – check-in, imbarco in stiva, trasferimento fra voli, arrivo – per migliorare la gestione e ridurre il rischio di irregolarità. Ha senso? Pare di sì. Quando le valigie sono tracciate durante l’imbarco, si legge ancora nel rapporto della Sita, si rileva un tasso di miglioramento variabile fra il 38 per cento e il 66 per cento. Se poi volete la certezza assoluta, il 100 per cento di probabilità di arrivare a destinazione con la vostra amata scudiera, non esiste che un metodo. Portate solo il bagaglio a mano. Viaggiate leggeri.

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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