Costa Concordia, cinque anni fa il naufragio
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Costa Concordia, cinque anni fa il naufragio

All'Isola del Giglio il ricordo delle 32 persone che persero la vita per le conseguenze dell'"inchino della morte" di Francesco Schettino

Cinque anni fa, nella notte del 13 gennaio 2011, il naufragio della Costa Concordia.

La nave da crociera finì contro gli scogli del Le Scole davanti all'isola del Giglio. Morirono 32 persone.
A bordo c’erano 4.229 persone (3.216 passeggeri e 1.013 membri dell'equipaggio).

Per il naufragio è stato condannato comandante Francesco Schettino a 16 anni e un mese in primo grado. Con l’aggiunta dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici e per 5 anni dalla possibilità di comandare una nave. La pena è stata poi confermata in appello il 31 maggio 2016, con l’aggiunta dell’interdizione per 5 anni anche di qualsiasi professione marittima.

Per ricordare il disastroi all'isola del Giglio si è tenuta una messa di suffragio. A Punta Gabbianara è stata posata una corona di fiori in mare in memoria delle vittime. Questa sera una fiaccolata fino alla lapide al molo rosso.





(Credits: ANSA)

Sono le 21.42 di venerdì 13 gennaio quando la nave da crociera Costa Concordia urta uno scoglio nelle acque dell'Isola del Giglio causando l'apertura di una falla di circa 70 metri sul suo lato sinistro. Al comando c'è Francesco Schettino, 52 anni,  dipendente della Costa Crociere da 11. Mentre sono in corso le operazioni di salvataggio, il “prode” comandante viene sorpreso nel tentativo di darsi alla fuga. Dalla Capitaneria di Porto gli intimano di rimanere al suo posto. Qualcuno dice che fosse in preda al panico, altri che avesse bevuto. Dopo il naufragio, che costerà la vita a 32 persone, Schettino si giustifica dicendo che la manovra che ha provocato l'urto era stata compiuta per onorare il rito dell'inchino, una sorta di saluto che la nave fa agli abitanti sulla terra ferma. Sospeso dalla compagnia, che a novembre lo licenzia, Schettino pretende, oltre al reintegro, anche il pagamento degli stipendi arretrati. Oggi ha l'ardore di dire: “Tutti dovranno chiedermi scusa”. Certo comandante, come no

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