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EPA/KIM CHUL-SOO
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Coree: riprendono i negoziati per uscire dalla crisi

L'intento è di allentare le tensioni dopo la dichiarazione di guerra della Corea del Nord

La maratona di colloqui ad alto livello tra le due Coree, i primi da quasi un anno, va avanti al villaggio di Panmunjeom e scivola nel terzo giorno, sempre con le parti impegnate a far allentare le tensioni nella penisola. Intanto, Seul denuncia la inconsueta mobilitazione di truppe del Nord che, da ultimo, ha visto lo schieramento in prima linea di diversi mezzi da sbarco anfibio per il trasporto di forze speciali rispettando i propositi di prontezza al combattimento, pur con il tavolo intercoreano di dialogo aperto.

La delegazione sudcoreana è composta da Kim Kwan-jin, a capo del servizio di Sicurezza nazionale dell'Ufficio presidenziale, e dal ministro dell'Unificazione Hong Yong-pyo, mentre in quella del Nord ci sono Hwang Pyong-so, direttore dell'Ufficio politico generale dell'Esercito popolare, e Kim Yang-gon, uno dei segretari del Partito dei Lavoratori.

Secondo i media di Seul, i rappresentanti di Pyongyang hanno chiesto di fermare le trasmissioni di propaganda anticomunista del Sud lungo il confine, riprese la settimana scorsa per la prima volta in 11 anni in rappresaglia alle esplosioni delle mine che hanno ferito due soldati del Sud nel lato meridionale della zona smilitarizzata. Mentre da parte del Sud c'è stata l'insistenza sul fatto che il Nord debba prima accettare la responsabilità delle mine.

Stato di semi-guerra

Sono una decina i mezzi da sbarco nordcoreani, secondo fonti militari citate dalla Yonhap, che hanno lasciato la loro base di Cholsan, nella provincia di Pyongan del Nord, spostandosi a una base navale a circa 60 chilometri dalla Northern Limit Line (Nll), il confine de facto tra le due Coree nel mar Giallo. "Da quando il Nord ha dichiarato lo stato di semi-guerra, i suoi veicoli e le sue forze di invasione sono in movimento più che attivo", ha osservato una delle fonti.

La presidente sudcoreana Park Geun-hye ha assicurato che la propaganda a colpi di altoparlante anti-Pyonyang lungo il confine, ripresa dopo 11 anni, andrà avanti fino a quando il Nord non si sarà scusato per l'incidente delle mine che, esplodendo, hanno ferito a inizio mese due soldati del Sud nel lato meridionale della zona smilitarizzata. La decisione è stata annunciata da Park in una riunione con i suoi collaboratori, secondo l'agenzia Yonhap, nel mezzo dei colloqui ad alto livello ancora in corso a Panmunjeom

Pyongyang, tuttavia, ha escluso da subito ogni responsabilità nell'incidente delle mine, così come l'accusa di "primogenitura" nel caso dello scambio a colpi di artiglieria sul confine della scorsa settimana. Park ha invitato Pyongyang a scusarsi per le recenti e gravi provocazioni, invitando la Corea del Sud ad "adottare le misure adeguate per continuare le trasmissioni degli altoparlanti" a meno che la Corea del Nord non ammetta le sue responsabilità impegnandosi a finirla, una volta per tutte, con le provocazioni.

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Redazione